GAETA – Un vero e proprio sistema per gestire negli ultimi anni in maniera illegale un filone dell’edilizia privata a Gaeta. L’ha continuato a ribadire con una lunga ed articolata memoria il sostituto procuratore della Repubblica di Cassino Beatrice Siravo che, dopo aver chiuso le indagini preliminari a carico di undici persone con le ipotesi di reato di corruzione, abuso d’ufficio, falso, danneggiamento e abusivismo edilizio, ha impugnato davanti la terza sezione penale del Riesame il diniego dello scorso settembre del Gip del Tribunale di Cassino Salvatore Scalera per l’emissione di provvedimenti cautelari per cinque di loro.
La discussione è stata lunga ed articolata e la rappresentante della pubblica accusa ha rinnovato la sua richiesta soprattutto per il pericolo della reiterazione del reato: la concessione degli arresti domiciliari per il tecnico del comune di Gaeta Cristoforo Accetta, il divieto di dimora a Gaeta per i geometri Alessandro Liberace, Salvatorluca Tarallo e Andrea Criscuolo e finanche l’inibizione dal servizio sempre presso il comune di Gaeta dei funzionari Fulvia Marciano e Lilia Maria Pelliccia. I giudici del Tribunale della Libertà si sono riservati la decisione se accogliere o meno la richiesta della Procura che ha messo sott’accusa, secondo le risultanze investigative della Guardia di Finanza del gruppo di Formia prima e dei Carabinieri della Tenenza di Gaeta poi, un’organizzazione composta complessivamente da 11 tra funzionari e dipendenti della ripartizione urbanistica del comune, tecnici privati ed proprietari di immobili e guidata dall’istruttore Cristoforo Accetta. Quest’ultimo è stato considerato il socio occulto dello studio tecnico di proprietà di Salvatorluca Tallaro presso il quale si appoggiavano due tecnici di Formia e Gaeta, Alessandro Liberace e Andrea Criscuolo, firmatari e presentatori delle pratiche edilizie che, alla fine, approvava al comune di Gaeta il geometra Accetta.
Il sostituto Procuratore Siravo è arrivato ad ipotizzare un giro di mazzette che i vertici dell’organizzavano avrebbero incassato da semplici cittadini con l’obiettivo di velocizzare ed ottenere l’approvazione delle rispettive pratiche urbanistiche. Secondo la Procura di Cassino questo clichè si sarebbe perpetrato dal 2011 sino al 2016 e nell’inchiesta è finito un po’ di tutto: dalla realizzazione di una palazzina di tre piani in via Fontania per ricavarvi 14 alloggi a quella, abusiva, di un canale di scolo delle acque meteoriche di tra la via Flacca e la sottostante spiaggia di Serapo con inevitabili problemi di tenuta idrogeologica. La richiesta della Procura è stata naturalmente contestata dal nutrito collegio difensivo composto dagli avvocati Pasquale Cardillo Cupo, Luca Scipione, Maurizio Mele, Pasquale Improta e Gianluca Di Biase. Ha condiviso le conclusioni cui è giunto il Gip Scalera nel momento in cui due mesi e mezzo fa non aveva accolto le richieste della Procura non sussistendo più le ragioni che motivassero le esigenze cautelari per episodi definiti datati nel tempo e poi perché Accetta non ricopre più l’incarico grazie al quale avrebbe svolto il ruolo di “dominus” di questa organizzazione.
Il suo legale, l’avvocato Cardillo Cupo, ha specificato come moltissime pratiche sottoposte all’attenzione dell’ufficio istruttoria del suo assistito presso la ripartizione urbanistica del comune di Gaeta siano state “respinte e dichiarate inammissibili”. Altro che compiacenza con i tecnici esterni. E’ stato definito anche compatibile l’incarico di funzionario pubblico di Accetta (anche se con il regime orario del parti time) con la libera professione. E’ stata prodotta un’”esplicativa circolare” del consiglio nazionale dell’ordine dei geometri che ha ammesso questo doppio ruolo professionale “previa informazione” all’ente presso si presta servizio. Accetta ha informato il comune di Gaeta che ricopriva questo doppio ruolo sin dal 2010 non ricevendo mai alcun tipo di obiezione. E poi davanti il Riesame è approdato il capitolo del trasferimento di Accetta dalla ripartizione urbanistica alla Polizia Locale del comune di Gaeta. L’orientamento del principale indagato in questo filone d’inchiesta della Procura di Cassino è stato chiaro: massima disponibilità nello svolgimento delle indagini.
A seguito della notifica dell’avviso di inizio indagini, Accetta il 26 luglio 2016 con nota protocollo numero 39869 indirizzata al dirigente del settore Roberto Guratti ed al segretario generale del comune di Gaeta Luigi Pilone, formulò istanza di assegnazione ad altro servizio, “a tutela e trasparenza delle indagini nel frattempo avviate dal gruppo di Formia della Guardia di Finanza, nonché dalla propria professionalità”. A seguito di questa richiesta il funzionario fu assegnato all’Ufficio Manutenzione stradale presso la Polizia Locale. “Nessuno mi ha mai spostato – ha concluso Accetta – ma è stata una mia richiesta a tutela della mia professionalità e per consentire alla Finanza di svolgere le dovute indagini. Nulla di più”.
Nel voluminoso carteggio prodotto dalla difesa al Riesame sono state inserite, infine, due sentenze del Tar del Lazio e del Consiglio comunale con cui vennero respinti i ricorsi di due privati confinanti che chiesero l’annullamento del permesso a costruire numero 01/2014 rilasciato ad Arcangelo Purgato e Silvestro per la costruzione in via Fontania-località Capo Di Serapo di un fabbricato residenziale di 14 alloggi distribuiti su tre piani in una zona sottoposta a severi vincoli paesaggistici. I privati rilevarono una serie di presunte violazioni tecniche, formali e sostanziali, ma il Tar ed il Consiglio di stato avallarono il via libera del comune di Gaeta. Sino a quando di quel cantiere in riva al mare di Serapo si interessarono gli agenti del gruppo di Formia della Guardia di Finanza in stretto coordinamento della Direzione Distrettuale antimafia di Napoli.
Saverio Forte