FORMIA – Prima di giovedì pomeriggio il consiglio comunale di Formia in una sola circostanza aveva subito un’onta rimasta negli archivi e negli annali della storia politico-amministrativa della città: era un lunedì il 20 luglio 1992 quando la seduta di Formia venne sospesa presso l’ex aula consiliare di piazzetta S.Teresa (ora intitolata ai giudici anti-mafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino) nel momento in cui arrivarono gli agenti della Guardia di Finanza per notificare una raffica di avvisi di garanzia richiesti dall’allora sostituto Procuratore Pietro Allotta con le ipotesi – perché tali sono rimaste – di corruzione e concussione. Quel blitz rappresentò il prologo di quella drammatica stagione chiamata “tangentopoli formiana”. La seconda onta, davvero brutta a vedersi, non è stata compiuta da un magistrato ma dal… sindaco di Forza Italia di Gaeta, Cosmo Mitrano, sicuramente l’uomo politico più potente del Golfo e tra i più influenti dell’intera provincia. Alla testa di quelli che il compianto sindaco e senatore Michele Forte definiva con una forte influenza dialettale “caetani” – diversi consiglieri comunali di maggioranza ma anche di opposizione (o presunta tale) – il sindaco Mitrano ha messo all’angolo, in meno di due ore, il giù precario e traballante quadro politico di una città, Formia, costretta al momento a prendere schiaffi sonori e dolorosi.
C’era da approvare in una seduta straordinaria un ordine del giorno per chiedere, attraverso una sorta di ultimatum all’Eni, la delocalizzazione fuori Punta Stendardo del pontile petroli o, in alternativa, di chiedere alla multinazionale di lasciare il sud-pontino. Il diktat è stato il seguente, poi licenziato all’unanimità e contenuto in un ordine del giorno: il pontile, se deve essere spostato dall’attuale zona de La Peschiera, non deve trovare un’ubicazione all’interno del porto commerciale di Gaeta e, dunque in prossimità della spiaggia formiana di Vindicio, ma all’esterno dello specchio acqueo del Golfo. Per la cronaca quella era ritenuta la blindata delibera della maggioranza ha dovuto recepire, dopo una necessaria sospensione dei lavori del consiglio, alcune modifiche avanzate dalle opposizioni presenti relativamente all’istituzione di un tavolo di concertazione tra i Comuni del Golfo. Ma il vero mattatore – per molti – è stato solo ed esclusivamente il sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano che, insieme al collega di Minturno Gerardo Stefanelli e al presidente del consorzio industriale del sud-pontino Salvatore Forte, ha aderito all’invito del presidente del consiglio comunale Pasquale Di Gabriele e del sindaco Villa a prendere parte a questa seduta “aperta”. Mitrano era giunto a Formia con la consapevolezza di dover recitare un copione già scritto.
Sorridente a trentadue denti e barba di qualche giorno, è stato sul punto di rilasciare all’ingresso autografi sapendo che la sua posizione, politica e amministrativa, è più autorevole della collega formiana eletta soltanto da cinque mesi. Tra i due – si sa – non corre buon sangue, al di là delle convenevoli frasi istituzionali del tipo “Caro Cosimino”, “Cara Paola”. Mitrano la sua prima provocazione l’ha effettuata quando è giunto nella sala Ribaud per quello che sembrava essere un atto di galanteria attraverso la consegna di un fascio di fiori (chissà dove li ha acquistati , se a Formia o a Gaeta) all’odiata padrona di casa. Mitrano ha poi monopolizzando il consiglio formiano criticando, nella forma e nella sostanza, il contenuto della proposta di deliberazione arrivando a dire testualmente…”sieti dei dilettanti e, se non siete dilettanti, siete degli ignoranti”,quelli che non conoscano la materia. Ma cosa voleva dire Mitrano? Facile, lo spostamento del pontile petroli dell’Eni è un falso problema perché non è previsto al momento da alcun atto ufficiale e, di conseguenza, convocare un consiglio comunale straordinario si è rivelata “un’altra ammuina” , un polverone – a suo dire – per nascondere i limiti amministrativi della nuova governance del comune di Formia.
La seconda provocazione di Mitrano si è concretizzata quando ha anticipato la possibilità che il comune di Gaeta possa partecipare il 20 dicembre alla prima asta fallimentare per prelevare il parcheggio multipiano “Aldo Forte” nel piazzale delle poste a Formia. E come se Michele Forte o Sandro Bartolomeo avessero proposto al comune di Gaeta di acquistare la cappella d’oro all’interno del Santuario dell’Annunziata. Ma, col senno del poi, Mitrano avrebbe avuto vita facile se il sindaco di Formia fosse stato Forte o Bartolomeo? Sicuramente lo show sarebbe stato diverso. A tentare di riportare in aula l’ordine dialettico è stato il solo presidente del consiglio comunale Di Gabriele che, a nome di una ipersilenziosa maggioranza (tranne il capogruppo Gerardo Forte), ha chiesto più volte al sindaco di Gaeta – seduto alla destra del segretario generale Alessandro Izzi, l’alto funzionario di Gaeta rimosso dallo stesso Mitrano dall’incarico appena eletto nel 2012 – di utilizzare un linguaggio più consono e appropriato rispetto al luogo in cui si trovava. Di Gabriele ha cercato quanto ha potuto ma è rimasto solo nel momento in cui i consiglieri comunali di minoranza, presenti, non hanno aperto anche loro bocca ma avevano tutto l’interesse politico a restare in silenzio.
Questa disfatta l’ha sintetizzata l’ex candidato a sindaco del centro destra alle elezioni amministrative di giugno, l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, “Convocare in casa propria un consiglio comunale su un tema così importante per poi presentarsi impreparati e farsi dare lezioni dai Sindaci vicini e farsi definire a giusta ragione dal Sindaco di Gaeta dei dilettanti, per poi concludere nel sentir dire dal nostro Sindaco “io sto con Mitrano”, è una cosa che neanche nel più lontano immaginario collettivo sarebbe potuta mai accadere. Imbarazzante, davvero imbarazzante per la storia politica della Nostra Città.”. Il sindaco Paola Villa, invece, ha considerato una vittoria politica, la sua, al di là delle pesanti schermaglie verbali e comportamentali di Mitrano, l’approvazione dell’ordine del giorno all’unanimità per chiedere la delocalizzazione del pontile petroli dell’Eni. Certo, i Greci per espugnare Troia hanno impiegato nove mesi utilizzando un cavallo di legno, al sindaco di Gaeta per dominare nel consiglio comunale di Formia sono bastate due ore ed un mazzo di fiori…
Saverio Forte