GAETA – Assessore per una notte. Tanto è durato il mandato del neo assessore al commercio al comune di Gaeta Vittorio Ciaramaglia. La sua nomina, a sorpresa, aveva suscitato un’eco finanche a livello nazionale per essere o per essere stato attivista dell’estrema destra e dirigente di Forza Nuova. E gli effetti sono stati di estremo imbarazzo in una forza politica, il Pd, che non dovrebbe avere nulla a che fare con l’amministrazione comunale di centrodestra al comune di Gaeta ma è vi è parte integrante dal 2012 tant’è che qualche osservatore sostiene che il “Patto del Nazareno” è nato primancora dell’accordo tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. Le presunte “strumentalizzazioni politiche ed attacchi mediatici”, invece, hanno portato Ciaramaglia “nel pieno senso di rispetto per le istituzioni, l’Amministrazione Comunale di Gaeta ma soprattutto nei confronti del Sindaco ed amico Cosmo Mitrano, a rimettere il mandato conferitomi nella giornata di ieri con le conseguenti dimissioni irrevocabili.”
Ciaramaglia ha parlato, poi, di “amicizia personale” non solo nei confronti del Sindaco Mitrano ma anche del Presidente del Consiglio Comunale, del Pd, Pina Rosato, “altra persona che gode della mia stima, mi porta ad assumere la seguente decisione che arriva a seguito di una profonda, attenta e serena riflessione. Il mio impegno per il bene comune e la città di Gaeta resterà immutato. Non sono le poltrone a fare la differenza ma certo non intendo in alcun modo diventare capro espiatorio di attacchi personali che poco hanno a che fare con la politica.” E Ciaramaglia ha anche spiegato in una nota il suo “passo indietro”: “Ho rifiuto l’incarico per non creare ulteriori empasse nella vita amministrativa di una città che grazie all’impegno del Sindaco Mitrano è cresciuta in termini di immagine, qualità della vita e benessere sociale”.
Insomma Ciaramaglia non vuole essere “motivo di tensioni rovinando il lavoro di una grande squadra a cui appartengo.” E poi “un grande ed autentico ringraziamento all’amico Cosimino – scrive Ciaramaglia – In queste ore di tensione a cui siamo stati sottoposti abbiamo avuto modo di confrontarci e percependo probabili difficoltà a cui poteva incorrere l’Amministrazione, non ho esitato a prendere questa decisione in quanto vengono prima gli uomini e poi i “titoli”. I valori autentici e forti restano ed è questo il motivo per cui mi sento sereno e più motivato di prima a fare bene per la nostra città.”
Il sindaco di Gaeta non ha avuto problemi a rimpiazzare Ciaramaglia. Probabilmente l’opzione “B” era pronta da giorni: si tratta di Alessandro Martone, espressione del gruppo consiliare de “Il Nuovo Quadrifoglio”. Quello di Martone – già responsabile del nucleo Polizia Giudiziaria dei Carabinieri presso la Procura di Latina – è un ritorno in Giunta: ha ricoperto le delle deleghe alle attività produttive, commercio, Suap, Manutenzioni, Anagrafe, Affari generali e protocollo- Segreteria – Uffici demografici – Elettorale – Leva – Statistica, Ottimizzazione delle risorse e miglioramento dei servizi comunali nella prima amministrazione Mitrano, dal 2012 al 2017. Aveva esordito in consiglio comunale nel 2001 rimanendovi sino al 2007 per il gruppo di Forza Italia. Il sindaco azzurro di Gaeta, Cosmo Mitrano, ‘Cosimino’ per gli amici e per gli addetti ai lavori, tuttavia resta una delle ultime ed intelligenti leve amministrative della generazione Fazzoniana – unitamente ai sindaci dei comuni Fondi (di cui è dirigente del settore finanziario) Salvatore De Meo e di Sperlonga Armando Cusani – che quando compie una scelta, politico o amministrativa che sia, sa dove deve andare ad “apparare”.
