MINTURNO – C’è un indagato a piede libero, con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, per la morte di Domenico Pappa, il vicebrigadiere di 51 anni dei Carabinieri colpito da un infarto sul lungomare di Scauri dopo essere stato dimesso meno di due ore prima dal punto di primo intervento dell’ospedale di Minturno in seguito ad un leggero malore che l’aveva colpito nel tardo pomeriggio di sabato. Si tratta di un medico di 35 anni di Roma in servizio presso il pronto soccorso del nosocomio di via degli Eroi da meno di una settimana.
Il professionista, ancora scosso per quanto avvenuto, ha voluto nominare un medico legale di fiducia che ha partecipato all’autopsia, che, durata più previsto, si è svolta presso l’obitorio dell’ospedale “Santa Scolastica” di Cassino. A disporre l’esame è stato il magistrato titolare delle indagini, il sostituto procuratore Beatrice Siravo, e ad eseguirlo è stata per conto della Procura la dottoressa Tatiana Mangiulli. Top secret la causa o le concause dell’improvviso del vicebrigadiere originario di Santi Cosma e Damiano ma residente da anni a Marina di Minturno: saranno gli esami istologici e di laboratorio, in programma nei prossimi 90 giorni, a accertare cosa ha provocato il decesso del militare conosciuto, oltre per la sua umanità e spirito di sacrificio, per la sua grande passione per lo sport e per la bicicletta in particolare.
Ma è strettamente legato il decesso dell’uomo al malore avvertito due ore prima? Per l’Asl di Latina, dopo la richiesta di chiarimenti dell’assessorato alla sanità della Regione Lazio, non c’è alcun nesso tra i due eventi. Lo si evince da una prima relazione che il dirigente del Pronto soccorso dell’ospedale “Dono Svizzero” (sotto la cui giurisduzione ricade il Ppi di Minturno), Carlo Catenaccio, ha inviato al direttore sanitario aziendale Giuseppe Visconti. Vi è stato allegato il verbale di pronto soccorso che sintetizza quanto avvenuto all’ospedale di Minturno: il vicebrigadiere, accompagnato dalla moglie, aveva dichiarato poco dopo le 19 di sabato di non stare bene e di essere stato colpito da un’astenia, una forma molto acuta di stanchezza. La pressione arteriosa era un po’ alta rispetto alla norma ed il medico di turno disponeva lo svolgimento, due volte, dell’elettrocardiogramma, i cui esiti erano sempre negativi. Il vice brigadiere Pappa sarebbe stato invitato a questo punto a rimanere in pronto soccorso per monitorare la pressione quando – ed è la versione dell’Asl – assumeva sotto controllo medico un diuretico e decideva di firmare per andare via “alla presenza della moglie e del personale infermieristico presente”.
La famiglia del carabiniere scomparso è convinta, invece, che andavano effettuati accertamenti diagnostici più approfonditi come la troponina, l’esame degli enzimi del sangue che probabilmente avrebbe anticipato l’infarto del miocardio.
Intanto in un clima di profondissimo cordoglio si svolgeranno mercoledì, alle ore 10.30, a San Cosma e Damiano, presso l’omonimo Santuario, a cura dell’agenzia funebre “Giuseppe Cifonelli” di Marina di Minturno i funerali del vice-brigadiere Pappa: vi prenderà parte una delegazione dei comandi delle Legione Lazio, del comando provinciale e della Compagnia di Formia dei Carabinieri.
Saverio Forte
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