FORMIA – Se non è un mezzo passo indietro, poco ci manca. La politica formiana non vuole andare proprio in vacanza e l’ultimo motivo di scontro è stata la lettera del neo assessore ai Lavori Pubblici, Manutenzione ed ambiente del comune, Pasquale Forte, con cui fissava alcuni paletti orari per l’accesso nella ripartizione dei consiglieri comunali democraticamente eletti, autorizzati a farlo in due giorni riservati al pubblico e in un terzo in via del tutto eccezionale o costretti a chiedere un appuntamento al neo assessore contattando il dirigente (Domenico Di Russo, al momento responsabile, oltre che dell’avvocatura, anche dell’urbanistica) per sottoporre la questione da risolvere.
Il capogruppo del partito Democratico Claudio Marciano e l’ex candidato a sindaco del centro Pasquale Cardillo hanno voluto rinnovare le loro critiche dopo che l’assessore Forte con la sua “goffa comunicazione” ha dovuto ammettere che l’articolo 43 del decreto legislativo 267/2000 (il testo unico degli enti locali) disciplinando l’accesso agli atti da parte dei consiglieri comunali non gli nega assolutamente l’accesso agli uffici. Ma Marciano e Cardillo Cupo hanno rincarato le loro dosi di riserve al neo delegato ai Lavori pubblico specificando come non spetti a Forte disciplinare l’accesso dei consiglieri comunali agli uffici, né tantomeno rilasciare permessi, autorizzazioni o valutare urgenze. Insomma se c’è qualcuno a cui spetta regolare il lavoro degli uffici, quello è il Dirigente (quello effettivo al momento non c’è). Se c’è un organo che può determinare limiti e condizioni per l’esercizio dell’attività amministrativa degli eletti, è soltanto il Consiglio Comunale. Stop.
Forte, probabilmente alle prese ancora la fase sperimentale del suo mandato amministrativo, scrive chiaramente che è stata mal interpretata laparte della sua disposizione in cui avrebbe (forse) avrebbe voluto lanciare un altro invito alla collaborazione e, cioè, che il settore Lavori Pubblici del Comune di Formia, infatti, “ha note e croniche carenze di organico e considerato che nel periodo estivo, il personale del settore ha diritto alla fruizione di ferie, in un’ottica di “mera collaborazione” si chiede – con un atto che per ovvie ragioni non è impositivo – ai consiglieri comunali di limitare il loro accesso “fisico” agli uffici almeno fino al termine del periodo estivo, fermo restando la piena facoltà dei consiglieri comunali di accedere, anche con strumenti informatici, agli uffici comunali del Settore per richiedere gli atti di loro interesse, così come è in loro facoltà”. Tradotto, la strategica ripartizione del comune ha gli uomini contati, i 25 consiglieri comunali (tra questi c’è anche lo stakanovista fratello maggiore dell’assessore Forte, Gerardo, anche lui aveva ricevuto la lettera di deregulation) si facciano vivi tra qualche settimane, a settembre.
L’assessore Lino Forte è apparso meno cattivo di quanto era sembrato a talune forze politiche dell’opposizione precisando che gli orari di ricevimento “indicati nella nota a mia firma sono quelli vigenti da tempo e non sono stati modificati, circostanza ben nota agli utenti degli uffici del Settore.”. Una punzecchiatura, velata, l’assessore Forte l’ha voluta lanciare nei confronti della stampa, accusata (a quanto pare) di aver offerto un ampio risalto e di aver enfatizzato la sua lettera di autoregolamentazione per concerne l’accesso alla sua ripartizione. Lo fa rimarcare in una nota domenicale dell’ufficio stampa del comune di Comune: “Prendo atto, nel contempo, che la stessa attenzione non è stata rivolta a quanto già svolto e in corso d’opera nel Settore Lavori Pubblici del Comune di Formia.” Cosa è “già stato svolto o è in corso d’opera” nessuno, o almeno, ne è conoscenza. Il sindaco di Formia Paola Villa ha voluto difendere la presa di posizione del suo delegato perché “è indirizzata a mettere ordine in un settore“ dove l’anarchia e i personalismi (tra alcuni rappresentanti dell’apparato burocratico, esponenti più scaltri degli ordini professionali e della stessa politica, quella abituata a favorire precise clientele per ottenere un ritorno di natura elettorale) l’hanno sempre fatta da padrone.
E lo conferma anche il capogruppo dei Dem Marciano: “Anche a me non piace l’arbitrarietà con cui alcuni colleghi frequentano gli uffici, in specie dei lavori pubblici e dell’urbanistica. Non mi piace per nulla quel clima di bonario cameratismo che presuppone, anche nella piena legalità, che un funzionario pubblico sia a disposizione di un politico a suo uso e consumo. Non mi piace sentire, da alcuni funzionari, che si sono sentiti “pressati” per mandare avanti un certo procedimento. Non mi piace per nulla che chi ha da fare un permesso, un’autorizzazione o altro senta il bisogno di venire in Municipio ‘accompagnato’”. Da qui la richiesta, intelligente, di Marciano di portare l’argomento in consiglio, attraverso una revisione del regolamento sul funzionamento degli uffici e del Consiglio Comunale stesso”. E le ragioni che motivano questa istanza sono davvero tante e molteplici.
Saverio Forte