Il progetto, mutuato da qualche formula di marketing territoriale, di installare e di accendere le luminarie Natalizie all’indomani della ricorrenza dei defunti ha centrato da due anni a questa parte l’obiettivo di destagionalizzare l’offerta turistica di Gaeta o, meglio, di “allungare” quella estiva in archivio da qualche settimana. Alla luce del “è stato bello ma vi ringrazio” di Ciaramaglia, tutti ora si chiedono se “Cosimino” avesse preventivato le conseguenze o gli effetti (indiretti) della nomina, poi revocata, a neo assessore al commercio e alle attività produttive della città di un rappresentante dell’estrema destra cittadina. Vittorio Ciaramaglia, di professione fa il ristoratore (non poteva essere diversamente in una città che ha una sola vocazione, quella turistica), è considerato per essere uno storico dirigente di Forza Nuova. “Una scelta che lascia fortemente indignati per chi sui diritti civili non è mai arretrato di un passo”. Potrebbe apparire paradossale ma le ultime vicende politiche amministrative al comune di Gaeta legate ad un annunciato rimpasto di Giunta – dal 2012 guidato da una Giunta di centro destra ma con un pizzico di…Pd – sono state catapultate nella campagne congressuale in corso per la guida del partito Democratico a livello regionale. Uno dei candidati, il Senatore Bruno Astorre, avrà avuto una memoria molto lunga quando ha appreso dalle agenzie il nome del nuovo assessore al commercio del comune del Golfo.
Il nome di Vittorio Ciaramaglia avrà detto qualcosa ad Astorre quando qualcuno del suo entourage gli ha ricordato che l’esponente Forza Nuova e del “Tridente della comunità militante ” balzò agli onori delle cronache politiche nazionali quando nell’inverno 2016 contestò nella sala verde dell’hotel Serapo di Gaeta la Senatrice Dem Monica Cirinnà mentre presentava in un convegno dei Giovani Democratici la sua legge sulle unioni civili. Trascorreva qualche ora e ad esternare il suo disappunto è stato anche il vicesegretario uscente del Pd Laziale, Enzo Foschi: “Riguardo alla scelta del sindaco di Gaeta, Cosimo Mitrano, di far entrare nella sua giunta un esponente di Forza Nuova, la risposta del Pd deve essere chiara e senza alcuna zona d’ombra. Chi sostiene un sindaco che nomina un neofascista nella sua giunta, e’ da considerarsi fuori dal partito, senza se e senza ma”. Avrebbe voluto mantenere un tono basso su questa storia anche il neo segretario provinciale di Latina del Pd.
L’ex Senatore Claudio Moscardelli è legato da un antico rapporto di amicizia con il sindaco di Gaeta ma nella tarda serata di venerdì, forse pressato dai suoi, è sbottato in un post su facebook: “In merito alla nomina di un assessore a Gaeta con trascorsi in formazione di estrema destra , insieme al Pd di Gaeta, abbiamo chiesto al Sindaco Mitrano la revoca immediata dell’assessore . In caso contrario è incompatibile la presenza del PD. È urgente una decisione del Sindaco “. Ma cosa avrebbe voluto dire Moscardelli quando parlava di “presenza” del Pd nell’amministrazione comunale di Gaeta? Presto detto. Il presidente del consiglio comunale della città è del Pd ed è una moscardelliana di ferro. Da sempre. Pina Rosato è una funzionaria amministrativa presso l’ospedale “Dono Svizzero” di Formia ma, in considerazione dei suoi tratti somatici, è considerata benevolmente l’”Angela Merkel” della politica gaetana e provinciale. La sua scelta di salire sull’”arca” di Cosimino Mitrano ha contribuire a rendere, dal 2012, il Pd di Gaeta più piccolo dell’atomo. Il Partito Democratico quest’anno ha compiuto dieci anni, a Gaeta nel frattempo ci sono state due elezioni amministrative ma i suoi cittadini non hanno mai avuto la fortuna (o la sfortuna) di trovare il simbolo del Pd sulla scheda elettorale. Il motivo? Anche questo è facile: il partito non esiste più, alcune componenti sono trasmigrate in “Liberi e uguali”, altre hanno dato vita ad un’associazione culturale (si chiama “Agorà”), altre hanno deciso di smettere con la politica, altre ancora sono deciso di iscriversi direttamente a Forza Italia “tanto era la stessa cosa”. Pina Rosato è presidente del consiglio comunale di Gaeta, quel che resta del suo partito ha deciso di effettuare il tesseramento in un bar sul lungomare perché la sezione di un vicolo di via Indipendenza è stata chiusa per morosità. Il senatore Moscardelli ha deciso di alzare la voce nei confronti dell’amico “Cosimino”: si era detto determinato ad “agire” sino alla modifica del nuovo quadro politico – la nomina del “fascista” Ciaramaglia – stravolto dalla scelta del sindaco Mitrano. Ma si torna a Canossa.
