GAETA – La gestione dell’annuncio e della fulminea revoca dell’incarico di neo assessore al commercio e alle attività produttive del comune di Gaeta all’ex attivista di Forza Nuova Vittorio Ciaramaglia ha fatto arretrare all’improvviso di trent’anni le lancette della storia politica di Gaeta, proprio in un’epoca in cui le Giunte duravano quanto una stagione astronomica. La graniticità comportamentale e politica del sindaco Cosmo Mitrano è stata messa improvvisamente in discussione dalle sue stesse dichiarazioni quando “a seguito di strumentalizzazioni politiche ed attacchi mediatici” aveva deciso di riavere il mandato assessorile conferito meno di 24 ore prima all’ex esponente di Forza Nuova. Il sindaco di Gaeta è apparso politicamente debole, prigioniero dei diktat che gli sono piombati nell’arco di poche ore da alcuni dirigenti nazionali, regionali e provinciali del Partito Democratico secondo i quali, se non avesse revocato l’incarico al “fascista” Ciaramaglia, sarebbe stata rivista la posizione del Pd nell’amministrazione comunale di Gaeta a guida Forza Italia.
Un sindaco determinato ed autorevole – qual è sempre stato dal 2012 in poi Mitrano – avrebbe dovuto rispondere ai vari Bruno Astorre, Enzo Foschi e alla stessa Monica Cirinnà (la madre della legge sulle coppie di fatto che nel 2016 fu contesta da Ciaramaglia durante un convegno dei Giovani Democratici e ora capace di indossare una t schirt con la scritta “Meglio froci che…fascisti”) che il sindaco di Gaeta, nonostante tutto, è ancora lui. Anche il Pd, ai diversi livelli, ha peccato di ipocrisia: l’attacco mediatico per la revoca di Ciaramaglia assessore poteva essere promosso e portato termine alle amministrative del 2017 quando i vertici provinciali non mossero un dito contro la candidatura di Ciaramaglia in una delle tante liste (“Nuovo Quadrifoglio) che sostennero Mitrano alla ricandidatura a sindaco. E in quella campagna elettorale il simbolo del partito non era presente sulla scheda elettorale ma era candidata al consiglio comunale la sua futura presidente, Pina Angela Merkel Rosato, sempre sostenuta come un’ombra dall’allora Senatore ora segretario provinciale Claudio Moscardelli.
Insomma in questa vicenda tutti hanno un po’ perso, compreso lo stesso Ciaramaglia che, convinto di aver fatto “una scelta consapevole e sensata” e fedele alla massima del tipo “ Molti nemici… molto onore perché “non sono le poltrone a fare la differenza ma certo non intendo in alcun modo diventare capro espiatorio di attacchi personali che poco hanno a che fare con la politica.”, ha voluto evitare ulteriori “empasse nella vita amministrativa di una città che grazie all’impegno del Sindaco Mitrano è cresciuta in termini di immagine, qualità della vita e benessere sociale”. In quelle ore di assedio mediatico in cui Gaeta è stata simile a Sarajevo o alla roccaforte borbonica (come nel 1861)sul punto di essere espugnata via mare dai cattivoni Piemontesi Sabaudi, il sindaco Mitrano avrebbe detto a Ciaramaglia….”Io le delego non te le ritirerò mai”.
Sarà successo qualcosa? Il primo cittadino ha avuto davvero timore di perdere un consigliere comunale del Pd (come Pina Rosato) ed essere diventato la possibile causa di una rivisitazione dell’accordo politico Pd-Forza Italia che ha consentito al sindaco di Pontinia Carlo Medici di diventare neo presidente dell’Amministrazione Provinciale di Latina? Forse c’e dell’altro e lo detto tra le righe nel commiato dalla Giunta il dimissionario Ciaramaglia: “Faccio volentieri un passo indietro perché non voglio essere motivo di tensioni rovinando il lavoro di una grande squadra a cui appartengo.” Secondo i solitamente ben informati Mitrano, che vuole bene a Gaeta quanto a sua moglie Barbara, avrebbe temuto di perdere all’improvviso alcuni finanziamenti che la Regione Lazio e, dunque, Nicola Zingaretti sta per inviare ad una città in cui il “Patto del Nazareno” è nato prima di quello Renzi-Berlusconi. Insomma è prevalsa la ragione di Stato e – secondo una tesi Machiavellica – il fine giustifica i mezzi. Sempre. Intanto il primo a prendere posizione nelle sonnacchiose minoranze del comune di Gaeta su quello che chiama l’”assurdo valzer delle ipocrisie!” è stato il consigliere della lista “Una nuova stagione” Emiliano Scinicariello. Si tratta di un esponente Dem da anni sull’Aventino per contrastare in loco il potere Moscardelliano e della sua referente locale Pina Rosato. Scinicariello è dell’idea che “l’anomalia non fosse Ciaramaglia in questa amministrazione comunale, non solo perché a mio giudizio più capace e coerente di alcuni figuranti, ma perché non é la prima volta che sostiene Mitrano e la sua amministrazione di centro destra, ma è la presenza del Pd in questa maggioranza.
Quel Pd, o per meglio dire quella parte di Pd che sapeva della presenza di Ciaramaglia fin dalla pubblicazione delle liste, ma che solo oggi finge di indignarsi. Proprio l’ex senatore Moscardelli, oggi segretario provinciale, venne a benedire – aggiunge Scinicariello – l’alleanza ben sapendo di cosa si trattasse. Oggi, se non seguito da un pubblico e serio ravvedimento, la sua richiesta di dimissioni dell’assessore appare ipocrita”. Scinicariello interroga proprio il sindaco di Gaeta che non ha tenuto in debito conto cosa sarebbe potuto accadere con la nomina di Ciaramaglia: “Pensava che potesse funzionare senza intoppi questa “paella gaetana”? Non mi pare proprio sprovveduto, Mitrano, tanto da farsi piovere sul capo queste critiche inaspettate. Penso piuttosto che abbia usato Ciaramaglia come agnello sacrificale su altri altari.” E un siluro terra-aria è partito proprio all’indirizzo del presidente del consiglio comunale Rosato: “E’ stata prima tirata in ballo dal Segretario Provinciale Moscardelli come dimissionaria se non fosse stata ritirata la delega a Ciaramaglia e poi è stata coinvolta come l’amica alla quale non si voleva fare il torto di metterne in discussione il ruolo…
Ma lei, Pina Rosato non dice nulla in tutto ciò? Sta lì solo a subire la situazione, senza proferire parola? E’ un po’ poco per essere la figura “egemone” del PD e di uno strano centrosinistra “alla gaetana” da circa 10 anni. Io penso che, al netto delle ipocrisie diffuse, l’anomalia resti tutta, anche dopo le dimissioni di Ciaramaglia, e consista nell’alleanza del PD con Forza Italia ed altri pezzi di destra (vedrete, spunteranno come funghi giovani leghisti in seno al consiglio). Soprattutto per questo, oltre che per la totale assenza di una sua voce sulla vicenda, penso – aggiunge Scinicariello – che senza indugi la Rosato debba dimettersi dalla Presidenza del Consiglio e lasciare la maggioranza.” E un affondo l’esponente consiliare della lista di “Una nuova stagione” lo rivolge al Pd e ai suoi più alti livelli: “Dico ironicamente “meglio tardi che mai”! Occorre che quel che resta del disperso popolo dei democratici si faccia carico di tutto ciò, anche se isolato ormai da qualche anno. Questa è l’occasione per accendere le luci sulla gestione di un partito che, con condotte prive di prospettiva, ha disamorato il proprio popolo.”
Saverio Forte