SPERLONGA – Sono pesanti come macigni le parole e dichiarazioni che il portavoce del comitato civico “Partecipazione Attiva” di Sperlonga, Nicola Reale, ha inviato, attraverso una email certificata, al neo prefetto di Latina Maria Rosa Trio per segnalare quella che l’ex capogruppo dell’opposizione definisce “la situazione di grave, diffusa e persistente illegalità che, da oltre un decennio, affligge il Comune”. Questa di Reale è una lettera bis inviata al Prefetto Trio, ha fatto seguito alla richiesta d’intervento formalizzata in una pec inviata il 24 novembre scorso, quattro giorni dopo che nell’intervento di insediamento il nuovo rappresentante dello Stato in provincia di Latina aveva detto che…“Questa Prefettura sarà un palazzo aperto: i cittadini potranno contattare l’ufficio Urp e scrivere al servizio dedicato ‘scrivi al prefetto’. Noi daremo sempre una risposta, risponderemo anche con un ‘no’, ma comunque daremo una risposta”.
Reale intravvide qualcosa di positivo in questo messaggio e cosa fece? Sottopose all’attenzione del neo Prefetto lo stesso documento che, presentato, senza ricevere risposta, al predecessore, Pierluigi Faloni, metteva in evidenza la “preoccupante situazione che vige al comune di Sperlonga”. E in discussione c’era la “qualità democratica della vita del paese che, contraddicendo in maniera plateale e non più tollerabile il principio costituzionale di buon andamento e di imparzialità dell’azione amministrativa, altera i valori fondativi dello Stato di diritto, della convivenza sociale e del principio di uguaglianza dei cittadini.” Reale a novembre aveva chiesto al nuovo inquilino del palazzo del governo di piazza della Libertà di “esercitare i propri poteri ispettivi, valutando l’opportunità di nominare una commissione d’indagine per una oggettiva verifica dell’effettiva sussistenza dei termini legali previsti per avviare la procedura di scioglimento del Consiglio comunale di Sperlonga.”
Nella nuova pec inviata al Prefetto da parte del portavoce del comitato civico “Partecipazione attiva” questa richiesta non figura ma le considerazioni di Reale sono analogamente preoccupanti: “Sono trascorsi otto mesi, durante i quali altre vicende giudiziarie e altre situazioni nebulose hanno riguardato l’Amministrazione comunale di Sperlonga, aggiungendosi alle molte da noi già esposte. Otto lunghi mesi nel corso dei quali, ancora una volta, a Sperlonga non è pervenuto il minimo segno della presenza dello Stato, se si esclude la meritoria azione che stanno svolgendo l’Autorità giudiziaria e la Procura di Latina. Ciò non può che creare sconcerto nei cittadini, ai quali resta solo l’amara consapevolezza che il Comune di Sperlonga è probabilmente l’unico comune italiano nel quale si è potuto assistere alla vicenda di un sindaco che, benché già condannato con sentenza definitiva per abuso edilizio e già due volte sospeso per gli effetti della legge Severino, benché sia stato sottoposto alla misura preventiva di otto mesi di reclusione con l’accusa di corruzione e turbativa d’asta, sia potuto tornare tranquillamente ad occupare la sua poltrona di sindaco, con il processo a suo carico ancora in corso. Queste vicende, unitamente al silenzio tombale di codesta Prefettura, finiscono per rappresentare un quadro devastante per la vita democratica perché alimentano l’idea che il rispetto delle leggi non sia un obbligo per i più forti e i più furbi, accrescono – conclude Reale – la sfiducia dei cittadini nei confronti dello Stato, determinano il loro allontanamento dalla partecipazione alla vita politica e sono benzina sul fuoco distruttivo e dilagante del qualunquismo”.
Ad incendiare contestualmente la polemica ci ha pensato Elvio Di Cesare, segretario dell’associazione regionale antimafia “Antonino Caponnetto” che ha postato sul profilo facebook del movimento civico “Partecipazione Attiva” una lettera inviata al Prefetto di Latina: “L’ex consigliere comunale di Sperlonga Nicola Reale ha pienamente ragione. Noi ne condividiamo l’analisi e sottoscriviamo parola per parola il suo scritto. Lo Stato c’é o non c’é???? Per noi non c’é!!!!!!! Nell’incontro avuto con lei, noi della “Caponnetto” le abbiamo illustrato bene qual è la situazione in provincia di Latina, una situazione tragica e particolare che vede – come ha sostenuto anche il Coordinatore della DDA di Roma Dr.Prestipino in un’intervista a ” Il Fatto Quotidiano” dal titolo “Mafia Capitale e la palude pontina, tra omertà e minacce indagare non si può”- lo Stato impotente ad intervenire. Lei ci rispose dicendoci …”di avere speranza ” e che eravamo troppo pessimisti. Sono passati mesi e noi abbiamo aspettato, finora fiduciosi, in ossequio a lei, come donna prima e come persona perbene dopo. Ma non vediamo alcun segno di cambiamento, anzi, al contrario, vediamo che la situazione continua a peggiorare, con la mafia, anzi le mafie, che spadroneggiano come e più di prima. Glielo avevamo anticipato che avremmo aspettato alcuni mesi e poi saremmo andati direttamente a Roma ai Ministeri dell’Interno ed a quelli della Difesa, delle Finanze e della Giustizia a porre il problema dell’assenza dello Stato in terra pontina. Non ci dica che l’operazione contro i Di Silvio ha rappresentato un segnale di cambiamento perché ci vedremmo costretti a risponderle male in quanto i Di Silvio spadroneggiano a Latina da almeno 30 anni e lo Stato ha tollerato tutto ciò intervenendo solo ora, con decine di anni di ritardo!!!!!!!!! Dipendesse da noi – aveva concluso nella lettera aperta Di Cesare – la Prefettura di Latina la chiuderemmo a tambur battente perché non serve a niente!”
Saverio Forte