Perché il sindaco di Gaeta non ha tenuto a debita considerazione quelli che sarebbero stati gli effetti di questa nomina un po’ azzardata? E’ stata un espediente per rompere con il Pd con l’intento di soddisfare qualche ambizione maturata all’interno della sua maggioranza bulgara o cos’altro? Il diretto interessato ha cercato di indossare i panni del pompiere per circoscrivere le polemiche subito alimentate: “Ciaramaglia si è staccato nove anni fa da Forza Nuova ed è solo responsabile dell’associazione culturale Tridente…” la stessa presente al tumultuoso convegno con la Senatrice Cirinnà. Non ha parlato la presidente del consiglio Rosato, men che meno che inesistenti opposizioni consiliari. L’unica a farlo è stata l’associazione nazionale partigiani di Gaeta che, intitolata all’antifascista Carlo Mandolesi, ha definito la nomina assessorile di Ciaramaglia “un atto di gravità politica assoluta, un vero schiaffo ai valori democratici ed un’offesa alla memoria storica e alla coscienza della nostra città. Non ci risulta invece che Ciaramaglia abbia mai preso le distanze ufficialmente da questo suo passato “nero”, né conosciamo esplicitamente quali siano le sue attuali relazioni con tali forze di chiara matrice nazi-fascista”.
Ciaramaglia non è più assessore al comune di Gaeta ma una rappresaglia – secondo quanto è trapelato dalla componente Moscardelliana del Golfo – sarebbe stata già approntata: la messa in discussione dell’accordo politico con Forza Italia che ha consentito al sindaco di Pontinia Carlo Medici di diventare da qualche mese il nuovo presidente dell’Amministrazione provinciale di Latina. Intanto continua a far discutere il maxi rimpasto di Giunta operato dal sindaco di Gaeta – rimossi tre assessori su cinque – perché la neo assessore all’urbanistica , delega che incredibilmente dovrà “condividere” con il neo delegato alla Polizia locale e Rifiuti – è un’ambiziosa (ormai ex) consigliera comunale. Si tratta di Teodolinda Morini, neo assessore alle politiche ambientale, sanità, e, appunto, all’urbanistica e, soprattutto, moglie del titolare di uno degli studi tecnici più avviati di Gaeta. Suo marito, Pietro Valente, socialista della prim’ora, ha attraversato le primi fasi della seconda Repubblica di Gaeta: con l’ex pidiessino Silvio D’Amante era in Giunta con la delega ai Lavori Pubblici ma, destinatario di una fronda all’interno di quella maggioranza di centro sinistra, fu licenziato. Per andare dove? Facile, nella successiva amministrazione di centrodestra guidata dal Capitano Massimo Magliozzi. Anch’egli di Forza Italia…
Saverio Forte
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