FORMIA – Una misura sproposita rispetto alla collocazione storica e temporale dei presunti reati commessi, quasi un anno e mezzo fa. I vincoli della loro reiterazione, del pericolo di fuga e dell’inquinamento delle prove non erano affatto messi in discussione. Sono stati questi, in sintesi, i caposaldi del lunghissimo ricorso presentato dall’avvocato Massimo Signore davanti la terza sezione penale del Tribunale del Riesame di Roma avverso l’annullamento o, in subordine, la modifica e l’attenuazione della circostanziata ordinanza di custodia cautelare notificata tre settimane fa nei confronti di Francesco Ruggieri, l’imprenditore di 38 anni di Formia arrestato, insieme a suo padre 70enne Pietro, nell’ambito dell’inchiesta “Tiberio 2”.
Nella serata di lunedì quando le speranze si erano assottigliate è giunto nello studio dell’avvocato Signore in piazza Rotelli a Scauri un fax del Tribunale della Libertà con cui si comunicava a favore di Ruggieri junior la trasformazione della gravosa misura restrittiva in arresti domiciliari. Quanto è accaduto nel corso della tesissima discussione del ricorso lo ha ripercorso in un’importanza intervista video lo stesso avvocato Signore che ha sottolineato come a difendere il suo ampio castello accusatorio sia stato presente in aula lo stesso magistrato titolare delle indagini, il sostituto Procuratore Valerio de Luca. Secondo l’autorevole rappresentante della Procura Pietro e Francesco Ruggieri sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di aver tentato corrompere l’ex dirigente del settore tecnico del Comune di Sperlonga e dell’ufficio scuola dell’amministrazione provinciale di Latina Isidoro Masi pur di vincere con un significativo ribasso d’asta gli appalti per l’ampliamento, la messa a norma e l’adeguamento della scuola “Alfredo Aspri” di Sperlonga e per la costruzione di una tensostruttura in località Calegna a Gaeta.
E la strategia dell’avvocato Signore è stata la stessa avanzata nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti il Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario quando Francesco Ruggieri con una deposizione fiume prese le decisamente le distanze dall’attività imprenditoriale, dall’operato del padre. Aveva dichiarato di essere amministratore di diritto di un’altra società di famiglia, la “2R Costruzioni”, e di non conoscere “a fondo” l’iter e le varie fasi degli appalti e delle rispettive opere che si aggiudicava la società del padre nei confronti del quale – ha ribadito – “non aveva alcun potere decisionale”. Il pronunciamento favorevole del Riesame per l’attenuazione delle misure cautelari per i due imprenditori formiani, entrambi ora agli arresti domiciliari, potrebbe precludere ad altri, possibili e clamorosi risvolti di cui è stata notiziata, per questioni di competenza territoriale, un’altra Procura della Repubblica, quella di Cassino.
Le informazioni sul conto della “DR Costruzioni” trapelano con il contagocce ma riguardano le modalità di apertura di altri cantieri sul territorio del sud-pontino da parte dell’impresa via Olivastro Spaventola, a Gaeta (manutenzione di alcuni plessi e caserme addirittura della Guardia di Finanza), a Itri (messa a norma del locale istituto comprensivo) e dei rapporti della ditta con il comune di Spigno Saturnia. Il supplemento delle indagini è stato attribuito alla Procura di Cassino o è tornato negli uffici giudiziari di via Ezio a Latina? Se lo chiedono un po’ tutti, gli indagati, i rispettivi difensori e la stessa opinione pubblica, convinti che il materiale probatorio sinora acquisito dovrà sfociare in un prosieguo della stessa inchiesta. O almeno…
Saverio Forte
Intervista all’Avv. Massimo Signore