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Formia / Caso Rogedil, nuovo debito fuori bilancio in arrivo di 400mila euro

FORMIA – I nodi, prima o poi, nella vita o in qualsiasi azione amministrativa, arrivano al pettine. La mancata realizzazione della zona artigianale del cosiddetto polmone verde di Mergataro a Formia costerà alle casse del comune poco meno di 400mila euro, esattamente 399.941mila euro. E’ trascorsa politicamente un’era glaciale ma è giunta al capolinea dopo quasi un quarto di secolo la delicatissima querelle tecnico-amministrativa e giudiziaria promossa dalla Rogedil, la società romana che per conto del Consorzio industriale del sud-pontino propose nella primavera 1993 alla Regione un progetto per la realizzazione delle opere infrastrutturali necessarie per la nascita di un’avvenieristica area artigianale.

L’infrastruttura era già finanziata grazie fondi comunitari n.2052/88 obiettivo 5b tant’è che la Regione – assessorato all’industria approvò la finanziabilità del progetto infrastrutturale presentato a favore questa società di servizi si cautelò chiedendo al Consorzio industriale di “porre in essere al più presto e in tutte le opportune sedi ogni possibile e legittima azione sufficiente per subire danni di rilevante entità”. Da cinque mesi, nell’aprile 1994, al comune di Formia c’era una Giunta di centrosinistra e il consiglio adottò una delibera a causa della quale si è maturato ora un debito fuori bilancio di 399mila euro. Cosa fece in sintesi. La delibera consiliare numero 67 fece uno “sgarro” al consorzio industriale del sud-pontino all’epoca guidato dal potente segretario del comitato comunale della Dc, l’andreottiano Aldo Carfora ma compi una palese contraddizione amministrativa: perfezionò il recepimento delle previsioni della variante al Piano regolatore generale del consorzio industriale nel Prg dello stesso comune ma stabilì che “l’area di Ponzanello-Mergataro, esclusa dal recepimento della variante al Piano regolatore del Cosind, sarà normata così come previsto dal Prg dello stesso comune come zona E1…..”. Insomma la volontà della prima Giunta Bartolomeo fu chiara: i secolari uliveti di Mergataro non si devono toccare, quel comprensorio deve continuare ad avere una vocazione agricola. Punto.

Fu questo il big bang dell’avvio di un contenzioso che ha impedito alla Rogedil di realizzare le opere infrastrutturali presentate e, pertanto, di perdere un finanziamento Cee di 16 miliardi delle vecchie lire, contributo “ottenuto proprio sulla scorta del progetto esecutivo redatto dalla Rogedil servizi srl”. Ne scaturì un durissimo procedimento civilistico e risarcitorio che si concluse il 5 febbraio 2004, dieci anni più tardi, quando il Tribunale di Latina condannò il comune di Formia a pagare alla Rogedil 250 mila, più 15mila euro per le spese di liti. A settembre di quello stesso anno – da un anno era tornato a guidare il comune il democratico Sandro Bartolomeo – il consiglio decise di pagare e ratificò un debito fuori bilancio che nel frattempo era lievitato a 270mila euro e qualche spicciolo. Ma il comune produsse appello e la prima sezione civile della Corte d’appello nel marzo 2007 ribaltò la sentenza di primo grado: a pagare questa volta doveva essere la Rogedil, condannata a restituire complessivamente 339 mila euro, comprensiva degli interessi prodotti dal decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Latina e dagli onorari riconosciuti all’avvocatura comunale (circa 33mila euro) e all’allora segretario generale del comune Mario Taglialatela.

Ma non finì. La Rogedil addirittura trovò un accordo nel novembre 2008 con l’appena eletta amministrazione di centro destra per rateizzare in dodici mesi le somme dovute ma andò avanti: impugnò la sentenza della Corte d’appello davanti la terza sezione civile della Cassazione nel 2015 che chiese un nuovo pronunciamento dei giudici (ma con un collegio giudicante) di secondo grado. E così è stato.

Il Comune ha perso definitivamente questo contenzioso che ha assunto una proporzione economica diversa rispetto al primo pronunciamento del Tribunale. Nel debito fuori bilancio ratificato dal consiglio comunale ci sono anche gli onorari che l’avvocatura interna ha incassato dopo la sentenza d’appello. Per il capogruppo consiliare di “Formia con te”, Gianfranco Conte, l’ente deve restituire alla Rogedil i compensi che i legali del comune hanno monetizzato dieci anni fa. A suo dire il danno dopo la beffa. L’avvocatura del comune di Formia ha fatto sapere che gli onorari vanno deliberati e riconosciuti subito dopo ogni grado di giudizio, a prescindere dal suo esito. Non si attendere, insomma, che il contenzioso conosca una parola fine com’è avvenuto con la querelle della Rogedil srl.

Saverio Forte

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