VENTOTENE – Non bastavano i richiami del Prefetto di Latina Maria Rosa Trio. Il futuro della consiliatura al comune di Ventotene dipenderà molto dal pronunciamento, il prossimo 25 ottobre, del Tar del Lazio sul ricorso dell’ex vice sindaco e attuale consigliere comunale d’opposizione Modesto Sportiello che ha chiesto l’annullamento di una delibera, quella approvata in consiglio comunale il 12 agosto scorso dalla sola maggioranza che, ratificando un’analoga delibera di Giunta, la numero 77 del 10 luglio (da settimane sotto la lente di ingrandimento della Brigata di Ventotene della Guardia di Finanza), licenziava con i soli voti della maggioranza consiliare la salvaguardia degli equilibri di bilancio. Questo provvedimento è di fondamentale importanza, come tutti gli atti di natura contabile, per il prosieguo di qualsiasi amministrazione locale ed il comune di Ventotene non può sfuggire a questa disposizione normativa.
Il ricorso del consigliere Sportiello – uno dei rappresentanti di punta della coalizione che ha permesso al notaio Gerardo Santomauro di diventare il ne sindaco di Ventotene – se dovesse essere accolto, dopo due velenose lettere del capogruppo di “Ventotene vive”, Raffaele Sanzo, potrebbe essere determinante per il futuro della consiliatura del comune della seconda isola pontina. E i problemi di natura procedurale iniziarono all’indomani dell’approvazione, il 10 luglio, della delibera di Giunta sulla salvaguardia degli equilibri. Le opposizioni non riuscirono ad ottenere la copia originale dell’atto deliberativo ma solo una bozza e lamentarono la sua mancata pubblicazione sul sito del comune “come invece prevede la norma per la sua efficacia”. Ma i problemi, veri, iniziarono da questo momento. L’approvazione della delibera da parte del consiglio doveva avvenire per legge entro il 31 luglio (giorno in cui venne inizialmente convocato) ma subì un rinvio grazie ad una proroga di venti giorni rilasciata dello stesso Prefetto di Latina per l’indisponibilità fisica del segretario generale del comune isolano.
E il ricorso dell’ex potente vice-sindaco di Ventotene aggiunge quanto già rimarcato dal capogruppo dell’opposizione Sanzo: “Il fascicolo a disposizione dei consiglieri comunali presentava solo la proposta di deliberazione non la copia integrale della stessa, peraltro mai fornita al consiglieri di minoranza nonostante le reiterate richieste del consigliere Andrea Biondo il 2 agosto”.
Il consiglio comunale di Ventotene potrebbe ora subire dal Tar del Lazio l’indiretta dichiarazione di decadenza per quanto avvenuto nel corso della seduta del 12 agosto quando la delibera di approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio fu avallata da soli quattro consiglieri presenti, oltre il sindaco Santomauro. In effetti è stato applicato il nuovo e più accomodante regolamento sul funzionamento del consiglio comunale dell’isola che, approvato nella seduta del 3 luglio, violerebbe le disposizioni dello stesso Statuto del comune al cui articolo 21, comma 1, è previsto che la “validità dei una seduta del consiglio comunale viene assicurata dalla metà dei consiglieri comunali assegnati, cinque, e non quattro, più il sindaco”.
La delibera, per la cronaca, venne licenziata da cinque consiglieri di maggioranza, più il sindaco Santomauro. Risultarono assenti gli ex consiglieri di maggioranza Modesto Sportiello e Silvestro Verde e, naturalmente, i tre di minoranza (Raffaele Sanzo, Pietro Pennacchio e Andrea Biondo). Ma il suo iter “stranamente” fu accelerato: la delibera fu dichiarata esecutiva e pubblicata (questa volta) all’albo pretorio on line per 15 giorni consecutivi, dal 17 luglio al 2 agosto 2018. Sia il capogruppo Sanzo che Sportiello nel ricorso al Tar sostengono che il regolamento di un consiglio comunale “non deve essere conforme alla normativa generale del testo unico degli enti locali ma soprattutto allo statuto comunale, conformità che per quanto riguardo Ventotene manca.
