LATINA – Non si sono fatte attendere le differenti prese di posizioni dopo che l’Arera – l’autorità di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente – con la deliberazione numero 2018 del 23-26 ottobre, al termine di quattro anni di indagini, ha pesantemente multato Acqualatina. Le aveva irrogato una sanzione amministrativa pecuniaria di ben 248mila euro per presunte gravi violazioni della regolazione del servizio idrico integrato prevista dalla legge numero 481/1995: più precisamente di tratta di 193mila euro per le violazioni sulla regolazione sulla tariffa, 36mila per le violazioni in materia di trasparenza di fatturazione, 19mila per le violazioni in materia di corrispettivi del servizio di depurazione. Acqualatina ha trenta giorni per formalizzare il pagamento di questa sanzione a cui si aggiunge un’altra multa di 15mila euro per la presunta presenza di boro nell’acqua. Il comitato cittadino acqua pubblica di Aprilia considera la multa dell’Authority sul servizio idrico “un primato!!! “ e chiama in causa la “grave corresponsabilità della Segreteria Tecnica Operativa dell’ATO4 che, attraverso la sua responsabile, Angela Vagnozzi, aveva provato in tutti i modi a confondere le acque sulla tariffa, rendendone corresponsabili i sindaci che le hanno approvate senza approfondire le criticità segnalate dai Comitati.
“Il comitato di Aprilia ricorda che per il 2013 era stata applicata una tariffa deliberata solo il 19 aprile dei quell’anno nonostante l’Arera avesse imposto l’applicazione della tariffa esistente prima del 28 dicembre 2012: “Ma Acqualatina qui se la cava con una multa lieve solo perché la tariffa applicata era di poco più bassa di quella poi approvata dall’ATO4. “. Secondo la ricostruzione del comitato cittadino acqua pubblica di Aprilia per 2012 e 2013 Acqualatina e l’ingegner Vagnozzi “avevano provato a mettere in tariffa, rispettivamente ben 4,5 milioni e 3,4 milioni come voce “saldo conguagli e penalizzazioni” senza alcun apposita esplicita approvazione dell’Ato. L’Arera se n’era già accorta in sede di approvazione delle tariffe 2012-20153 ed aveva obbligato a togliere le voci dai ricavi garantiti al gestore. Ciò nonostante, queste due voci (7,9 milioni di euro), mai approvate esplicitamente dai sindaci con apposita necessaria istruttoria, con la complicità di Acqualatina e dell’ingener Vagnozzi, sono state poi “riversate” nell’aumento di 12 milioni di partite pregresse per l’anno 2016!!! In un comunicato stampa durissimo il comitato di Aprilia è arrivato a chiedere che a fronte di “questi trucchi su trucchi”, l’ingegner Vagnozzi vada rimossa dall’incarico di responsabile della segreteria tecnica dell’Ato 4”. In effetti l’Arera ha multato l’ente idrico “in parte per aver dato in fattura informazioni sbagliate sulle tariffe applicate per il 2013 e non aver subito adeguato il formato delle fatture con i dati richiesti dalla direttiva sulla trasparenza di fatturazione.” E non finisce qui il duro j’accuse contro l’operato della segreteria tecnico operativa dell’Ato 4 perché, nonostante la sentenza della Corte Costituzionale 335/2008 che obbligava a restituire le quote in tariffa legate alla depurazione in caso di utenze non servite, Acqualatina soltanto il 12 ottobre scorso ha dimostrato di aver restituito 303mila euro di quota fissa non dovuta sulla depurazione per il periodo 2004-2013 e, dunque, l’Authority, sotto il profilo della gravità della violazione, ha giudicato il servizio idrico “responsabile di aver violato numerose prescrizioni contenute nella regolazione tariffaria del SII !!!
Cos’altro ci aspettiamo da questa fallimentare gestione del nostro servizio idrico ??? – si legge nella nota del comitato di Aprilia – Per ben 4 anni il gestore con la complicità della Segreteria tecnica dell’Ato 4 ha ritardato la chiusura dell’azione ispettiva dell’Athority, provando in tutti i modi a non restituire quanto non dovuto alle utenti non serviti dalla depurazione! “ Accuse pesantissime come un macigno che fanno da contorno all’ultima multa di 248 mila euro irrogata dall’Arera per la quale il comitato cittadino acqua pubblica di Aprilia preannuncia una forte mobilitazione e lancia il guanto di sfida nei confronti dell’Otuc, l’organismo di tutela delle associazioni consumatori dell’Ato 4: “Adesso bisogno vigilare affinchè gli utenti non siano ulteriormente veffati….se Acqualatina si farà pagare nelle prossime tariffe anche l’ultima multata ricevuta dall’Authority. Anche in questo caso, come per la questione delle ‘partite pregresse”, non ci si potrà affidare all’Otuc – si legge nella parte conclusiva del comunicato -. visto la conclamata incapacità a difendere i diritti dell’utenza!” Acqualatina non ha tardato tanto a replicare alle pesanti insinuazioni e censure del comitato dell’acqua pubblica di Aprilia affermando subito, gettando un po’ di acqua sul fuoco delle polemiche, che “tutte le rilevazioni contestate inizialmente sono state archiviate, rimangono unicamente tre presunte violazioni, comunque già ampiamente superate.
