SPERLONGA – Proseguono a trecentosessanta gradi le indagini della Procura della Repubblica di Latina per capire cosa sia realmente avvenuto mercoledì scorso quando Sara Francesca Basso, la 13enne di originaria di Supino ma residente a Morolo, si è tuffata nella piscina del “Grand Hotel Virgilio” di Sperlonga finendo per essere mortalmente risucchiata sul fondo da un bocchettone istallato per il continuo ricambio dell’acqua. In attesa dei risultati degli esami istologici e di laboratorio che dovrà compiere dopo l’autopsia il medico legale nominato dalla Procura, Stefania Urso, il magistrato titolare delle indagini, Valerio De Luca, non vuole lasciare nulla di intentato. Ha confermato agli stessi legali difensori la volontà di nominare uno o più di ingegneri idraulici chiamati a verificare il funzionamento del motore del ricambio dell’acqua della struttura, la potenza dell’impianto di aspirazione ma anche la funzionalità della griglia e dello stesso bocchettone che ha intrappolato sul fondo della piscina la povera Francesca Sara.
Che si stia defilando una “guerra di perizie” la riprova è arrivata dal collegio difensivo dei quattro indagati: il costruttore della struttura , Ermanno Corpolongo, 72 anni di Itri, il manutentore, Nicolangelo Viola di Gaeta, il proprietario e l’amministratore dell’albergo, rispettivamente Mauro De Martino, di 48 anni e il suocero Francesco Saverio Emini, di 68 anni, originario di Parete, in provincia di Caserta. La stessa famiglia Basso, attraverso l’avvocato Maria Minotti, aveva già nominato un medico legale di fiducia che aveva presenziato all’esame autoptico effettuato dalla dottoressa Urso presso l’istituto di medi-cina legale dell’Università Tor Vergata di Roma. La stessa difesa, con sfumature e sfaccettature diverse, è ora interessata, attraverso la nomina di consulenti tecnici di parte, ad accertare cosa veramente non abbia funzionamento nella piscina della struttura ricettiva di Sperlonga.
E’ un continuo andirivieni di Carabinieri della locale Stazione che, su incarico del Pm De Luca, hanno sequestrato il defibrillatore a servizio della piscina per farne verificare il suo corretto funzionamento. Intanto, in attesa che la Procura nomini il proprio ctu per appurare se tutte le componenti del-la piscina abbiano funzionato come avrebbero dovuto, alcuni dei gli indagati vo-gliono ridimensionare il loro ruolo in questa tragica ed inverosimile vicenda. L’avvocato Massimo Signore nei giorni scorsi aveva sottolineato come il suo assisito, Ermanno Corpolongo, sia alla testa di una società , la Tecnopool, che ha sì realiz-zato la piscina nel 2004 ma, “una volta consegnato il lavoro finito, non ci sono sta-ti più contatti con la gestione e la proprietà dell’albergo”. Ora è la volta del legale del manutentore Nicolangelo Viola che, legale rappresentante della ditta “Hydro-com”, era stato chiamato in causa per il suo ruolo di manutentore della piscina. “Il mio assistito – ha tenuto a precisare l’avvocato Renato Archiadicono – si è limitato nel corso del tempo ad effettuare interventi di fornitura dei prodotti per il tratta-mento dell’acqua della piscina e alcuni di natura tecnica solo su specifica richiesta della proprietà”.
A voler ora fornire, seppur indirettamente, un aiuto all’operato dell’autorità giudi-ziaria (“ma assolutamente senza alcuna forma di strumentalizzazione e speculazio-ne politica”) alle indagini in corso è l’ex capogruppo dell’opposizione al comune di Sperlonga, Nicola Reale. Rivela che nel 2003 inoltrò un’interrogazione sull’iter autorizzativo dell’albergo della tragedia e, in particolare, della piscina killer, istanza – lo conferma ora – rimasta senza alcun tipo di risposta.
“Il 26 settembre di quell’anno presentai una interrogazione al sindaco pro tempore per conosce come mai nel cantiere dove si stava costruendo l’Hotel Virgilio, risul-tasse recintata un’area di proprietà comunale destinata a verde pubblico e sulla quale si stavano realizzando opere di urbanizzazione primaria; chiedevo altresì di conoscere se tutti gli interventi erano stati autorizzati e da chi, se risultavano rispettati gli indici plano-volumetrici prescritti dal Prg e se esistevano i nulla osta dell’Assessorato Regionale ai lavori Pubblici – trattandosi di zona sismica – e della Soprintendenza ai Beni Ambientali, trattandosi di rilevante costruzione ex novo. All’interrogazione non fu mai data alcuna risposta e solo tempo dopo fu possibile rilevare che in quell’area era sorta la piscina dell’Hotel Virgilio.
Precedentemente a questa interrogazione, l’8 luglio 2003,- ricorda ancora Reale – avevo rivolto domanda scritta al Comune (anch’essa rimasta senza esito) con la quale chiedevo di poter prendere visione, ed eventualmente avere copia, del fasci-colo contenente gli estremi autorizzativi della concessione rilasciata per l’esecuzione delle notevoli opere di cemento armato che erano in esecuzione nel cantiere. Forse mi feci una convinzione sbagliata, ma ho sempre pensato che anche quella piscina fosse stata costruita abusivamente”.
Saverio Forte