GAETA – Un ex sanatorio per le persone socialmente più isolate che diventa un polo museale. Quello che era sino ad un secolo fa l’ospedale dell’Ipab della Santissima Annunziata di Gaeta , dopo due anni di certosini e lavori di ristrutturazione, ha cambiato destinazione: da luogo di sofferenza ad epicentro per offrire “il suo contributo alla produzione di cultura, il lievito che serve per crescere”. Si è espresso in questi termini l’Arcivescovo di Gaeta, Monsignor Liugi Vari, nel corso della bella e partecipata cerimonia per la firma del protocollo d’intesa con il comune di Gaeta e l’Ipab della Santissima Annunziata per la riapertura della storica struttura di assistenza nel “cuore” del quartiere medioevale di Gaeta S.Erasmo.
Se gli spazi del piano superiore ospitano ora la mostra permanente dei tesori dell’Ipab – una collezione di sculture in argento, opere di arte sacra, dipinti e manoscritti di straordinario valore storico, il piano terra è stato trasformato in una sala polifunzionale. E a ricordare che quello fu un drammatico luogo di cura, resta una stanza che ospita la fedele ricostruzione di una sala operatoria di inizio novecento allestita dal collezionista Carlo Giannini in collaborazione con l’ordine dei medici di Latina che, presieduto da Giovanni Maria Righetti, è stato rappresentato dal dottor Giovanni Baiano.
Soddisfatto per questo importante e atteso intervento di recupero di un segmento della memoria storica di Gaeta e dell’intero Golfo è stato proprio Monsignor Luigi Vari: “Più che una collaborazione, qui abbiamo realizzato un‘amicizia. È stata l’amicizia nata tra noi a consentirci di raggiungere un obiettivo che solo due anni fa, quando qui dentro c’erano degrado e rovina, appariva impensabile”.
“Quello che celebriamo oggi – ha detto nel suo saluto il sindaco di Gaeta, Cosmo Mitrano – è il risultato di un lavoro di squadra che sarà modello di riferimento per tutto il resto che verrà. Quest’opera è un puzzle che siamo riusciti a comporre grazie alla collaborazione tra tutte le istituzioni del territorio”. Una collaborazione rinnovata e rinvigorita dalla decisione del sindaco di firmare una manifestazione di intenti che presto porterà anche il Comune a sottoscrivere la convenzione, già operativa tra Ipab e Arcidiocesi, fondativa del polo museale cittadino.
“Già oggi – ha ricordato Clemente Ruggiero, il direttore dell’Ipab che ha seguito personalmente i lavori di restauro – con un solo biglietto è possibile visitare, accompagnati dalle guide turistiche, la cattedrale, il campanile, il museo diocesano, il santuario dell’Annunziata, la cappella d’oro e la mostra d’arte appena inaugurata”. A tagliare il nastro è stato l’attivo commissario regionale dell’Ipab, Luciana Selmi. “I primi mesi sono stati difficili, non sono mancate le incomprensioni. Ma la buona volontà e il desiderio di restituire alla città un bene così prezioso ci hanno permesso di lavorare in armonia. Non ho mai visto dipendenti di una struttura darsi da fare come qui a Gaeta. Tutti – ha sottolineato Selmi – si sono impegnati al massimo, come se stessero lavorando per la propria casa”.
L’assessore regionale Massimiliano Valeriani, nel saluto conclusivo, ha citato l’Ipab di Gaeta come uno “straordinario esempio di rigenerazione urbana, frutto di una costruttiva fratellanza tra gli enti e le istituzioni territoriali. Farò in modo che la Regione Lazio – ha aggiunto rispondendo al direttore dell’Ipab – stanzi presto i fondi necessari per procedere anche al rifacimento della facciata esterna”.
Saverio Forte