FORMIA – I rapporti tra il nuovo corso al comune di Formia e Acqualatina sono sullo sfondo di una lettera aperta che uno storico rappresentante della destra sociale della città, l’ex consigliere comunale di “Alternativa per Formia” Franco Melisurgo ha inviato al neo sindaco Paola Villa. Sino a qualche anno fa uno dei più autorevoli ed illuminati esponenti del foro pontino, l’avvocato Franco Melisurgo, ha deciso di trasferire la sua residenza da Formia a Ponza e, masticando ancora di politica, scrive al primo cittadino formiano che “all’inizio della campagna elettorale ebbi a prevedere che il suo esito sarebbe stato determinato dalla presa di posizione dei candidati sul problema della crisi idrica verificatasi la scorsa stagione estiva, durante la quale Lei assunse posizioni critiche nei confronti dell’ente gestore Acqualatina: ritengo che l’elettorato abbia dato sostanziale conferma alla mia modesta previsione”.
Non è un caso, che la prima conferenza stampa del sindaco ha riguardato Acqualatina, tra i primi atti si èstenuta sul rinnovo del consiglio di amministrazione di Acqualatina, ha nominato un delegato ai rapporti con Acqualatina nella persona dell’ingegner Orlando Giovannone e ha emesso come gli altri sindaci del comprensorio una ordinanza per limitare l’uso improprio dell’acqua destinata a finalità domestiche. Il neo sindaco di Formia è stata accusata – per l’avvocato Melisurgo “ferocemente e strumentalmente” – di essere troppo tenera nei confronti di Acqualatina: “In realtà mi sembra che il tutto sia legato da un coerente filologico, rappresentato dalla primaria necessità di riportare i rapporti almeno in un ordine formale, anche se mi lascia perplessa l’ecumenica ordinanza limitativa dei famigerati usi impropri.
C’è la necessità di riportare il rapporto in un rigoroso ordine formale per da consentire la verifica agevole dell’adempimento degli obblighi contrattuali da parte dell’ente gestore e la valutazione di eventuali inadempienze nell’ambito della vigente normativa civilistica, anche nell’ottica di azioni per la risoluzione del contratto per inadempimento e per il risarcimento dei danni subiti. Ma, la richiamata normativa, non si limita a prevedere il reciproco adempimento degli obblighi contrattuali, in quanto, espressamente prescrive che il contratto deve essere eseguito secondo buona fede (articolo 1375 Codice civile)”. Ma Acqualatina opera in buona fede? Su questo “lancinante” interrogativo l’avvocato Melisurgo espone la sua personale vicenda, “che riguarda la mia utenza ponzese, ma che riferendosi allo stesso ente, credo che possa essere generalizzata. Lo scorso anno, verificando le bollette di Acqualatina, recentemente subentrata nel rapporto di fornitura idrica, ho constatato che mi era stata applicata la tariffa non residente, malgrado nel rapporto con il precedente ente risultassi già residente: rimostranze via pec, rettifica della tariffa e mero riconoscimento del credito vantato, da scontare sui successivi consumi. Da allora, pertanto, ho l’orgoglio di poter essere annoverato tra i finanziatori di Acqualatina. A metà del mese di giugno, a distanza di tre giorni l’una dall’altra ho ricevuto due bollette di Acqualatina, la prima di pochi spiccioli e la seconda di rilevante importo: visiono le causali e mi trovo un consumo presunto di 92 metri cubi, a fronte di consumi precedenti mediamente ammontanti a circa tre metri cubi per bolletta. A questo punto che si fa? Vado a controllare il contatore nel cortile di mia proprietà ove è posizionato e con sommo stupore constato la sua sostituzione, avvenuta a mia insaputa – evidentemente mentre mi trovavo a Formia-, senza mia autorizzazione e con violazione della mia proprietà privata (il mio consenso a far accedere i letturisti non può ritenersi esteso a chiunque e meno che mai a chi compie una manomissione dei miei beni).
L’aspetto forse più assurdo della vicenda è l’addebito presunto di 92 metri cubi, tutti riferiti al nuovo contatore e al periodo di circa tre mesi decorsi dalla sostituzione, a fronte di un consumo reale di circa tre metri cubi, da me verificato e coerente ai consumi della mia utenza. Inutile dire che sto facendo valere i miei sacrosanti diritti nei confronti di Acqualatina.
Io ho la ventura di essere un avvocato, ancorchè in pensione: ma se fossi stato un onesto lavoratore non a conoscenza dei propri diritti, se fossi stato uno dei centenari di cui abbonda la popolazione locale, se non fossi stato comunque in grado di difendermi? E, soprattutto, ritornando al tema che mi sono permesso di proporre, può essere ritenuta in buona fede Acqualatina, così disinvolta nel rapporto con gli utenti, quanto ansiosa di realizzare costosi impianti di dissalazione anche in località ricche di fonti come Formia? Si tratta di un interrogativo che dovrebbe sempre ritornare alla mente quando si valuta il proprio interlocutore in un complesso rapporto contrattuale.”
Saverio Forte
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