VENTOTENE – I dissalatori non funzionano come dovrebbero a Ventotene nel “cuore” della stagione turistica e Acqualatina che fa? Chiede al comune isolano 200mila euro quale risarcimento danni per la tardiva installazione dell’impianto nella zona del porto nuovo. L’Otuc, l’organismo di tutela degli utenti e dei consumatori dell’Ato 4, era caduto dalle nuvole quando aveva appreso di questa volontà risarcitoria da parte dell’ente gestore che, a fronte di un contratto stipulato nel 2015, installò i dissalatori poco meno di un anno dopo un astioso braccio di ferro con il neo sindaco di Ventotene Gerardo Santomauro. L’attivo segretario Massimo Cusumano ha chiesto di essere informato sulle spese realmente sostenute dal servizio idrico ma “al momento tutto tace, solo notizie sussurrate” con il timore che “Acqualatina a norma di legge vorrà scaricare sul conteggio delle tariffe tutti i costi extra sostenuti o che saranno da sostenere. Si tratta di un’alternativa quanto meno inopportuna se non illegittima visto come sono andate le cose. La nostra posizione – aggiunge Cusumano – è stata resa nota sin dalla scorsa estate, non ci si può accusare di non aver sottolineato le conseguenze di quanto avveniva.”
Si stanno mobilitando anche i legali promotori della Class Action contro l’ente gestore relativamente ai non ottimali risultati offerti dalla dissalazione. Due di loro, Patrizia Menanno e Massimo Clemente, saranno giovedì mattina, alle 11, presso la sala polivalente a Ventotene per illustrare come aderire alle azioni collettive a favore di privati e aziende per offrire loro quelle che vengono definite “opportunità di rivalsa, sia morale che economica, nei confronti del gestore idrico a causa del disservizio reso. Il commento degli avvocati Menanno e Clemente è caustico: “Sembra incredibile. Acqualatina chiede i danni al Comune di Ventotene per il ritardo nella installazione del dissalatore! Quali danni avrebbe subito il gestore dalla legittima attività dell’ente che si è opposto al dissalatore sempre legalmente e nell’ambito delle attività amministrative che gli sono consentite? L’arroganza e la protervia del gestore sono i suoi tratti distintivi, senza un minimo di ‘mea culpa’, senza un minimo di considerazione per i danni che ha invece causato – e continua a causare- all’intera popolazione residente e ai turisti che da novembre, dall’atto quindi della messa in funzione del maledetto dissalatore, non hanno più avuto acqua potabile nè acqua per usi umani. Si preannuncia una battaglia legale che poteva essere senz’altro evitata se la gestione della S.p.A. fosse stata rispondente alla diligenza media del buon padre di famiglia! Quanto costano agli utenti le cause temerarie che Acqualatina intenta? – si interrogano gli avvocati Menanno e Clemente – Gli organi di vigilanza su cosa vigilano?
Qualcuno del collegio dei revisori, oltre a ratificare sic et simpliciter l’operato della società, ha intenzione di andare un po’ più a fondo? Qualcuno dei soci pubblici ha intenzione di chiedere al tribunale una ispezione amministrativa della società che ormai auspichiamo da oltre un anno? La segreteria tecnica operativa, che dice di essere dalla parte degli utenti ed ha il compito di vigilare sulla gestione e effettuare i controlli standard del servizio, che provvedimenti ha adottato o intende adottare? Non sarebbe stato necessario oltre che utile operare un cambio di guardia nel management fallimentare della società?
Saverio Forte