E’ pacifico che, nel caso di contrasto tra le disposizioni dello Statuto e quelle del regolamento, le disposizioni contenute nello Statuto sono prevalenti su quelle adottate dal nuovo regolamento, peraltro approvato – era stato sottolineato il 5 settembre al Prefetto Trio – con procedura di pubblicizzazione viziata e carente”. La richiesta degli “elementi conoscitivi” del Prefetto di Latina all’amministrazione comunale di Ventotene non è caduta nel vuoto. Il sindaco Gerardo Santomauro ha preso carta e penna e ha esternato le sue scuse alla dottoressa Trio per il ritardo con cui ha risposto. Sottolinea le difficoltà con cui si trova ad operare il comune per la mancanza del segretario generale, una carenza che “rende oltremodo difficoltosa l’assunzione delle deliberati della Giunta e del consiglio determinando il rinvio di assemblee già convocate per adempimenti obbligatori come disposti dalla normativa”.
Il sindaco ricorda che il regolamento sul funzionamento del consiglio comunale di Ventotene è abbastanza datato, risale al 23 febbraio 1985. La vita dello Statuto è più recente. Venne approvato con la delibera di consiglio comunale numero 76 del 5 ottobre 1994 per essere modificato nell’ottobre 1998 e nel maggio 2009. Insomma due documenti antiquati, superati dalla normativa vigente e Santomauro, relativamente al mancato adeguamento del regolamento e dello Statuto del comune di Ventotene responsabilizza le varie amministrazioni che si sono succedute negli ultimi anni: “L’articolo 73 dello stesso Statuto in vigore prevede che l’adeguamento delle fonti normative comunali deve essere disposto entro i 120 giorni successivi all’entrata in vigore delle nuove disposizioni normative”. Ma sia le opposizioni che l’ex vice sindaco Sportiello nel ricorso al Tar hanno sostenuto come sia diverso il quorum costitutivo previsto dallo Statuto da quello del regolamento del consiglio. E Santomauro scrive al Prefetto come “tale assunto non corrisponda a verità.
L’articolo 10 dello Statuto, che disciplina sessioni e convocazioni del consiglio comunale, al comma 1 rinvia espressamente al regolamento di funzionamento dello stesso consiglio. Nessuna previsione di quorum costitutivi è rintracciabile ma al comma 6 si prevede solo il quorum valido di approvazione delle deliberazioni. Anzi l’articolo 22 dello statuto comunale demanda la disciplina del numero legale al regolamento di funzionamento del consiglio”. Insomma si è instaurata “un’evidente disarmonia tra regolamento e Statuto”, documento, quest’ultimo, che il sindaco intende revisionare nel primo consiglio comunale utile. Ma non è finita. Il sindaco Santomauro difende la scelta di ridurre il quorum del numero legale nel modificato regolamento del consiglio. Si appella all’articolo 38 del testo unico degli enti locali secondo il quale “per la validità delle sedute deve esserci la presenza di almeno un terzo dei consiglieri assegnati per legge, senza computare – osserva Santomauro – a tale fine il sindaco e il presidente della Provincia”.
Ma qual è la metà della maggioranza dei consiglieri assegnati che a Ventotene sono 11? Santomauro avanza un ragionamento aritmetico tutto personale: “La somma è 5,5 e l’arrotondamento della cifra decimale, uguale o inferiore a 50, va effettuato per difetto e per non eccesso. Lo prevedono alcune sentenze del Consiglio di Stato e del Tar della Calabria e della Liguria “secondo le quali – conclude il sindaco di Ventotene nella lettera di risposta al Prefetto di Latina Trio – l’arrotondamento per eccesso (la cui previsione è eventuale proprio in base al regolamento) non sembra conciliabile con questo principio giurisprudenziale e dovrebbe essere applicato esclusivamente alle sedute di seconda convocazione”.
Saverio Forte
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