SESSA AURUNCA – Per gli economisti è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. Anche l’economia circolare, innovativa e rivoluzionaria, è sempre più di casa presso l’ex centrale nucleare del Garigliano. Il suo delicato e pericoloso smantellamento è in corso da 18 anni e si completerà nel 2026. La società incaricata di farlo, la Sogin, ha dimostrato come sia possibile riciclare i materiali derivanti dalle pericolose operazioni di decommissiong.
A vestire, con successo, i panni di Cicerone nel “cuore” dell’ex sito nucleare dell’Enel – inaugurato nel 1964 e dismesso dopo una serie di incidenti e di problemi funzionali nel 1982 – è stato l’amministratore Delegato Luca Desiata. Ha evidenziato come la strategia adottata per la riduzione dell’impatto ambientale del decommissioning nu-cleare sia basi su tre direttrici: la minimizzazione del quantitativo di rifiuti radioattivi; la separazione, il riuti-lizzo e il riciclo dei materiali e l’attuazione di politiche di miglioramento delle performance ambientali. So-gin ha aderito alla Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, una campagna riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente che, giunta alla 10° edizione, in Italia viene organizzata da un Comitato Promotore Nazionale formato da Mattm, Cni Unesco, Utilitalia, Anci, dalle città Metropolitane di Torino e Roma, dalla Legambiente e dall’Aica.
I lavori di smantellamento dell’ex turbina si sono articolati in più fasi. Dapprima il rotore, il cilindro di 105 tonnellate composto di ferro e rame, è stato estratto e sezionato con filo diamantato in due parti. Succes-sivamente l’alternatore, composto da ferro, rame e plastica per un peso di 296 tonnellate, una volta effet-tuata la bonifica dall’amianto presente, è stato tagliato e rimosso. Queste attività rientrano nei lavori av-viati nel 2016 per lo smantellamento della turbina, il più grande componente del ciclo termico dell’impianto del Garigliano con un peso totale di 1.800 tonnellate. Un lavoro che rappresenta un impor-tante avanzamento fisico nel decommissioning della centrale del Garigliano. I locali della turbina, una volta liberi, ospiteranno infatti la stazione trattamento dei materiali, necessaria per procedere all’apertura del vessel e al suo smantellamento.
Saverio Forte
INTERVISTE Luca Desiata, amministratore delegato Sogin, e Alfonso Maria Esposito, responsabile decommissioning centrale nucleare Garigliano