FORMIA – Omicidio colposo in concorso. E’ l’ipotesi di reato per la quale la Procura della Repubblica di Salerno sta indagando sul decesso di Maria De Santis, la docente di lettere di 61 anni di Formia che da anni prestava servizio presso il Liceo scientifico “Leon Battista Alberti” di Marina di Minturno. Accertamenti sono in corso per definire la causa e le responsabilità della dolorosa “via crucis” di cui è stata vittima la docente formiana presso l’ospedale “San Francesco D’Assisi” di Oliveto Citra, in provincia di Salerno, dove è deceduta per una forma acuta di legionella da polmonite.
A chiedere e ad ottenere l’apertura di un’indagine per la morte della 61enne sono stati gli avvocati Mattia e Clara Aprea che hanno sottoscritto una denuncia querela per conto delle due sorelle della vittima per quello che appare essere un caso di malasanità. La professoressa, vedova da alcuni anni, si è sentita male nell’abitazione ereditata dai suoi genitori, a Castelnuovo di Conza, sempre in provincia di Salerno, dove stava trascorrendo gli ultimi scampoli di vacanza. Febbre, spossatezza e tosse: furono questi i sintomi per i quali si presentò alla guardia medica di Colliano ma i medici – e lo denunciano apertamente gli avvocati Aprea – fecero di tutto perché tornasse a casa.
Il suo quadro clinico peggiorò e i familiari si recarono d’urgenza all’ospedale di Oliveto Citra ma ricevettero, in due distinti fasi, un trattamento fugace: basterà l’assunzione – le dissero – di un antiobiotico per fronteggiare la bronchite. Una Tac, disposta dopo una setti-mana dal primo ricovero, accertò, invece, che la donna era affetta dalla legionella che le avrebbe divorato i suoi polmoni. La Procura di Salerno, intanto, ha iscritto sul registro degli indagati il primario e due medici che ebbero in cura la donna. Sono accusati di non aver esperito in tempo i necessari accertamenti diagnostici per evitare un decesso evitabile sul piano medico-scientifico.
Le indagini dei Carabinieri proseguono e sono finalizzate a circoscrivere la fonte del contagio della vittima. Sotto la lente d’ingrandimento sono finiti tre stabilimenti del complesso termale di Contursi terme che la professoressa aveva frequentato per alcuni giorni prima di quella febbre che ha spezzato la sua esistenza.
Saverio Forte
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