VENTOTENE – Continua l’accerchiamento dell’opposizione al comune di Ventotene nei confronti del sindaco Gerardo Santomauro sulla presunta ed illegittima delibera del consiglio comunale del 12 agosto che, in ritardo di 12 giorni, approvava con i soli 6 voti dei consiglieri presenti della maggioranza la salvaguardia degli equilibri di bilancio. Si tratta di un provvedimento fondamentale per il futuro di qualsiasi consiliatura, compresa quel-la di Ventotene, e del suo illegittimo varo ne ha parlato il capogruppo della minoranza di “Ventotene Vive” Raffaele Sanzo martedì in una lunga audizione con il Prefetto di Latina Maria Rosa Trio – lo stesso che aveva sollecito al sindaco isolano alcuni chiarimenti – e poi inviando all’indomani un dossier al Ministro degli Interni Matteo Salvini.
Ma andiamo per gradi. Il Prefetto Trio ha preso tempo relativamente alle contestazioni del dottor Sanzo, in passato direttore generale del Ministero della pubblica istruzione e dell’ufficio scolastico regionale, chiedendo “tempo” per decidere….alla luce delle controosservazioni ricevute dal sindaco dell’isola Santomauro. Trascorrevano alcune ore e Sanzo chiedeva l’intervento del titolare del Viminale proponendo lo scioglimento del consiglio comunale perché la salvaguardia degli equilibri di bilancio è stata ratificata dal massimo consesso civico di Ventotene in maniera illegittima e, dunque, cau-sa della conclusione anticipata della stessa consiliatura. Il pomo della discordia è rappresentato dal nuovo e più accomodante regolamento sul funzionamento dello stesso consiglio dell’isola che, approvato nella seduta del 3 luglio scorso, ha previsto (alla luce di una maggioranza politica sempre più risicata sul piano numerico) che la validità di una seduta si ottenga con il voto di soli quattro consiglieri, più il sindaco.
Sanzo nella lettera a Salvini ha ricordato invece che lo Statuto del comune di Vento-tene, all’articolo 21, preveda tutt’altra cosa: una delibera per essere valida deve essere approvata da sei consiglieri, compreso il sindaco. Una forzatura numerica di non poco conto quella inserita nel regolamento che ha motivato anche l’ex vice-sindaco Mode-sto Sportiello, ora all’opposizione, ad un impugnare al Tar la delibera consiliare del 12 agosto sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio. E se il ricorso dovesse essere accolto il 25 ottobre, sicuramente prima del pronunciamento del Viminale, sulla vita del consiglio comunale di Ventotene scorrerebbero i primi titoli di coda… Sia il capogrup-po Sanzo che Sportiello nel suo ricorso al Tar sostengono che il regolamento di un consiglio comunale “non deve essere conforme alla normativa generale del testo unico degli enti locali ma soprattutto allo statuto comunale, conformità che per quanto ri-guardo Ventotene manca. E’ pacifico che, nel caso di contrasto tra le disposizioni del-lo Statuto e quelle del regolamento, le disposizioni contenute nello Statuto sono pre-valenti su quelle adottate dal nuovo regolamento, peraltro approvato con procedura di pubblicizzazione viziata e carente”.
Lo aveva ricordato lo stesso sindaco nella lettera di risposta al Prefetto Trio ma il regolamento sul funzionamento del consiglio comunale di Ventotene è abbastanza datato, risale al 23 febbraio 1985. La vita dello Statuto è più recente. Venne approvato con la delibera di consiglio comunale numero 76 del 5 ottobre 1994 per essere modificato nell’ottobre 1998 e nel maggio 2009. Di certo, le amministrazioni comunali che si sono succedute negli ultimi anni hanno palesi re-sponsabilità per non aver modificato ed aggiornato sia il regolamento dell’assemblea che lo stesso Statuto quando l’articolo 73 prevede che l’adeguamento delle fonti nor-mative comunali deve essere disposto entro i 120 giorni successivi all’entrata in vigo-re delle nuove disposizioni normative a livello nazionale.
Il sindaco Santomauro ha provato a difendersi così: “Gli articoli 10 e 22 dello Statuto, che disciplinano sessioni e convocazioni del consiglio comunale, rinviano espressamente al regolamento di funzionamento dello stesso consiglio. Il dottor Sanzo – secondo quanto è trapelato – è sta-to “costretto” a chiedere intervento del Ministero degli Interni quando, saltando su una sedia , ha letto il tenore di un’altra parte della risposta del sindaco di Ventotene al Pre-fetto Trio. Non tanto per il contenuto dell’articolo 38 del testo unico degli enti locali, secondo il quale “per la validità delle sedute deve esserci la presenza di almeno un terzo dei consiglieri assegnati per legge, senza computare il sindaco e il presidente della Provincia” quanto per l’entità della…metà della maggioranza dei consiglieri as-segnati che a Ventotene sono 11. Per Santomauro La somma è 5,5 e l’arrotondamento della cifra decimale, uguale o inferiore a 50, va effettuato per difetto e per non eccesso. Lo prevedono alcune sentenze del Consiglio di Stato e del Tar della Calabria e della Liguria “secondo le quali l’arrotondamento per eccesso non sembra conciliabile con questo principio giurisprudenziale”.
In questo groviglio giurisprudenziale un fatto si è consolidato: a Ventotene si è creata “un’evidente disarmonia tra regolamento e Statuto”, documento, quest’ultimo, che il sindaco intende revisionare nel primo consiglio comunale utile (servirebbero i due terzi dei consiglieri assegnati e, dunque, un tetto politicamente irraggiungibile al momento…sette voti). A questo punto Sanzo sbotta: ” Vede, lo stesso sindaco si è reso conto che lo Statuto del comune va aggiornato prima possibile. E che fa? Modifica il regolamento di funzionamento dell’assemblea per garantirsi la sua sopravvivenza politica ed amministrativa quando avrebbe dovuto mettere a norma lo Statuto e poi tutto il resto”.
Saverio Forte