GAETA – Il potenziato porto commerciale di Gaeta diventi uno strumento, unico ed indispensabile, per favorire e far affermare il trainante settore dell’economia del mare sul territorio del sud-pontino e del Basso Lazio. E’ quanto prevede, in sintesi, il protocollo d’intesa sottoscritto dai presidenti del Consorzio di sviluppo industriale del sud-pontino e dell’Autorità di sistema portuale del Tirreno centro –settentrionale, Salvatore Forte e Francesco Maria di Majo, con il sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano. Si tratta di un accordo importante in cui i tre soggetti istituzionali si impegnano a promuovere una fattiva concertazione, ciascuno per la propria competenza, perché la stessa portualità commerciale di Gaeta – in ripresa ma ancora lontana dalla movimentazione delle merci pre-crisi – diventi parte integrante di quella blue economy di cui il sud-pontino è sempre stato un esempio da imitare in tutta Italia e fuori dai confini nazionali.
Naturalmente il porto per essere da traino necessita del completamento dei lavori di ampliamento e potenziamento e soprattutto abbia il supporto di una sufficiente mobilità che al momento definire carente è un eufemismo. Da qui la previsione di realizzare uno snodo di collegamento tra il “Salvo D’Acquisto” e la littorina Formia-Gaeta: un chilometro appena in linea d’aria che potrebbe permettere al porto commerciale di essere collegato su ferro al suo ipotetico (e necessario) retroporto e alla prevista riattivazione, a quasi 40 anni, dell’ex ferrovia Formia-Gaeta. L’incontro a tre tra i presidenti Forte e di Maio ed il sindaco di Gaeta Mitrano è servito per fare il punto sul progetto e sui tempi di ripristino della storica rete ferrata (dismessa nel 1981 dopo quasi 120 anni di attività dopo aver assolto al traffico passeggeri prima e a quello merci poi) , i cui lavori – secondo alcune indiscrezioni – potrebbero iniziare nella prima parte del 2019.
In effetti l’ultimo tassello che mancava in un nuovo e atteso mosaico per realizzare un nuovo sistema di mobilità nel sud pontino è stato il maxi finanziamento di 10 milioni di euro stanziato poco meno di un anno fa dal Cipe, il comitato interministeriale per la programmazione economica: dovrebbe consentire ora di completare la riattivazione dell’ex rete ferrata dalla località Bevano a ridosso della spiaggia di Serapo a Gaeta. Il sindaco Cosmo Mitrano ed il presidente dell’Asdp di Majo hanno tessuto le lodi del lavoro oscuro effettuato sinora dal presidente del consorzio industriale del sud pontino, l’avvocato formiano Salvatore Forte, che, dopo la pubblicazione della delibera del Cipe sulla Gazzetta ufficiale, ha sostenuto come la completa riattivazione dell’ex ferrovia rappresenti un importante ed innovativo elemento di multimodalità nel sistema della mobilità e dell’accessibilità su scala territoriale ed urbana. La firma del protocollo d’intesa presso la sala conferenza della sede del consorzio di sviluppo industriale del sud-pontino in località Bavano sul rapporto tra il porto commerciale di Gaeta e lo sviluppo dell’economia del mare è servita allo staff del presidente Francesco Maria di Majo di chiarire come l’avvio della verifica preannunciata dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sulla gestione dell’ex Autorità portuale del Lazio – sotto la cui giurisdizione ricadono i porti di Civitavecchia, Fiumicino e, appunto, Gaeta – non significhi “assolutamente” l’avvio dell’iter di commissariamento dell’ente.
L’operato del presidente dell’Autorità di sistema portuale del Tirreno centro settentrionale Francesco Maria di Majo – come si ricorderà – era finito sotto la lente d’ingrandimento del Ministro Danilo Toninelli che in una Pec aveva annunciato l’arrivo dei suoi ispettori per monitorare la governance dell’ex Autorità portuale del Lazio a metà del mandato del presidente di Majo, finito nell’occhio del ciclo per quelli che sono stati definiti i suoi “insuccessi manageriali”. Lo stato maggiore dell’ex Autorità portuale del Lazio ha tenuto a precisare come l’arrivo degli ispettori ministeriali (presso tre Autorità di sistema portuali in Italia) non significhi “per forza di cose” l’avvio di una fase di commissariamento nella fase in cui l’ex Authority ha ottenuto l’approvazione dalla Bei, la Banca Europea per gli Investimenti, un finanziamento di ben 515 milioni di euro. L’annuncio della verifica ministeriale era coinciso nei giorni scorsi, per di più, con l’iscrizione del nome del presidente di Majo nel registro degli indagati della Procura di Civitavecchia con l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio relativamente all’affidamento dell’incarico di coordinamento del servizio di sicurezza “Pas”, il “Port Authority Security”, presso lo scalo di Civitavecchia. Ora però di Majo non è più indagato. Lo hanno annunciato i suoi legali Lorenzo Mereu e Claudio Urciuoli dopo che la Procura il 30 novembre ha archiviato la posizione dello stesso presidente, il cui operato è stato “ritenuto corretto e scevro da ogni profilo di illiceità”.
Era finito sott’accusa il contenuto di un decreto dei giorni scorsi del presidente di Majo con cui nominava la commissione che deve individuare il nuovo amministratore unico della “Pas”. Il presidente di Majo si era autonominato insieme al responsabile della filiale di Gaeta e della commissione del controllo analogo dell’ente nei confronti della “Pas”, Lucio Pavone, e a Gianni Perticarà, dirigente del “Port Authority Security”, dell’ufficio sicurezza dell’ente e responsabile unico del procedimento. “Il controllo – hanno scritto in una nota congiunta gli avvocati Mereu ed Urciuoli – ha consentito di rilevare come la Procura abbia chiesto, sin dal 30 novembre scorso, l’archiviazione della posizione del Presidente il cui operato, evidentemente, è stato ritenuto senza ombre. Parimenti risulta archiviata la denunzia presentata dall’Ammiraglio Nitrella. Preme ringraziare la Procura Della Repubblica di Civitavecchia che, con celerità ed attenzione, ha potuto verificare e chiarire ogni aspetto delle vicende oggetto della doverose indagini che hanno coinvolto la figura del Presidente”.
Saverio Forte