GAETA – Il rischio è grosso è fondato: diverse inadempienze amministrative del Comune e dell’ex Autorità Portuale del Lazio potrebbero impedire a Gaeta il rinnovo delle concessioni demaniali a favore degli storici cantieri navali in via lungomare Caboto? A denunciarlo è uno dei pochi rappresentanti della soporifera minoranza consiliare al comune di Gaeta che prende (talvolta) carta e penna per esercitare il diritto-dovere conferitogli un anno fa dall’elettorato cittadino al termine delle disastrose amministrative. Il consigliere di “Una nuova stagione”, Emiliano Scinicariello, ha rivelato come nei giorni scorsi sia stata pubblicata all’Albo Pretorio del comune di Gaeta la richiesta di alcuni cantieri navali della zona di Calegna, istanza finalizzata ad ottenere il rinnovo delle concessioni demaniali marittime.
La normativa vuole che se ne dia pubblicità per favorire la concorrenza tra imprese e per fare emergere eventuali motivi ostativi ma – secondo Scinicariello – il sindaco della città Cosmo Mitrano ed il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centro settentrionale, Francesco Maria De Majo, hanno compito una grave dimenticanza: il rinnovo delle concessioni di questa zona è condizionato da un atto amministrativo del 2007 dell’allora Commissario Prefettizio Bruno Frattasi, peraltro confermata da una successiva delibera del novembre 2011 del Consiglio Comunale di Gaeta. In sostanza i due atti amministrativi subordinano il rinnovo delle concessioni demaniali all’osservanza di una serie di prescrizioni da parte delle realtà imprenditoriali esistenti, attraverso specifica normativa tecnica ed entro il tempo massimo di cinque anni (dal 2011), volte al miglioramento delle attività lavorative e del decoro ambientale ed urbanistico della zona. Si tratta di una logica conseguenza della variante al piano regolatore, che ha cambiato in “zona cantieristica” l’originaria previsione di “scuole e servizi”.
“È opportuno chiarire che nel documento amministrativo del 2007, l’allora Commissario Prefettizio Frattasi, chiarì – aggiunge Scinicariello – che l’obiettivo principale era la “riqualificazione ed utilizzazione dell’area demaniale di Calegna-Piaia”, ma che la stessa riqualificazione dovesse “avvenire in una logica di necessaria garanzia delle attività cantieristiche esistenti”. Un atto amministrativo, quello di Frattasi, di grande equilibrio politico e lungimiranza amministrativa, peraltro condiviso all’unanimità dai tanti soggetti istituzionali che componevano quel tavolo tecnico, tra cui la Regione Lazio, l’Amministrazione Provinciale di Latina, la Camera di Commercio, il Consorzio Industriale, l’Asl di Latina, la stessa ex Autorità Portuale del Lazio, la Capitaneria di Porto, l’istituto tecnico nautico “Giovanni Caboto” di Gaeta, l’associazione che raggruppa i cantieri navali Caboto di Gaeta e la Consormare del Golfo. Tutti, dunque, compreso i diretti interessati.
Per l’esponente di “Una nuova stagione” il comune di Gaeta e l’ex Autorità Portuale “avrebbero dovuto coordinare e compulsare il cambiamento, attraverso attività di sensibilizzazione e di indirizzo che invece sono mancate: l’ente di Civitavecchia troppo preso a finanziare aiuole, marciapiedi e rotonde stradali; il sindaco a vagheggiare improbabili piste ciclabili, tagli degli alberi (una vera vocazione!) e discutibili restyling urbani. Il disinteresse dei due Enti sta mettendo seriamente a rischio il rinnovo delle concessioni per gli operatori della cantieristica, poiché l’eventuale rilascio dei nuovi titoli concessori sarebbe vulnerabile e suscettibile di ricorsi”. E come si fa ad uscire da questo pericoloso e preoccupante imbuto? Scinicariello suggerisce e propone che la materia, delicata sul piano economico ed occupazionale, torni nel consiglio comunale di Gaeta chiamato – suggerisce – a “rimettere mano all’intera materia. Resta il dato politico su come venga trascurato un intero settore produttivo rispetto ad altre iniziative, che però hanno il vantaggio di essere più appariscenti.”
Saverio Forte
Intervista a Emiliano Scinicariello
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