SPERLONGA – Non bastavano gli accertamenti investigativi tuttora in corso per quanto riguarda il nuovo filone dell’inchiesta “Tiberio” che i Carabinieri della Stazione di Sperlonga si stanno occupando del contenuto di una frase minatoria, “Cusani boia i bambini non si toccano” comparsa nella notte tra venerdì e sabato su un muro nella parte terminale di via Romita II, nella parte residenziale di Sperlonga. La frase scaturisce dal clima pesante che si respira nella nota località turistica all’indomani degli arresti di Pietro e Francesco Ruggieri, gli imprenditori di Itri e Formia – padre e figlio di 70 e 38 anni, arrestati con l’accusa di aver tentato corrompere l’ex dirigente del settore tecnico del Comune di Sperlonga e dell’ufficio scuola dell’amministrazione provinciale di Latina Isidoro Masi pur di vincere con un significativo ribasso d’asta gli appalti per l’ampliamento, la messa a norma e l’adeguamento della scuola “Alfredo Aspri” di Sperlonga e per la costruzione di una tensostruttura in località Calegna a Gaeta.
La principale accusa che la Procura rivolge ai due imprenditori arrestati è di aver presentato, pur di vincere l’appalto di 900 mila euro, un maxi ribasso d’asta e di realizzare il nuovo plesso scolastico di Sperlonga senza le fondamenta e con materiali inidonei e scadenti. Da qui la probabile reazione di qualche genitore degli alunni che un giorno avrebbero dovuto frequentare a scuola “Aspri”, una struttura mai realizzata e, nel frattempo, sequestrata in via precauzionale dai Carabinieri su ordine della Procura di Latina. Intanto la prossima sarà una settimana importante per gli sviluppi del primo step processuale dell’intera vicenda. Soprattutto all’indomani degli interrogatori di garanzia davanti il Gip Cario. Pietro Ruggieri, l’amministratore di diritto della “DR costruzioni” di Formia, difeso dall’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, si era vvalso della facoltà di non rispondere pur presentando l’articolato collaudo rilasciato nel dicembre scorso dal tecnico incaricato dal comune di Sperlonga, l’ingegner Alfonso Gurreri, sull’apertura della scuola “Aspri” e, soprattutto, un’ampia documentazione fotografica che ripercorre le varie fasi dei lavori del plesso di piazza Laura.
Il figlio Francesco, difeso dall’avvocato Masimo Signore, aveva preso le distanze dal padre.Aveva messo a verbale di essere amministratore di diritto di un’altra società di famiglia, la “2R”, e di non conoscere l’iter degli appalti e delle rispettive opere che si aggiudicava la società del padre nei confronti del quale “non aveva alcun potere decisionale”. Il Gip ora dovrà decidere se modificare, attenuandole, le sue due misure cautelare, provvedimento che assumerà dopo il parere che emetterà il sostituto procuratore Valerio De Luca. Sul piano politico e anche culturale ci si interroga sulla scritta “Cusani boia i bambini non si toccano” lasciata alle spalle del centro anziani di Sperlonga. Si tratta, in effetti, del primo e durissimo atto d’accusa che la comunità rivolge nei confronti del suo ipervotato sindaco? Qualcosa sta cambiando nell’opinione pubblica.
L’ex candidato a sindaco ed ex capogruppo consiliare dell’opposizione Nicola Reale si mostra cauto con una dichiarazione pubblicata sul suo profilo facebook: “La paura dei cittadini è la forza del potere. Così, in estrema sintesi, potremmo riassumere la storia, passata e recente, di Sperlonga. Da questo dato è impossibile prescindere, perché connota la storia e il carattere degli sperlongani. E’ un meccanismo che i biologi definiscono di “bio feedbak” e che potremmo tradurre con il modo di dire popolare “il cane che si morde la coda”: la storia ha determinato il carattere degli sperlongani e il carattere degli sperlongani ha determinato la loro storia. Ed è ancora così, non se ne esce.
Tempo fa, in un difficile incontro con giovani di Sperlonga osai dire che il “cusanesino” aveva già forgiato il loro carattere, il loro modo di pensare, anche se non se ne rendevano conto. Fui guardato male e apostrofato con insolenza. Resta il fatto che oggi, di più pesante del silenzio di chi governa il paese o delle parole sconnesse di chi tenta di difendere l’indifendibile, c’è solo il silenzio dei giovani di Sperlonga, che non riescono ad aggregarsi nemmeno attorno ad una minoranza consiliare che, in questi giorni, sta mostrando – osserva Reale – un profilo alto.
Ma la stessa minoranza consiliare non riesce a fare il passo decisivo: quello di indire una manifestazione di protesta. E non lo fa perché sa di rischiare un flop, nonostante i suoi mille voti elettorali. Tutto questo porta a dover rivolgere appelli e sollecitazioni non agli sperlongani ma alle Istituzioni dello Stato che avrebbero il dovere di intervenire. In primo luogo il Prefetto di Latina, nei confronti del quale potrebbe addirittura prefigurarsi il reato di omissioni in atti di ufficio. La vicenda di Tiberio 2 lascia immaginare che potrebbe anche esserci un Tiberio 3, 4, 5 … – E questo significa che nei cassetti del Comune di Sperlonga ci sono chissà quali e quanti documenti scottanti su vicende e reati che coinvolgono l’amministrazione comunale.
E vi è un sindaco già arrestato e sotto processo, comunque si chiami, coinvolto direttamente o indirettamente in tali vicende, che lo Stato ha rimesso al suo posto di capo dell’amministrazione e che quindi si trova teoricamente nella condizione ideale per inquinare o nascondere eventuali prove. Questa è una situazione gravissima e inaccettabile. Ma, se il popolo non è obbligato ad avere coraggio, un Prefetto è obbligato ad intervenire”.
Saverio Forte