FORMIA – Dopo Gaeta e Minturno, anche il neo sindaco di Formia, Paola Villa, ha emesso l’ordinanza per ridurre il consumo dell’acqua. Si legge nel documento: “Considerato l’aumento delle temperature durante la stagione estiva e l’incremento dei consumi idrici a causa dell’aumento del flusso turistico e soprattutto considerando la risorsa acqua come un bene comune da preservare per le future generazioni, il sindaco ordina: il divieto di utilizzare l’acqua per usi diversi da quello stabilito nel relativo contratto di fornitura; il divieto di utilizzare l’acqua potabile per il riempimento delle piscine; il divieto di attingere l’acqua potabile per irrigare orti giardini e lavare strade; il divieto di prelevare l’acqua da fontane pubbliche per riempire cisterne o botti e per rifornire locali privati”. L’ordinanza entrerà in vigore da domani, 9 luglio, fino al 30 novembre. Proprio quest’ultima informazione non ha mancato di far piovere critiche.
In particolare, l’avvocato Patrizia Menanno, ex delegata alla legalità della precedente amministrazione Bartolomeo, e in prima linea nella class action contro Acqualatina, dal suo profilo facebook ironizza sul periodo estivo esteso fino al 30 novembre, a differenza delle ordinanze dei sindaci di Gaeta e Minturno Cosmo Mitrano e Gerardo Stefanelli, nelle quali il periodo non è contemplato: “Vabbè che il clima è cambiato, non esistono più le mezze stagioni, siamo a Formia ma ‘estate’ fino al 30 novembre mi pare eccessivo! Acqualatina ha cominciato ad imporre i suoi dictat alla nuova Amministrazione?”
Non è mancata la replica del sindaco Villa in un commento: “In realtà, Acqualatina non ha imposto né l’ordinanza né tanto meno la tempistica. Quest’ultima è dettata dai flussi idrici condizionati dalla stagione balneare. Infatti, come sottolinearono gli eventi l’anno scorso (e non solo), il periodo post estivo è maggiormente coinvolto dallo stress idrico. Ricordiamoci che la crisi idrica si concluse il 6 dicembre 2017. Queste sono motivazioni legate ai flussi. Per quanto riguarda i giardini, si parla di idropotabilità, ed è un bene sollecitare tutti ad organizzare metodi di recupero di acque di vario genere, non di uso domestico. È un modo anche per ognuno di noi di riflettere sulla risorsa acqua come bene comune”.
In risposta, l’avvocato Menanno: “Ovvio che vada continuata la compagna di sensibilizzazione ad un uso responsabile dell’acqua ma una limitazione tout court e per un periodo di 5 mesi, compreso quindi l’autunno e non solo l’estate, mesi in cui l’acqua occorre anche per le altre forme di vita, comprese le nostre piante, appare drastica! Il testo è identico per tutti i Comuni che l’hanno adottata ed è quindi evidente che il regista sia il gestore. Ad ogni buon conto, al di là di questo atto condivisibile in un momento di carenza che oggi non si appalesa attesi i livelli pluviometrici, occorre che oggi i Sindaci, nell’esercizio del loro diritto/dovere di soci, si facciano promotori finalmente di una ispezione amministrativa della società. Perché se è vero che spesso noi cittadini quando abbiamo l’acqua ne facciamo un uso anche spropositato, è altrettanto vero che gli utenti si trovano fortemente condizionati dagli abusi e dagli sprechi del gestore e che nessuno dei soci, fino ad oggi, ha promosso questa che è l’unica azione di controllo possibile in una S.p.a.! Quindi ti chiediamo a gran voce di farti promotrice tra gli altri sindaci per raggiungere le percentuali previste dalla legge (10%) e avviare senza indugio un’azione per verificare i conti di Acqualatina”.
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