FORMIA – Colpevole di aver chiesto ed ottenuto l’intervento dei Carabinieri, l’aiuto cuoca del centro cottura del servizio di refezione scolastica del comune di Formia in via Olivastro Spaventola rischia sempre più il licenziamento. La donna, convivente e madre di due figli, ha ricevuto una seconda contestazione disciplinare per essersi rifiutata di firmare la prima arrivatele via fax e non in copia originale. La dipendente della società appaltatrice del servizio, la “Dussman service srl”, avrà venerdì il suo primo faccia a faccia con la società che le ha promesso, dopo una serie di richiami, un gravoso provvedimento disciplinare. L’appuntamento è in programma presso la sede di un’organizzazione sindacale di cui è iscritta. Intanto la lavoratrice chiede le carte alla “Dussman service”, società appaltatrice per un periodo di cinque anni per conto del comune, e si è vista opporre un rifiuto. Nonostante l’istanza è stata formalizzata ai sensi della legge 241/90 nei confronti dei una società che, aggiudicataria di un servizio pubblico, è tenuta alla trasparenza e all’applicazione della legge normativa.
Intanto i Carabinieri, dopo la telefonata della donna, non sono rimasti con le mani vuote: rilevarono una pulizia non ottimale nei locali e violazioni amministrative importanti che avrebbero richiesto l’intervento – secondo quanto afferma la donna interpretando il contenuto del capitolato di gara – dell’ente appaltante, cioè il comune.
Intanto le opposizioni si mantengono lontane dall’affrontare questo argomento e a fare la differenza è il movimento Casa Pound che nella notte tra lunedì e martedì per protesta ha affisso uno striscione proprio fuori i cancelli della “Dussman Service” in via Olivastro Spaventola. Il portavoce, Stefano Zangrillo, ha voluto solidarizzare con la lavoratrice sospesa dal servizio “a cui bisognerebbe dare una medaglia d’oro. Quello che è accaduto alla Dussman Service ma diciamo pure nella città di Formia, è di una gravità inaudita, una lavoratrice che si occupa di preparare i pasti per i bambini nelle nostre scuole denuncia il degrado dei locali e che cosa succede? Nonostante l’accertamento dei Carabinieri, l’azienda la manda via ed il Comune di Formia non spende una sola parola per questa cuoca che si è mostrata un esempio per tutta la classe operaia e lavoratrice, siamo alla follia.”: Insomma c’è bisogno di un’operazione verità che – secondo Casa Pound – dovrebbe iniziare con “l’immediato reintegro sul posto di lavoro della lavoratrice allontanata. Non parliamo di un fatto accaduto in una Società privata qualsiasi, ma di una azienda che ha un appalto con il Comune”.
All’iniziativa di protesta degli attivisti di Casa Pound ha fatto seguito un incontro che ha organizzato il sindaco Paola Villa presso la sala “Sicurezza” del palazzo municipale. C’erano un po’ tutti, l’assessore ed il dirigente delle politiche sociali, Alessandra Lardo e Italo La Rocca, il dottor Marchesini. responsabile del centro cottura della “Dussmann”, “alcuni genitori ed insegnanti facenti parte della Commissione Mensa dei plessi scolastici di Formia” ma non la stampa che, se fosse stata invitata a partecipare, avrebbe potuto contribuire a rendere un’azione di trasparenza e di informazione su un argomento delicato e sensibile. Il sindaco di Formia ha indossato lei stessa i panni della cronista “per spiegare le dinamiche di quanto accaduto il giorno di apertura delle mense scolastiche, rassicurare sullo stato attuale dei locali cucina e informare sulle azioni concordate con la Dussmann.”. Ha detto ai genitori che “lunedì 1 ottobre, subito dopo l’apertura dei locali della cucina, una persona (forse una dipendente?) del… personale Dussmann, e non un genitore come riportato dai giornali inizialmente, ha contattato i Carabinieri per denunciare presunte criticità. Gli agenti (i Carabinieri?) hanno registrato le criticità rilevate, non hanno consegnato alcun verbale alla ditta e una volta effettuate le operazioni di recovery, l’attività del Centro di Cottura sono riprese regolarmente in quanto non sono state evidenziate criticità che potessero mettere in pericolo la salute pubblica. L’Amministrazione, come già esplicitato attraverso comunicato stampa, fin da subito si è messa in contatto con la Ditta. Ha chiesto di visionare il verbale dei Carabinieri, verbale che è stato redatto dagli agenti in data 4 ottobre ed è stato consegnato agli uffici nella mattinata di oggi 9 ottobre, e dopo aver verificato l’accaduto ed incontrato i responsabili ha chiesto di agire in due modi, innanzitutto attraverso un controllo maggiore delle derrate alimentari e poi anche con un controllo più attento del personale. Il dott. Marchesini ha rassicurato l’Amministrazione e i genitori che la Dussmann ha tutto l’interesse a mantenere alti i suoi standard di qualità e così come confermato anche dalle insegnanti presenti in tre anni di attività non si è mai verificato un caso di intossicazione alimentare e mai nessun bambino è stato male a causa del cibo servito.”
E allora? Il comune prende un’iniziativa nei confronti di un soggetto a cui ha conferito un servizio per cinque milioni di euro? Sembra proprio di no: “I bambini vanno tutelati e quando è la loro salute ad essere messa a rischio noi dobbiamo essere i primi ad intervenire – ha affermato il sindaco – Ci siamo da subito attivati per avere tutte le informazioni del caso e abbiamo voluto convocare la Commissione per dare un riscontro serio e pertinente ai genitori che lo hanno richiesto. Invito tutti i genitori a continuare a confrontarsi con l’Amministrazione e ad eseguire piccole forme di controllo, che tutelino sia i bambini sia la stessa Dussmann che deve continuare ad essere riconosciuta con fiducia da tutte le famiglie che se ne servono per i propri figli”. Insomma la “Dussman service” sembra avere un alleato, il comune di Formia che, anziché alzare la voce, manda un messaggio a tante famiglie: state tranquille. Intanto un’aiuto cuoca rischia di perdere il proprio posto di lavoro quando lo stesso operato di vigilanza dei Carabinieri (sostituitisi al comune) avrebbe meritato un maggior senso di rispetto e di stima”.
Saverio Forte