FORMIA – I primi problemi per il nuovo corso amministrativo al Comune di Formia targato Paola Villa scaturiscono – quantunque possa apparire paradossale – all’interno della stessa maggioranza civica che ha permesso la storica elezione del primo sindaco donna della città. E ad innescarli è in maniera imprevista e – ironia della sorta – una donna, Sara Mastrobattista, 51 anni, nativa di Gaeta, gestrice di una scuola privata di lingue straniere a Formia. Dopo averlo preannunciato lunedì sera sul suo profilo facebook, la Mastrobattista ha confermato la sua volontà di voler ricorrere al Tar contro la mancata convalida della sua elezione al consiglio comunale per la lista civica, denominata “Formia città in comune”, di cui era candidata e possibile eletta.
La Mastrobattista chiede ora il pronunciamento dei giudici amministrativi perché – a suo dire – sarebbe stato commesso ai suoi danni un errore materiale: le sarebbero stati riconosciuti 172 anziché 182 voti. Nello specifico le sarebbero stati computate soltanto 3 preferenze nella sezione 18 – uno dei tre seggi nella frazione collinare di Maranola – quando nel registro del presidente e dei scrutatori di quella stessa sezione, depositato al comune di Formia dopo le faticosissime e laboriose operazioni di scrutinio, i voti conquistati dalla Mastrobattista sarebbero state…13. Per la candidata di “Formia città in comune” il ricorso al Tar “in questi casi è un atto dovuto”. E lo ha specificato nel post sul suo profilo facebook, in cui confondendo le elezioni amministrative con quelle…. politiche (!!) del comune di Formia, nel momento in cui – scrive – “se non avesse inciso sulla mia situazione in graduatoria avrei evitato di farlo ma incide!”. Se dovesse spuntare la sua versione sui fatti, la Mastrobattista – attualmente seconda dei non eletti – superebbe la candidata Emanuela Pandozzi, prima dei non eletti con 179 voti, e soprattutto acciufferebbe il sesto ed ultimo degli eletti della civica “Formia città in comune”, Daniele Nardella, proprio con 182 voti…. Quest’ultimo si è dichiarato, intanto, “tranquillo e sereno”. La sua elezione al consiglio comunale – lo ha ribadito a più riprese – è stata certificata dalla commissione elettorale presieduta da un magistrato, Gabriele Montefusco, e – se dovesse essere necessario – non avrebbe esitazione a produrre, unitamente alla candidata Pandozzi, un contro ricorso al Tar. La presa di posizione della Mastrobattista sta creando non pochi motivi di imbarazzo nella maggioranza che sostiene il sindaco.
La candidata è accusata di aver creato “un inutile muro contro muro” interno e i tentativi a persuaderla ad evitare il ricorso alla magistratura amministrativa sono – almeno per il momento – falliti. E la tesi è la seguente: quel che conta per la convalida di un consigliere eletto è quanto certifica la commissione elettorale e non il registro del presidente e degli scrutatori di una sezione che, presentato in comune al termine delle operazioni di scrutinio, pur presentando errori materiali di trascrizione delle preferenze non ha alcun effetto legale. Un esempio lampante e noto: il dato elettorale disponibile in comune per il coordinatore politico della coalizione del sindaco Villa, Kristian Franzini, aveva certificato la sua elezione al consiglio comunale. La commissione elettorale, rifacendo i conteggi, aveva sottratto a Franzini una cinquantina di voti e Franzini è rimasto, senza esercitare alcuna forma di polemica, fuori dal rinnovato consiglio comunale. Se fosse veritiera la teoria caldeggiata dalla Mastrobattista, il neo consigliere comunale Nardella porterebbe acqua al suo mulino. E lo avrebbe spiegato ai componenti della sua maggioranza perché, dopo aver promosso una richiesta di accesso agli atti, ha appreso che i voti registrati in comune sulla sua candidatura sarebbeìro 183, uno in più rispetto al “tetto” massimo cui ambisce la dottoressa Mastrobattista. Al di là delle mere e oggettive considerazioni di natura interpretativa sulla legge di attribuzione dei seggi, questa vicenda sta dimostrando come sotto la cenere (nella maggioranza Villa) covi del fuoco.
