GAETA – Il nuovo corso politico al comune di Formia sulla possibile delocalizzazione del pontile petroli dell’Eni verso il litorale di Vindicio sta provocando soltanto un gran rumore, nulla di più. A dirlo è niente meno che il sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano che, attaccato pesantemente nei giorni scorsi dall’ex primo cittadino formiano Sandro Bartolomeo, non manca ora di polemizzare con il suo successore, Paola Villa. Nonostante la forma amicale e convenevole (“Cara Paola”), Mitrano le offre in una lettera aperta la sua versione sui fatti su una querelle promossa dal presidente dell’ex Autorità portuale del Lazio, Francesco Maria Di Majo. Quest’ultimo non aveva escluso la possibilità, infatti, di trasferire la temuta struttura della nostra multinazionale degli idrocarburi dall’attuale zona della Peschiera all’interno del porto commerciale di Gaeta e, dunque, verso la spiaggia di ponente di Vindicio.
Mitrano ha risposto al sindaco Villa dopo la richiesta del comune di Formia di far parte del comitato tecnico scientifico insediatosi alcuni mesi fa a Gaeta. L’istanza non potrà più essere accolta solo perché questo tavolo – annuncia Mitrano – ha già esaurito il suo compito, quello di fornire “indicazioni generiche per avere una prima idea di base, scevre da pregiudizi e da questioni “politiche”. La delocalizzazione del pontile dell’Eni – osserva Mitrano -richiede un iter procedurale molto articolato e tempi abbastanza lunghi. “Difatti, se pensiamo che sono trascorsi oltre 10 anni per approvare la variante al Piano regolatore portuale, sarà lecito chiedersi quanto tempo e quanti milioni di euro occorreranno per il processo di delocalizzazione del pontile.” Da qui la considerazione del sindaco di Gaeta che risulta molto di più di un invito alla collega formiana a non alimentare facili ed inutili polemiche: “Bisognerà attivarsi per reperire i finanziamenti necessari per affidare l’incarico per lo studio di fattibilità per poi acquisire i pareri necessari e dare avvio delle procedure burocratico-amministrative che dovranno concludersi con l’approvazione della variante di destinazione d’uso.”
Si tratta, insomma, di passaggi molto articolati, delicati ed onerosi, i cui tempi di realizzazione sono prevedibilmente lunghi al punto da ipotizzarne la conclusione, “a voler essere ottimisti – conclude il sindaco di Gaeta – non prima di una ventina di anni”. Decisionista ma anche concreto quanto basta, e se il sindaco di Gaeta avesse capito che Formia potrebbe prendere politicamente la palla in balzo da rendere la sua azione più incisiva all’interno dell’ex Autorità portuale da trasformare quella è stata sinora una disgrazia in grazia? La conferenza dei capigruppo venerdì mattina ufficializzerà la convocazione del consiglio comunale straordinario sul trasferimento del pontile petroli in programma il 6 dicembre e non è escluso che alla seduta possa parteciparvi, su richiesta di alcune minoranze, il presidente di Majo che politicamente – secondo alcuni rumors romani – si è molto avvicinato alla Lega per coltivare la sua ricandidatura alla guida dell’ex Authority portuale del Lazio.
Intanto sulla questione del pontile dell’Eni sono volate scintille in un confronto presso un’emittente radiofonica locale tra la Villa e Mitrano che le”fughe in avanti” dell’amministrazione formiana le aveva bocciate nella lettera aperta a “Cara Paola”: “Intanto, in mancanza di studi o atti concreti, la “politica” non è in grado oggi di esprimere valutazioni e determinazioni sulle varie ipotesi di delocalizzazione in quanto esse risulterebbero inutili e premature. Nella fattispecie, il primo confronto politico – al quale sarai chiamata a partecipare unitamente agli altri sindaci dei Comuni del Golfo nonché ai rappresentanti degli enti istituzionali competenti – potrà aver luogo in occasione dell’analisi di uno Studio di fattibilità tecnico-economico che riveste un ruolo essenziale per avviare il processo decisionale a tutela dell’ambiente, della sicurezza e della salute delle nostre comunità.”
Mitrano appare per la prima volta attendista, vuole pazientare. Forse nel timore che il confronto politico-istituzionale possa accendersi in un muro contro muro tra i due principali centri del Golfo? Un altro passaggio della sua lettera è inequivocabile: “Queste procedure e la tempistica vanno prese in seria considerazione prima di ad-dentrarsi nelle varie ipotesi di delocalizzazione del terminal petrolifero. Sono certo che vorrai convenire con me – si rivolge al sindaco di Formia – che parlarne oggi, senza poter disporre di alcun dato «tecnico» concreto, è inutile e improduttivo: voler sollevare il problema oggi, indicando già una soluzione, rimane solo una mera esercitazione teorica basata sul nulla.”
Nella parte finale della lettera Mitrano sembra quasi offrire il ramoscello d’ulivo alla collega formiana, i cui rapporti politico-istituzionali, al di là dei convenevoli di prassi, non sono ottimali dopo la questione della nuova sede del distretto socio-sanitario del sud-pontino: “Ti sottolineo la necessità di coinvolgere i nostri due enti istituzionali – unitamente ad altri enti che hanno competenza in materia – allorquando saranno maturi i tempi, ovvero quando potremo confrontarci politicamente, per lo meno, su contenuti concreti desunti dallo Studio di fattibilità che non risulta, però, essere stato ancora commissionato. Il nostro territorio non ha bisogno di ulteriori disequilibri ma di soluzioni alternative ottimali. Il nostro impegno è quello di delocalizzare il pontile, contemperando le esigenze di natura economica e commerciale con la sicurezza e la salvaguardia dell’ambiente, nel rispetto comunque delle vocazioni turistiche delle città di Gaeta, Formia e Minturno”.
Saverio Forte