SPERLONGA – E’ deceduta per annegamento, intrappolata dalla pompa dell’idromassaggio e risucchiata sul fondo della piscina killer del “Grand Hotel Virgilio” di Sperlonga. Altro che congestione o bibita ghiacciata. L’ha stabilito l’autopsia disposta dal sostituto procuratore della Repubblica di Latina Valerio De Luca sul cadavere di Sara Francesca Basso, la tredicenne di Morolo intrappolata l’altro giorno sul fondo della piscina della struttura ricettiva dove era in vacanza con i genitori.
L’esame autoptico, andato avanti per circa tre ore, nella mattinata di sabato, pfresso dell’Istituto di Medicina Legale del policlinico Tor Vergata a Roma, è stato eseguito dalla dottoressa Stefania Urso che, nominata dal magistrato titolare delle indagini, è stata affiancata da altri periti di parte: due su tutti, quello nominato dalla famiglia della vittima attraverso l’avvocato Maria Minotti di Frosinone, e la dottoressa Daniela Lucidi, indicata dal collegio difensivo (gli avvocati Vincenzo Macari e Alfredo Zaza D’Aulisio) di due dei quattro indagati dalla Procura di Latina con l’ipotesi di omicidio colposo. Dall’esame autoptico non sono emersi segni che possano supportare l’ipotesi di un malore improvviso. Sono state definiti evidenti le tracce dell’annegamento come la presenza di acqua nei polmoni della piccola e sfortuna Francesca Sara. Per avere un quadro più preciso bisognerà attendere i risultati degli esami istologici e di laboratorio che – secondo quanto è trapelato dagli ambienti legali e giudiziari – saranno pronti non prima di 90 giorni. La 13enne originaria di Supino ma residente a Morolo ha inalato molt’acqua ma sarebbero emerse anche un’infiammazione a livello intestinale ed un grosso ematoma, di circa 35 centimetri, all’altezza del gluteo sinistro. Non sarebbe altro che la forma circolare del bocchettone della piscina ovoidale che a quanto pare l’ha trattenuta sul fondo.
Il vero mistero è cosa ha trattenuto sul fondo Sara Francesca. I due turisti che si sono accorti delle sue difficoltà – un australiano ed un medico di nazionalità rumena – e si sono tuffati per liberarla, hanno raccontato ai carabinieri che non riuscivano a staccarla dal bocchettone di aspirazione dell’acqua. Aspirava con una potenza tale da impedirle di spostarsi.
Per questo sono stati iscritti nel registro degli indagati il costruttore della struttura, Ermanno Corpolongo, 72 anni di Itri, il manutentore, Nicolangelo Viola di Gaeta, il proprietario e l’amministratore dell’albergo, rispettivamente Mauro De Martino, di 48 anni e il suocero Francesco Saverio Emini, di 68 anni, originario di Parete, in provincia di Caserta. A costruire la piscina è stata la Tecnopool di Itri gestita da Ermanno Corpolongo: 72 anni, scosso per l’accaduto, il suo legale difensore, l’avvocato Massimo Signore, ha innanzitutto portato le condoglianze alla famiglia di Sara Francesca. Si è dichiarato a totale disposizione della magistratura. Agli inquirenti, appena lo convocheranno, spiegherà che la Tecnopool lavora nel settore dal1975 e viene considerata un’eccellenza nazionale, mai avuto problemi in 43 anni di attività.
La piscina dell’Hotel Virgilio, nella quale è avvenuta la tragedia, è stata realizzata nel 2004: da quel giorno – ha ricordato Corpolongo – una volta consegnato il lavoro finito, non ci sono stati più contatti.Una risposta potrebbe arrivare dalle perizie tecniche. Tutta l’area della piscina e il vano pompe sono sotto sequestro. I magistrati vogliono accertare la potenza del bocchettone del ricambio dell’acqua, ampio circa 20 centimetri, che ha aspirato con forza la ragazzina tanto che le quattro persone che si sono tuffate per salvarla sono riuscite a portarla a bordo vasca solo con molte difficoltà. Le indagini procedono sulla pista dell’impianto di aspirazione sovradimensionato e troppo potente: adattato per trasformare in un gigantesco idromassaggio parte di quella piscina. Nei prossimi giorni verrà verificata la documentazione sulla messa a norma.
Intanto al termine dell’autopsia, il sostituto procuratore De Luca ha concesso il nulla osta per i funerali della ragazza che, in un clima di profondissimo cordoglio , si sono svolti rigorosamente a porte chiuse (per volere della famiglia Basso) presso la chiesa di Santa Maria Goretti di Frosinone. A stringersi attorno ai genitori della vittima sono stati i tanti compagni di classe di Francesca Sara che, nonostante vivesse a Morolo, frequentava la scuola media “Campo Coni” del capoluogo ciociaro. Al termine della funzione religiosa sono stati liberati alcuni palloncini bianchi ed il feretro di Sara Francesca ha effettuato la sua ultima tappa presso il cimitero di Ferentino dove è stato tumulato presso la cappella di famiglia. Intanto questa tragica ed inverosimile vicenda ha riproposto i precedenti sequestri disposti dall’autorità giudiziaria nel confronti della struttura alberghiera di Sperlonga, finita più volte nell’occhio del ciclone per irregolarità e abusi finalizzati alla realizzazione di 70 stanze a fronte delle 30 autorizzate. E a gettare benzina sulle fuoco delle già accese polemiche è stato l’ex capogruppo dell’opposizione al comune di Nicola Reale che sulla sua pagina facebook rivela aspetti importanti di un’antica controversia tecnico-amministrativa e giudiziaria: “Personalmente sento il dovere morale di dire pubblicamente quello che so, nell’intento di contribuire all’accertamento della verità e a rendere giustizia ai genitori di Sara.
Il 26 settembre del 2003, nel compimento del mio dovere istituzionale di consigliere comunale a Sperlonga, presentai una interrogazione al sindaco pro tempore per conosce come mai nel cantiere dove si stava costruendo l’Hotel Virgilio, risultasse recintata un’area di proprietà comunale destinata a verde pubblico e sulla quale si stavano realizzando opere di urbanizzazione primaria; chiedevo altresì di conoscere se tutti gli interventi erano stati autorizzati e da chi, se risultavano rispettati gli indici plano-volumetrici prescritti dal Prg e se esistevano i nulla osta dell’Assessorato Regionale ai lavori Pubblici – trattandosi di zona sismica – e della Soprintendenza ai Beni Ambientali, trattandosi di rilevante costruzione ex novo. All’interrogazione non fu mai data alcuna risposta e solo tempo dopo fu possibile rilevare che in quell’area era sorta la piscina dell’Hotel Virgilio. Precedentemente a questa interrogazione, l’8 luglio 2003,- ricorda ancora Reale – avevo rivolto domanda scritta al Comune (anch’essa rimasta senza esito) con la quale chiedevo di poter prendere visione, ed eventualmente avere copia, del fascicolo contenente gli estremi autorizzativi della concessione rilasciata per l’esecuzione delle notevoli opere di cemento armato che erano in esecuzione nel cantiere. Forse mi feci una convinzione sbagliata, ma ho sempre pensato che anche quella piscina fosse stata costruita abusivamente”.
Saverio Forte