La Mastrobattista avrebbe cominciato a minacciare un ricorso al Tar contro la sua mancata elezione al consiglio all’indomani del primo turno e primancora del vittorioso ballottaggio del sindaco Villa. A tentare di vestire i panni del pompiere contro facili e rischiose polemiche interne sarebbe stato il neo assessore alle politiche sociali del comune di Formia, Giovanni D’Angiò, che della mancata consigliera comunale Mastrobattista è cognato. Invece la 51enne candidata ha continuato a mostrare i muscoli anche nei lunghi giorni in cui il neo sindaco Villa stava definendo la composizione della Giunta e decidendo i tanti delegati presenti nella sua amministrazione. Secondo alcune indiscrezioni la Mastrobattista si sarebbe messa in lista d’attesa di beneficiare di una delega di primo o secondo livello e qualcuno le avrebbe sottolineato due aspetti: il sindaco era molto indispettito del suo comportamento definito “molto inopportuno” e la sua componente politica all’interno della lista “Formia città in comune” – grazie all’ottimo comportamento elettorale dell’ex Pd Giovanni Costa, secondo degli eletti alle spalle del neo presidente del consiglio comunale Pasquale Di Gabriele – era stata già gratificata con una prestigiosa rappresentanza in Giunta con la nomina del neo assessore-cognato Giovanni D’Angiò. Ma – si sa – chi troppo vuol, nulla stringe. Intanto la dottoressa Mastrobattista ha i giorni contati: deve produrre o meno ricorso al Tar entro il 26 luglio quando scadrà il termine, un mese, dalla convalida dei 24 neo consiglieri comunali di Formia da parte del dottor Gabriele Montefusco. Ma la polemica, come un incendio, è stata accesa all’interno della maggioranza Villa dove si sono create, alla luce di questa iniziativa della Mastrobattista, due fazioni: la prima che sostiene “senza se e senza ma” la permanenza in Giunta dell’assessore D’Angiò, la seconda che chiede verificare i comportamenti “un po’ di tutte le parti in causa”….Staremo a vedere.
Intanto sul piano politico venerdì mattina, a mezzogiorno, è stata indetta la prima conferenza dei capigruppo che sarà coordinata dal neo presidente del consiglio comunale Pasquale Di Gabriele. Sarà chiamata a comporre le nove commissioni consiliari che affiancheranno il lavoro del consiglio comunale appena varato. La prima commissione permanente avrà queste deleghe (Urbanistica, Traporti, mobilità e polizia municiale); la seconda (Lavori ed Opere pubbliche, decoro urbano, servizi cimiteriali): la terza Servizi sociali, povertà, disabilità, integrazione socio sanitaria ed immigrazione), la quarta ( Cultura, Storia di Formia, archeologia e tradizioni); la quinta (turismo, sviluppo economico, grandi eventi e turismo sportivo), la sesta (Formazione, integrazione, politiche giovanili, sportello Europa, digitalizzazione, sport, scuola e biblioteche); la settima (Bilancio, personale, Patrimonio e beni confiscati); l’ottava (Ambiente, Ciclo delle Acque, Sicurezza, sanità cittadina, waterfront e protezione civile) mentre la nona, la cui presidenza spetta secondo allo Statuto comunale ad un rappresentane delle minoranze, dovrà occuparsi di…trasparenza. Il compito che attende il presidente Di Gabriele di raggiungere una sintesi tra le varie opposizioni che…sono tante rispetto ai seggi da assegnare nelle singole commissioni. Se la conferenza dei capigruppo di venerdì dovesse definire un accordo soprattutto tra le minoranze, il varo delle commissioni dovrà soltanto essere ratificato con una presa d’atto dalla prossima seduta del consiglio comunale in programma prima dalla fine di luglio.
Saverio Forte
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