FORMIA – “Il servizio, è vero, andava garantito ma in Giunta avevamo manifestato a più riprese le nostre perplessità e preoccupazioni su quanto si stava decidendo”. Ha dovuto gestire il suo legittimo e personale disappunto Gino Forte (difeso dall’avvocato Vincenzo Macari), l’ex responsabile del servizio igiene ed ambiente del comune di Formia nel corso dell’udienza del processo che lo vede imputato per il solo reato di abuso d’ufficio relativamente all’affidamento dell’incarico e, più volte prorogato, alla Latina Ambiente per quanto riguarda la gestione dei ciclo dei rifiuti dal 2011 al 2015. Davanti al collegio giudicante del Tribunale di Cassino, presieduto dalla dottoressa Monica Perna, sono comparsi i primi tre testi citati dalla Procura della Repubblica e, soprattutto, dal magistrato titolare delle indagini, il sostituto procuratore Alfredo Mattei.
Tre dei componenti della Giunta di centrodestra in carica all’epoca, gli ex assessori alla Polizia Locale e personale, al bilancio e alle attività produttive, Pasquale Cardillo Cupo, Raffaele Manna e Raffaele Ranucci, non hanno abiurato quanto deciso in quella fase storica dopo la conclusione dell’incarico affidato in precedenza dall’amministrazione di centrosinistra all’Ama di Roma ma, per certi versi, hanno voluto esternare i loro “distinguo” su una scelta per la quale avrebbero manifestato all’interno dell’esecutivo non poche perplessità e riserve di natura procedurale. La Procura di Cassino, sulla scorta delle indagini svolte dai Carabinieri della Compagnia di Formia, ha sempre contestato la legittimità degli atti deliberati dalla Giunta, all’epoca guidata dal sindaco e Senatore Michele Forte, anch’egli indagato – come il responsabile del settore Gino Forte – sino alla sua prematura scomparsa avvenuta nel settembre 2016. Nello specifico Gino Forte senza averne i titoli non essendo dirigente (per la Procura, essendo un caposezione, non avrebbe avuto i titoli per farlo in palese violazione del codice degli appalti) è accusato di aver firmato la determina di incarico alla fallita Latina Ambiente il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani del comune.
L’affidamento avvenne direttamente, dunque senza gara d’appalto, e venne prorogato “per ben due volte aumentando notevolmente il suo importo e procurando alla Latina ambiente un ingiusto vantaggio economico derivante come detto dall’aggiudicazione illegittima del servizio e dai pagamenti in aumento conferite con le proroghe illegittime”. Sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Cassino sono finite l’ordinanza sindacale numero 104 del 21 dicembre 2011 che affidava alla Latina ambiente il servizio di igiene urbana “senza alcuna gara e sulla base di un’urgenza non imprevedibile” e, poi, la delibera di Giunta municipale numero 233 del 29 giugno 2012 (“provvedimento emesso in forza di proposta informale e rassicurazione del sindaco Michele Forte”) che delega lo stesso primo cittadino ad emettere una nuova ordinanza contingibile ed urgente per permettere la prosecuzione del servizio. I costi sarebbero anche lievitati, passando da 339mila a 303 mensili pari a 2.259mila euro rispetto ai precedenti 2.035mila euro.
Nell’iniziale conclusione delle indagini ricevettero un altro avviso di garanzia, oltre a Michele e Gino Forte, il presidente del consiglio d’amministrazione della Latina Ambiente Giacomo Mignano, l’amministratore delegato Valerio Bertuccelli ed il direttore generale Vincenzo Esposito. Furono indagati per falsità ideologica: avrebbero attestato falsamente che la municipalizzata del comune di Latina aveva prodotto e, quindi, presentato un ricorso al tar avverso il provvedimento numero 104 del 21 dicembre 2011 per “vedersi riconoscere la giusta remunerazione del servizio ordinato” . Insomma la Latina Ambiente avrebbe minacciato u ricorso al Tar per riderminare il canone mensile da pagare da parte del comune di Formia.
Il processo proseguirà il 12 febbraio 2019 e saranno sentiti altri testi del sostituto procuratore Mattei, il resto della composizione della Giunta incarica in quegli anni, gli assessori ai servizi sociali Giuseppe Treglia, alla protezione civile Gianni Carpinelli, ai lavori pubblici Erasmo Ciccolella, alla cultura Amato La Mura e il vice-sindaco ed assessore all’urbanistica Benedetto Assaiante. Anche loro diranno davanti il Tribunale di Latina: abbiamo votato anche se eravamo contrari. Anche se la legge non ammette ignoranza.
Saverio Forte