LATINA – Si inaspriscono i rapporti tra Acqualatina e i componenti del comitato che aveva proposto una Class Action per la restituzione delle “partite pregresse” relativamente ai canoni idrici , della depurazione e della fognatura indebitamente introitati dal 2016 in poi. L’ente gestore ha confermato di aver proposto ricorso davanti la Corte d’Appello di Roma contro l’ormai storica ordinanza della decima sezione del Tribunale civile di Roma che il 3 luglio scorso aveva dichiarato ammissibile parte della Class Action e, dunque, la possibile di restituire le “partite pregresse” inserite in fattura. La fissazione del dibattimento deve essere ancora formalizzata ma l’agguerrito “pool” di Acqualatina promette battaglia affermando che “ad oggi, sino all’esito del reclamo, l’ordinanza del Tribunale civile di Roma non può ritenersi in alcun modo definitiva e potrebbe essere annullata o riformata.” Ma ad inasprire gli animi ci ha pensato sempre Acqualatina che ha inviato una diffida all’ordine degli avvocati di Latina, Cassino e Roma presso i quali sono iscritti i legali componenti del comitato promotore della Class Action.
Sono accusati, in sintesi, di diffondere notizie false e fuorvianti sulla stessa Class Action e, nello specifico, di percepire un canone di 16 euro per ogni adesione formalizzata – quando dovrebbe essere gratuita, secondo l’ente gestore – e su altre due questioni tutt’altro secondarie: aderire all’iniziativa non significa essere legittimato al rimborso – la sentenza di merito è prevista nel giugno 2019 – e l’utente che decidesse di non formalizzare entro il prossimo febbraio la propria richiesta verrebbe escluso da qualsiasi aspettativa risarcitoria. Si è innescata, dunque, una guerra psicologica e di comunicazione e i legali della Class Action non intendono arretrare di un millimetro la loro posizione: “Vogliono intimidirci. Ora come non mai – si legge in una nota di risposta del comitato – la nostra azione continuerà imperterrita ed incessante. Ora abbiamo appreso che il gestore avrebbe proposto reclamo avverso l’ordinanza resa dal tribunale di Roma. Ad oggi non ci è pervenuta alcuna notifica ai sottoscritti procuratori, non possiamo non rilevare la scorrettezza di tale comportamento e di altri posti in essere negli ultimi giorni (la diffida agli ordini forensi di Latina, Cassino e Roma?) volti a scoraggiare le adesioni e per i quali ci riserviamo di agire nelle sedi più opportune. La legittima iniziativa dell’ente gestore, anche se contraddice le affermazioni trionfalistiche fatte dallo stesso nelle quali si sminuiva la portata della decisione del tribunale, non ci turba affatto anzi sarà una ulteriore verifica della bontà delle argomentazioni già rese dalla decima sezione del Tribunale di Roma. Ovviamente, nelle more della definizione del reclamo, la nostra attività di informazione e raccolta adesioni continuerà imperterrita ed incessante, atteso che il reclamo non sospende affatto l’ordinanza e atteso altresì che non intendiamo congelare la raccolta perdendo settimane preziose”.
I legali promotori della Class Action invitano “i nostri partners a proseguire ed anzi ad intensificare le iniziative per informare tutti gli utenti di Acqualatina della possibilità di aderire alla Class Action per chiedere il rimborso delle partite pregresse versate, in ossequio a quanto disposto dal Tribunale con la nota ordinanza! E’ evidente, a questo punto, che la massiccia mobilitazione per la raccolta di adesioni turba profondamente Acqualatina per le conseguenze derivanti da un poderoso rimborso delle partite pregresse che – ove tutti gli aventi diritto aderissero – ammonterebbe almeno a 40 milioni di euro!”. Ma Acqualatina la pensa diversamente ed il ricorso alle carte bollate è già iniziato!
Saverio Forte