ITRI – Continuano gli accertamenti disposti dal magistrato titolare delle indagini, il sostituto procuratore Roberto Nomi Bulgarini, per fare piena luce sulla dinamica e, soprattutto, per accertare le reali responsabilità che potrebbero prefigurarsi in ordine al drammatico incidente stradale nel corso del quale lo scorso 7 ottobre, poco dopo le ore 21, lungo la strada Statale Appia, all’altezza dello svincolo della stazione ferroviaria di Itri, perse la vita Claudio Mancini, di 65 anni di Fondi. Se sono tre gli indagati con le ipotesi di reato di omicidio stradale – al 72enne di Itri che ha investito al volante della sua Ford Focus l’Alfa Romeo 156 su cui si trovano Mancini e la moglie –si sono aggiunti il conducente di una Kia contro la quale si era scontrata in fase di sorpasso la 156” di Mancini e finanche un primo soccorritore, un uomo di 60 anni di Itri, la Procura ha autorizzato lo svolgimento di mirati accertamenti peritali sui veicoli coinvolti nell’incidente stradale in cui aveva perso la vita Claudio Mancini. E l’ha fatto nominando quale consulente di parte l’ingegner Lucio Pinchera.
La difesa del principale indagato ha nominato l’ingegner Francesco Di Gennaro di Frosinone a cui si sono affiancati i periti di parte dell’indagato 60enne conducente della Kia Sportage (l’ingegner Speranza) e l’ingegner Pitolo in rappresentanza della famiglia della vittima. Top secret sull’esito dei due sopralluoghi ma – secondo quanto è trapelato – sarebbe stato bloccati i dispositivi di sicurezza all’interno dell’abitacolo della “156” così come sono state rinvenute le scatole nere a due delle tre auto coinvolte nel drammatico e mortale incidente stradale.
L’esito dei dati contenuti sarà determinante comprendere meglio la dinamica di quanto avvenuto sera del 7 ottobre scorso. Se il consulente nominato dalla Procura ha annunciato che depositerà la propria perizia entro 90 giorni, l’esame peritale è proseguito sul luogo della tragedia, nei pressi dello svincolo per la stazione ferroviaria di Itri sull’Appia. E’ considerato uno dei tratti “maledetti” della trafficata arteria stradale che, da anni sprovvisto di pubblica illuminazione, ha messo in questa vicenda a dura prova la generosità del 60enne terzo indagato. Era alla guida della sua auto che si fermò per sincerarsi delle condizioni di Mancini dopo essere stato coinvolto nella prima carambola. Secondo la ricostruzione del sostituto procuratore Nomi Bulgarini il soccorritore non avrebbe attuato le necessarie misure di sicurezza prima dell’arrivo, in direzione Formia, della Ford Focus.
Saverio Forte