Storica sentenza della Corte di Giustizia Europea: uno spiraglio per ex Avir ed ex Pastificio Paone

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SUD PONTINO – Una sentenza, attesa, da quasi tre anni che potrebbe significare molto sul futuro funzionale ed urbanistico di due reperti, più o meno recenti, dell’archeologica industriale del sud-pontino, l’ex pastificio Paone di Formia e l’ex vetreria Avir di Gaeta. L’ha emessa negli ultimi la Gran Camera della Corte di giustizia europea, una sorta di Cassazione del vecchio continente, dopo l’udienza pubblica tenutasi niente meno che nel settembre 2015… Per la cronaca i giudici di Strasburgo in un’ordinanza di 163 pagine, pubblicata rigorosamente in francese, sono andati oltre la Cassazione italiana. Hanno accolto, di fatto, quattro ricorsi presentati in unico procedimento relativi ad altrettanti casi di lottizzazione abusiva in diverse località italiane, il più clamoroso e famoso dei quali ha riguarda “Punta Perotti” a Bari, il grattacielo in riva al mare prima confiscato e poi demolito grazie al tritolo di… Stato.

La sentenza della Gran Camera della Corte di Giustizia Europea potrebbe riscrivere ora la storia urbanistica dell’ex pastificio Paone e dell’ex vetreria Avir di Gaeta sequestrati dai Carabinieri e dal Nipaf della Guardia Forestale nel 2010 e due anni più tardi. I due procedimenti penali, seppur tuttora in piedi, sono da tempo beneficiari della prescrizione e la sentenza di Strasburgo non fa altro che fermare e bloccare in via definitiva le loro possibile confische al patrimonio immobiliare pubblico. In considerazione della non univocità delle sentenze di diversi tribunali italiani della controversia erano state investite le Sezioni unite della Cassazione. L’indirizzo sinora era stato chiaro: gli immobili vanno confiscati nonostante la prescrizione del reato penale. Partita chiusa? Neanche per idea, visto il forte antagonismo fra l’autorità giudiziaria italiana e i giudici europei della Corte dei diritti dell’uomo (la Cedu) e la Corte di giustizia che hanno dato ragione ai ricorrenti: l’applicazione della confisca urbanistica in presenza di un proscioglimento per prescrizione costituisce una violazione del principio di legalità. Sono ritenute illegittime le sanzioni che non si fondano su un giudizio di colpevolezza. E cioè sulla prescrizione.

La sentenza della “Grand Chambre” contiene, infatti, una serie di innovativi principi su quello che sinora era considerato lo strumento della confiscabilità. Il verdetto afferma per la prima volta che la confisca non è più una misura amministrativa – come è sempre stata considerata sinora da una parte delle giurisprudenza italiana – ma una condanna penale a tutti gli effetti. I giudici supremi della Corte di Giustizia Europea, invece, hanno ribadito l’inapplicabilità della confisca urbanistica nei confronti di quei soggetti che non sono stati citati in un processo ma anche nei riguardi di terzi acquirenti in buonafede e delle società proprietarie di beni immobili oggetti oggetto – come detto – di procedimenti penali per lottizzazione edilizia. E c’è di più a garanzia di quanto sancisce l’articolo 7 della Convenzione europea a salvaguardia dei diritti dell’uomo: non è sufficiente, ai fini della confiscabilità di un bene, che sia stato imputato il legale rappresentante di una società di capitali, a responsabilità limitata o per azioni ma la stessa società proprietaria…..la “Domenico Paone fu Erasmo spa” per il pastificio Paone di Formia e l’ex Gaim srl di Gaeta per l’ex vetreria Avir.

E ancora una bacchettata al legislatore italiano viene impartita quando nella sentenza si legge che viene considerata “sproporzionata” la misura della confisca rispetto all’illecito che ha dato luogo al processo per lottizzazione abusiva. Per il pastificio Paone il permesso a costruire del 2008, poi revocato dal comune di Formia , prevedeva di fatti solo un cambio di destinazione d’uso, da industriale a commerciale. Le modifiche autorizzate dal comune di Gaeta per l’ex vetreria di Serapo – alla luce di questa sentenza – non hanno apportato alcun aumento di volumi ma semplicemente – ed è l’interpretazioni di molti legali amministrativi e tecnici urbanistici – si sono trasformate in mutamenti di natura essenzialmente cartolare e catastale. Insomma la confisca di un immobile beneficiario di una prescrizione è una “spogliazione sproporzionata” rispetto all’illecito commesso. Da qui la richiesta, un monito chiaro della Gran Camera della Corte di Giustizia Europa al parlamento italiano ad apportare un intervento normativo che “rimoduli l’applicazione della confisca prevista dall’articolo 44 del Dpr numero 380/2001”.

Naturalmente questa sentenza sarà utilizzata in autunno dai legali degli imputati rinviati a giudizio per la trasformazuione dell’ex pastificio Paone nell’ambito del processo denominato “Sistema Formia”. Una curiosità temporale: è stata pubblicata soltanto alcuni giorni dopo la discussione, davanti il Riesame del Tribunale di Latina, dell’ennesimo ricorso presentato dal nuovo management del pastificio Paone contro il sequestro operato nell’aprile 2012 (con le ipotesi di reato di lottizzazione abusiva e di abusivismo edilizia) ai danni dello storico stabilimento di piazza Risorgimento, il cui accoglimento o meno da settimane (ormai) potrebbe dire molto sul futuro economico, imprenditoriale ed occupazionale della più antica e longeva realtà produttiva della provincia di Latina.

Saverio Forte