Acqualatina ritiene la sanzione pecuniaria applicata “del tutto ingiustificata per l’inconsistenza sproporzionata dei rilievi residui” e , pertando, sta valutando di ricorrere tanto che l’amministratore delegato, Raimondo Besson, ha ostentato tranquillità: “Siamo sereni del nostro operato. Le infrazioni contestate, non solo a parer nostro non ci sono mai state ma soprattutto, non hanno mai causato danno all’utenza”. Nel 2014 Acqualatina, in effetti, erano uno dei primi tre gestori italiani oggetto di ispezione avviata dall’allora Autorità Aeegsi, oggi Arera, nell’àmbito della sua attività di verifica ordinaria. A conclusione dell’ispezione, come previsto da procedura, erano state pubblicate le delibere contenenti le osservazioni con le richieste di chiarimenti e documentazione, alle quali sono seguite le argomentazioni dei tre gestori. “Oggi, dopo 4 anni, tutte le contestazioni avanzate ad Acqualatina – si difende l’ente gestore in una nota di replica – sono state archiviate, ne rimangono tre, comunque già ampiamente superate. “Come già detto ad avvio indagine, siamo sereni del nostro operato- aggiunge l’ingegner Besson – Siamo stati tra i primi, in Italia, a essere sottoposti a tali indagini, per il Servizio Idrico Integrato e ci siamo confrontati con una realtà che rappresentava una novità per tutti. Nonostante questo, di tutti i rilievi inizialmente avanzati, solamente tre sono stati oggetto di sanzione. I rilievi residui riguardano interpretazioni sulle tempistiche di approvazione di alcune delibere, e irrilevanti ritardi nell’adeguamento del format delle bollette dovuti alle necessità di adeguamento dei sistemi informativi alle nuove norme. Peraltro, si tratta di azioni che non hanno causato alcun danno all’utenza, anzi in un caso, il nostro operato è stato addirittura vantaggioso, per la collettività.” Entrando nello specifico, l’Autorità ha contestato i seguenti punti, ad Acqualatina l’applicazione sino al 2013 della quota fissa per il servizio di depurazione. Viene contestato che non sia stata restituita tempestivamente la quota fissa relativa alla depurazione per le utenze che non usufruivano del relativo servizio. “Il motivo è semplice: fino al 2014 non esisteva, nella tariffa approvata dall’Ato 4 – aggiunge Besson – la distinzione tra quota fissa per depurazione e per gli altri servizi, per cui l’importo da restituire non era determinabile! Infatti, non appena questa suddivisione è stata perfezionata, la Società ha provveduto, in tempi record, a rimborsare la quota per la depurazione a tutti gli utenti interessati.
Per tale motivo, oggi il punto è superato.”. L’Arera ha sanzionato il servizio idrico per il ritardo della pubblicazione in bolletta di una specifica frase, un ritardo “dovuto semplicemente alla necessità di adeguare i sistemi informativi che provvedono alla stampa della bolletta. Anche questo punto è ampiamente superato” tiene a precisare Besson. L’Authority ha, poi, avanzato delle osservazioni sulla tariffa, nello specifico contestando sulla base di una discutibile interpretazione amministrativa l’aggiornamento della tariffa 2012 “applicata dalla società, correttamente, sulla base di quanto approvato dalla conferenza dei Sindaci all’interno del Piano d’Ambito e non sulla base della successiva Conferenza tenutasi in applicazione delle delibere Arera”. “L’assurdità della sanzione risulta anche dal fatto – conclude l’ad Besson – che la tariffa applicata dal gestore in via transitoria era sensibilmente più bassa di quella approvata in seguito dalla Conferenza e, quindi, tale applicazione non solo non ha causato danni, ma è addirittura andata a favore dell’utenza”.
Saverio Forte