VENTOTENE – È proprio vero che Ventotene può essere considerata a ragion veduta la “Porta d’Europa, isola della Pace”, secondo lo slogan coniato dalla comunità dopo un programma partecipativo che ha portato a ridefinire la prospettiva strategica di sviluppo dell’isola. Lo dimostra l’impegno assunto dall’amministrazione comunale per lo sviluppo delle iniziative che portano sulla seconda isola pontina occasioni di discussione su come adeguare la struttura dell’Europa in senso federalista. Non si era ancora spenta l’eco dell’annuale settimana federalista che Ventotene ha ospitato la manifestazione “Animus Loci” che la delegazione italiana della Commissione Europea promuove in alcune città italiane significative dal punto di vista della costruzione dell’Europa.
La manifestazione, organizzata sabato scorso in piazza Castello, ha avuto l’obiettivo di intavolare un dialogo con la comunità locale sulle caratteristiche dell’Unione Europea per aumentare l’informazione su cosa sia esattamente l’Europa e rilevare quali sono le criticità che i cittadini avvertono e che vorrebbero veder superate. Il giorno dopo il sindaco Gerardo Santomauro ha invitato tutte le organizzazioni impegnate sul tema europeista e lavorano per migliorare la struttura e il funzionamento dell’Unione per cercare di definire una pianificazione più efficace e integrata delle iniziative che esse contano di organizzare sullisola da ora a dicembre del 2019.
“Ciò serve anche per adeguare la struttura comunale e la cultura della comunità allo sviluppo delle iniziative che si alternano sull’isola – ha detto Santomauro – La nostra capacità di accoglienza cresce, le nostre infrastrutture (biblioteca, Musei, archivio storico) vanno arricchendosi e strutturandosi, ma risulta fondamentale stabilire sinergie e condividere finalità comuni e scadenze significative. Il voto alle europee di maggio prossimo suggerisce un’accelerazione di alcuni programmi formativi per aumentare la consapevolezza dei cittadini circa le decisioni di voto da assumere”.
Ventotene si pone al servizio di questa necessità diffusa di chiarezza, di conoscenza, di consapevolezza. Il confino e la storia della scrittura del Manifesto di Altiero Spinelli e Enrico Rossi costituiscono elementi essenziali per ragionare con oggettività su cosa fare ancora per rendere l’Europa una federazione e allontanare i pericoli che diventi una confederazione.
Saverio Forte