SPIGNO SATURNIA – L’intera comunità di Spigno Saturnia sabato pomeriggio, alle 15, si fermerà per rendere l’estremo saluto a Domenico Simeone, l’autotrasportatore di 46 anni deceduto nel pomeriggio di giovedì folgorato mentre cercava di capire le ragioni del mancato funzionamento del contatore dell’energia eletttrica della sua abitazione, in località Capodacqua, nei pressi della sorgente e della zona di captazione gestita da Acqualatina. Su disposizione del sostituto procuratore Roberto Bulgarini Nomi la salma dello sfortunato ed apprezzato autotrasportatore, che lascia la moglie e quattro figli, è stata trasferita presso l’obitorio dell’ospedale “Santa Scolastica” di Cassino per essere sottoposta ad un esame medico legale. Qui sarà allestita la camera ardente sino allo svolgimento dei funerali in programma presso la chiesa parrocchiale di San Giovanni a Spigno Saturnia.
Quanto accaduto lo stanno cercando di ricostruire ancora i Carabinieri della Stazione di Minturno e della Compagnia in stretta collaborazione con i tecnici dell’Enel. Simeone è rimasto vittima di questa immane disgrazia mentre tentava di riallacciare i fili della corrente elettrica che nella mattinata di giovedì gli operai di una cooperativa incaricata dal comune, impegnati nei programmati interventi di sfalcio del verde pubblico, avevano inavvertitamente reciso. Rientrato da un viaggio di lavoro iniziato a Perugia con un carico di legna destinato a ristoranti e pizzerie della zona, il povero Domenico era stato informato dai suoi familiari della mancanza di corrente all’interno della sua abitazione. L’autotrasportatore aveva temuto che qualcuno avesse sabotato il contatore di casa ma le operazioni di ripristino del flusso dell’energia gli sono risultate fatali.
L’uomo veniva sobbalzato ad almeno dieci minuti di distanza dal contatore e risultavano inutili i soccorsi prestatigli dai suoi familiari. Il primo ad intervenire era il suo primogenito di 12 anni che nel tentativo di salvare il papà cadeva, costretto a rivolgersi alle cure dei sanitari dell’ospedale “Dono Svizzero” di Formia.
Saverio Forte