GAETA – Nel giorno del battesimo della sua primogenita l’ex sindaco di Gaeta Antonio Raimondi è tornato a parlare per dire che la conclusione delle indagini preliminari della Procura sulla gestione illegale di un filone dell’edilizia privata presso la ripartizione urbanistica è “un vaso di Pandora che, se si scoperchia completamente, offrirà altri ed inquietanti riscontri e sviluppi”. L'”Amerikano” non ha esitato un istante ad accettare l’invito del cronista a commentare l’esistenza, da parte del Sostituto procuratore Maria Beatrice Siravo, di un vero e proprio sistema, di un’organizzazione che, seppur a condizione quasi familiare e amicale, sarebbe stata capace di gestire illegalmente, dal 2011 al 2016, pratiche edilizie più o meno importanti.
L’ex sindaco di Gaeta, rispetto al suo recente passato amministrativo, appare essere meno giustizialista e più cauto quando anche gli vengono ricordate le ipotesi di reato – corruzione, abuso d’ufficio, falso, danneggiamento e abusivismo edilizio – per le quali la Procura aveva chiesto per cinque degli undici indagati l’emissione di altrettanti provvedimenti cautelari: “La magistratura faccia il suo corso ma è assordante – esordisce Raimondi – il silenzio delle attuali opposizioni. Mi sembrano essere più complici e responsabili, sul piano politico, dell’attuale maggioranza Forza Italia-Pd”.
E se un’inchiesta c’è stata l’ex sindaco del Movimento Progressista di Gaeta si attribuisce tutti i meriti. E probabilmente in questa storia c’è stato anche un nesso di casualità. Raimondi rivela di aver presentato ai Carabinieri nel 2015 una denuncia per quanto stava accadendo a poche decine di metri, ai piedi della sua abitazione sulla Flacca che ha un panorama mozzafiato sul sottostante lungomare di Serapo. Raimondi era all’epoca consigliere d’opposizione quando iniziarono i lavori di sbancamento di un terreno, “pagato davvero tanto rispetto alla sua superficie complessiva”, che avrebbe dovuto ospitare un fabbricato di tre piani per complessivi 14 appartamenti. I Carabinieri sequestrarono il cantiere, ci fu un interessamento all’epoca della Direzione Distrettuale antimafia di Roma ma rimase colpito da un intervento di alterazione dei luoghi che provocò la deviazione delle acque meteoriche provenienti da monte Lombone e dalla stessa strada Flacca. Tutto irregolare, senza uno straccio di autorizzazioni, che avrebbe provocato un dissesto idrogeologico in una zona fortemente antropizzata… in attesa della realizzazione di questa mega lottizzazione edilizia.
Raimondi nell’intervista poi ha ripercorso il suo rapporto non facile con la ripartizione urbanistica del comune di cui era diventato sindaco nel 2007. Impiegò tre anni per decapitare la struttura dirigenziale e nel frattempo chiedeva lumi sul progetto in itinere in via Fontania, nei pressi della sua abitazione: “Chiedevo di avere, di conoscere le carte – rivela – ma quel carteggio era vuoto. Non c’era niente o quanto necessario che giustificasse quell’intervento. Lì nacquero i mie sospetti che qualcosa non filasse per il verso giusto”. E poi il suo rapporto, non facile, con Cristoforo Accetta, fratello minore dell’imprenditore e futuro consigliere comunale di Forza Italia, Edoardo: “Nessuno lo sa – aggiunge Raimondi – ma dovetti attendere l’allontanamento dell’allora dirigente del settore urbanistica del comune di Gaeta Sisto Astarita per rimuovere, nel 2010, Accetta junior dal ruolo che occupava. Il provvedimento lo assunse il nuovo responsabile, Antonella Avitabile, ma – ammette Raimondi – Accetta era davvero bravo, il suo lavoro lo sapeva compiere davvero in modo egregia.”
Nel 2012 vinse per la prima volta le elezioni amministrative il sindaco di Forza Italia Cosmo Mitrano, il geometra di 43 anni tornò al suo posto all’ufficio istruttoria della ripartizione urbanistica mentre il fratello maggiore sedeva in consiglio comunale. Il massimo. Sino a quando – con i Carabinieri prima e la Guardia di Finanza poi di stanza stabilmente nel palazzo di piazza XIX Maggio – il sindaco Mitrano, intelligente e scaltro qual è, capì che qualcosa gli stava sfuggendo. E così che nell’agosto 2016, a pochi mesi dal vittorioso voto amministrativo, Mitrano chiese ed ottenne un nuovo trasferimento del geometra Accetta preso il comando della Polizia Locale. Qui Raimondi ha fatto un’altra piccante rivelazione: “Se il sindaco Mitrano è fuori, per sua fortuna, da questa grave vicenda lo deve al sottoscritto. A Cosimino – così lo chiama ancora – ho chiamato poche volte in quella consiliatura ed un giorno lo invitai – lui era di ritorno da Fondi – a casa mia sulla Flacca. Gli offrii un caffè e gli feci vedere cosa sta avvenendo sotto i nostri piedi. In quel momento ho visto il sindaco di Gaeta perplesso e, probabilmente, quella visita gli ha fatto bene”. Raimondi, a distanza di anni, conferma le sue preoccupazioni sul fatto che la sua città, Gaeta, “sia ancora la lavatrice della camorra. Basta guardarsi in giro e vedere le tante abitazioni in vendita o in affitto o le attività commerciali chiuse. Ci si rende noto che, al di là delle apparenze e di qualche rotatoria realizzata con i soldi degli altri (dell’ex Autorità portuale del Lazio), Gaeta è ferma, non ha una progettualità, i suoi problemi atavici restano lì insoluti”. Le opposizioni non stanno svolgendo il ruolo di controllo che gli hanno attribuito i cittadini ed il sindaco “ne sta approfittando”.
A telecamere spenta e taccuino chiuso, Raimondi, la cui paternità è stata a quanto pare salutare, si assume anche le sue responsabilità politiche: “Il mio più grande errore? Dopo la nascita del Pd nel 2008. Avrei dovuto prendere in mano quel partito e non l’ha fatto. E’ vero, sono stato troppo ortodosso, prigioniero del progetto civico che avevo contributo a fondare. Ma la politica ancora conta e la sua assenza a Gaeta è figlia di tutti questi guai che abbiamo sotto i nostri occhi”.
Saverio Forte
Intervista ad Antonio Raimondi