PONZA – Il dato è carente per difetto ma le presenze a Ponza, al termine della stagione turistica tuttora in corso, subiranno un calo del 20%. Parola del sindaco Franco Ferraiuolo. Il bilancio che traccia il primo cittadino della principale isola pontina è double face: pessimo – a suo dire – nei mesi di giugno e luglio, quando le presenze hanno subito un autentico tracollo rispetto allo stesso periodo del 2017, ottimale dal 10 agosto quando il già previsto “tutto esaurito” ferragostano ha fatto recuperare parzialmente il sorriso a tanti imprenditori dei settori turistico-ricettivo, l’espressione della prima e unica voce del “pil” dell’economica ponzese. Il sindaco Ferraiuolo attribuisce le responsabilità sul calo delle presenze a Ponza nella prima parte della stagione estiva ai capricci del maltempo, un deterrente perché molti turisti, soprattutto italiani, decidessero di trascorrere altrove i loro periodi di vacanza.
Ferraiuolo ammette che l’amministrazione comunale che guida non ha saputo ancora risolvere un antico dilemma: “Turismo familiare o turismo nautico?” Per il sindaco di Ponza la sfida che il comune, ma anche tanti altri segmenti importanti dell’economica isolana, ha accettato e “vuole vincere è quella di stare al passo con i tempi. Conferma che sul turismo nautico, si è costruita un’economia, che direttamente e indirettamente coinvolge l’intera comunità. Lo conferma il crollo delle entrate turistiche nelle stagioni 2008 e 2009, in concomitanza del sequestro dei pontili e del blocco del noleggio barche. Alcune stime ipotizzarono un mancato incasso di circa 10 milioni di euro per Ponza. E’ impossibile oltre che poco conveniente – ammette Ferraiuolo – eliminare le attività nautiche nel porto per cui la sfida da vincere di far convivere la nautica con le famiglie. Intanto, nonostante questo nodo – forse volutamente – non sia stato ancora sciolto, a ringalluzzire il turismo ponzese ci hanno pensato, anche quest’anno, gli ospiti russi, inglesi, scandinavi e gli stessi italiani che, nonostante tutto, hanno scelto l’isola lunata per il suo mare cristallino , per le sue inconfondibili bellezze naturali ma anche per la sua cucina di estrazione borbonica.
Non a caso hanno preso d’assalto sul piazzale di Giancos l’appuntamento di “Ponza in tavola”, l’evento, giunto alla quarta edizione e organizzato dall’associazione “Cala Felci”, è stato dedicato alle tradizioni isolane legate alla cultura del cibo e delle materie prime alimentari caratteristiche dei primi colonizzatori borbonici della metà del ‘700. Con l’occasione sono state recuperate le ricette delle antiche specialità culinarie dell’isola e sono stati allestiti speciali stand che hanno ricordato da vicino le “bancarelle” con cui le massaie, i ristoranti, le trattorie locali, i produttori di vino e di altri prodotti tipici, tutti rigorosamente in costume d’epoca, hanno proposto le specialtà enogastronomiche di Ponza. E per ricreare al meglio possibile l’ambientazione dell’epoca, per acquistare i vari prodotti, è stata utilizzata una riproduzione cartacea del Tornese, moneta in uso tre secolo e figuranti in costume hanno contribuito a ricreare l’atmosfera dei primi coloni.
In tema con lo spirito dei primi coloni dell’isola, si è svolta anche la cerimonia di consegna del “Ponziano benemerito” con cui sono stati premiati quei ponzesi e ventotenesi, che – amando profondamente queste isole e la loro gente – hanno contribuito a dare lustro e a migliorare la qualità della vita degli isolani. Intanto monta la protesta per il mare di Ponza definito “un immondezzaio. E molti ricorrono all’ironia: “Ovviamente la colpa non è delle barche e dei loro occupanti, gente per bene e di innata educazione, ma della bieca corrente. E’ uno spettacolo ricorrente vedere i tender approdare nelle cale del Frontone per consentire ai cani di defecare in una natura – quasi – incontaminata. Il colmo venerdì mattina con un mix di amara sorpresa: vedere Cala del Frontone trasformata in discarica…”
Saverio Forte