FORMIA – Sarà un consiglio comunale di Formia davvero straordinario quello convocato dalla conferenza dei capigruppo per giovedì 6 dicembre alle ore 16.30. L’unico argomento all’ordine del giorno – come annunciato nei giorni scorsi – riguarderà la futura localizzazione del pontile petroli dell’Eni che ha rilanciato la storica (e si sperava superata) contrapposizione tra i comuni di Formia e Gaeta sulla fruibilità della risorsa-Golfo. Le rassicurazioni fornite a più riprese dal sindaco Cosmo Mitrano e, indirettamente, dal collega di Minturno Gerardo Stefanelli, non sono servite all’amministrazione di Paola Villa per sotterrare l’ascia da guerra. Il nuovo corso del comune di Formia non vuole che si parli di una delocalizzazione della struttura dell’Eni all’interno del porto commerciale di Gaeta e, dunque, in un tratto di mare più vicino al litorale di ponente di Vindicio. Da qui l’iniziativa di convocare un consiglio comunale che sarà davvero “aperto”.
Il presidente dell’assemblea, Pasquale Di Gabriele, che nella conferenza dei capigruppo di venerdì è stato protagonista di uno scontro quasi…fisico con il capogruppo dell’Udc Erasmo Picano, ha esteso l’invito ad un parterre dei roi unico: il senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone, il deputato del M5S Raffaele Trano, il consigliere regionale azzurro Pino Simeone, i sindaci di Gaeta e Minturno, il presidente dell’ex Autorità portuale del lazio e del consorzio di sviluppo industriale del sud-pontino, Francesco Maria di Majo e Salvatore Forte, il responsabile delle relazioni istituzionali e dei processi e gestione operativa logistica dell’Eni, Marco Lanari e Paolo Salusti e, inoltre, i presidenti della Confcommercio Lazio sud e dell’associazione dei balneari di Formia, Giovanni Acampora e Gianfilippo Di Russo. La convocazione è stata formalizzata ma arriva ora l’aspetto più complicato da affrontare: il consiglio che tipo di delibera dovrà discutere ed approvare? Il no pregiudizievole della sindaca Paola Villa non piace alle opposizioni, convinte (alcune) che l'”ammuina” di questi giorni potrebbe solo rafforzare la posizione del comune di Gaeta e del suo sindaco Mitrano. Ha sposato questa tesi, per esempio, il gruppo consiliare della Lega secondo il quale “il dibattito di questi giorni sulla paventata ipotesi di delocalizzazione del Pontile Petroli dell’Eni ci ha portato indietro di almeno 20 anni. Sindaci contro ex sindaci, fiumi di inchiostro, prese di posizione nell’esclusivo interesse del proprio orticello, poi però tutti pronti in campagna elettorale a palare di città del Golfo, di servizi unici ai cittadini del comprensorio.”
Il ‘carroccio’ formiano naturalmente ostenta la sua “assoluta contrarietà ” allo spostamento del pontile petroli dell’Eni “davanti il nostro specchio acqueo e dice come sia arrivato il tempo di “subire scelte prese da altri Enti che comportano problemi enormi al nostro territorio sia dal punto di vista ambientale che turistico ricettivo”. Il capogruppo Antonio Di Rocco, sposando il ragionamento del nuovo coordinatore politico di “Formia città in comune” (una delle quattro liste civiche che sostengono la sindaca Paola Villa) Enrico D’Angelis, arriva a dichiarare che “dobbiamo e possiamo essere artefici del nostro destino”. Il caso degli impianti di mitili e pesci che dovevano essere delocalizzati all’esterno di Punta Stendardo dopo il periodo di “sperimentazione” (per altro mai iniziata ufficialmente) e una Legge Regionale che definisce il Golfo di Gaeta “area sensibile” ne sono – arringa Di Rocco – “l’esempio più calzante. Subiamo scelte decise da altri ed aldilà di giuste prese di posizione e mobilitazioni non possiamo concretamente fare nulla.”
Cosa fare allora? L’amministrazione comunale deve essere protagonista di uno scatto di reni e Di Rocco offre una lungimirante ed intelligente proposta che non sta facendo dormire sonni tranquilli al sindaco di Gaeta Mitrano: “E’ giunto il momento per Formia – suggerisce Di Rocco – al momento senza una prospettiva vera di fare una scelta coraggiosa: dobbiamo entrare nell’Autorità portuale di Civitavecchia, Fiumicino, Gaeta che il futuro, perché no, potrebbe ospitare anche il nome di Formia. Solo così potremmo partecipare alle scelte strategiche del nostro Golfo assumendoci responsabilità politiche chiare e magari finalmente utilizzare anche un porto (quello commerciale Vespucci) che è fermo e lavora forse al 10% delle sue possibilità. Se Gaeta si è specializzata per il porto commerciale, Formia potrebbe specializzarsi nelle Crociere e magari all’Autorità Portuale ciò potrebbe anche convenire di più…” Di pochi giorni fa è stato l’annuncio di un finanziamento approvato dalla Bei ( la Banca Europea per gli Investimenti) per Civitavecchia e Fiumicino di ben 515 milioni di euro tramite l’Autorità Portuale.
I capogruppo Di Rocco l’ha saputo e ora avanza un interrogativo: “Ma noi quando li vedremo mai questi investimenti? Investimenti del genere comportano sviluppo e soprattutto nuove opportunità di lavoro per i nostri ragazzi. Allora si che avremo dato un servizio alla nostra città. Questo è quello che ci aspettiamo di discutere nel Consiglio Comunale convocato per giovedì prossimo e per questo motivo auspichiamo un atto di coraggio e no una inutile passerella che non produrrà alcun atto concreto né per evitare lo spostamento del pontile né per iniziare a progettare finalmente opportunità concrete di sviluppo”. Sulla stessa lunghezza d’onda viaggia anche il presidente del consiglio comunale di Formia, l’avvocato Pasquale Di Gabriele, che condivide la tesi politica di Di Rocco e avanza, forse da pessimo studente in geografia, una sorta di provocazione (che tale non è) di natura toponomastica : “L’ex Autorità portuale del Lazio si è trasformata in Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale. Mi chiedo e domando? Ma Formia, come Gaeta, su quale mare affaccia? Qualcuno prima di giovedì me lo faccia sapere!”
Saverio Forte