VENTOTENE – L’amministrazione comunale di Ventotene revochi, prima che non sia troppo tardi, tutti quegli atti per i quali, dopo il via libera di fine ottobre ottenuto dalla prima sezione di Latina del Tar del Lazio, potrebbero arrivare ora un disco rosso dal Consiglio di Stato. Se lo facesse, potrebbe ristabilire una situazione di apparente legalità e respingere lo spettro del danno erariale facilmente perseguibile da parte della Procura regionale della Corte dei Conti. Lo scrivono, in sintesi, i consiglieri d’opposizione Raffaele Sanzo, Andrea Biondo e Pietro Pennacchio in una lettera che sembra avere il carattere dell’ultimatum al sindaco Gerardo Santomauro, al suo “vice” Domenico Malingieri, alla maggioranza e alla Giunta.
La minoranza, però, ha voluto informare della sua ultima iniziativa anche il Prefetto di Latina Maria Rosa Trio, la Corte dei Conti e i revisori dei conti, una presa di posizione politicamente interessante dopo che l’ex vice-sindaco ed ex assessore “ribelle” Modesto Sportiello – ora trasmigrato all’opposizione dopo la revoca degli incarichi di Giunta – ha deciso, attraverso l’avvocato Orazio Abbamonte, di impugnare al Consiglio di Stato la sentenza del Tar di un mese e mezzo che aveva messo al ripario – almeno sino in quel momento – la consiliatura al comune di Ventotene. Il Tar aveva respinto, infatti, un ricorso di Sportiello e, ad adiuvandum, di un folto gruppo di cittadini che chiedevano di annullare la delibera d’approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio, l’atto amministrativo cardine del prosieguo (come quelli che hanno una natura contabile) della consiliatura sulla seconda isola pontina.
Erano stati impugnati dal ricorso di Sportiello in particolare questi significativi provvedimenti: la deliberazione del Consiglio del Comune numero 33 del 12 agosto 2018 relativa alla variazione di assestamento generale e controllo della salvaguardia degli equilibri di bilancio; al bilancio di previsione finanziario 2018-2020 e alla ratifica della deliberazione della Giunta municipale n. 77 del 10 luglio 2018; la deliberazione di Giunta numero 77 del 10 luglio 2018 che aveva definito la destinazione delle somme accantonate nel risultato di amministrazione per decadenza vincolo; la deliberazione di Giunta numero 81 del 14 luglio 2018, avente ad oggetto il documento unico di programmazione (DUP) del periodo 2019-2021e, soprattutto, la deliberazione del Consiglio numero 23 del 3 luglio 2018 che licenziava un più accomodante funzionamento del consiglio comunale grazie al quale le delibere si ritenevano approvate con 5 voti favorevoli anziché con sei… Quella instaurata dall’ex vice-sindaco di Ventotene è stata considerata una durissima battaglia legale promossa contro il comune (difeso dall’avvocato Stefano Tarullo) e la Prefettura di Latina che, rappresentata dall’avvocatura generale dello Stato, già lo scorso 6 agosto aveva dichiarato in una lettera che “gli atti adottati dall’ente locale non sono soggetti al controllo della Prefettura e che eventuali vizi di illegittimità possono essere sollevati esclusivamente dinanzi ai competenti organi giurisdizionali”.
Sportiello, nello specifico, aveva chiesto di annullare soprattutto la delibera riguardante l’approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio (sollecitando – come detto – la conclusione anticipata della consiliatura) ipotizzando la violazione e la falsa applicazione degli articoli 141 e 193 del decreto legislativo 267 del 18 agosto oltre che degli articoli 21, 71 e 72 dello Statuto del Comune di Ventotene e un eccesso di potere per sviamento, arbitrarietà, manifesta ingiustizia, difetto di motivazione e violazione dei principi di trasparenza, efficienza, buon andamento ed imparzialità della pubblica amministrazione. I giudici del primo grado della magistratura amministrativa di Latina – Antonio Vinciguerra Presidente, Roberto Maria Bucchi, Consigliere e Valerio Torano, estensore – avevano dichiarato inammissibile il ricorso (per carenza di legittimazione attiva e di interesse) dell’ex vice-sindaco in quanto lo stesso amministratore non ha saputo dimostrare come le delibere consiliari e di Giunta da lui stesso impugnate “abbiano leso in qualche modo leso le sue prerogative individuali inerenti la sua carica elettiva.”
Il Tar aveva anche aggiunto che…”neppure la lamentata riduzione del numero di consiglieri richiesto ai fini della formazione del quorum costitutivo del consiglio comunale può ritenersi misura specificamente lesiva delle attribuzioni individuali del sig. Sportiello, perché non gli preclude né gli rende più difficoltoso l’esercizio delle prerogative connesse al mandato ricevuto dagli elettori. Il Tar aveva anche spiegato perché aveva rigettato il ricorso ad adiuvandum proposto da un gruppo di cittadini guidato da Silvestro Verde: “Nel processo amministrativo l’intervento ad adiuvandum è necessariamente accessorio al ricorso principale e ne segue lo svolgimento e la sorte, sicché ove quest’ultimo sia dichiarato inammissibile, come nella specie, anche l’intervento viene dichiarato tale…” Il consigliere Sportiello era stato condannato al pagamento delle spese processuali per un importo di 3000 euro da “ripartire in parti uguali tra il Comune di Ventotene e il Ministero dell’interno, oltre ad accessori di legge” ma ora ha deciso di proseguire la sua battaglia, politica e personale, contro l’amministrazione comunale di cui ha fatto parte e di cui è considerato il suo principale sponsor…. All’opposizione questo aspetto sembrerebbe interessare (apparentemente) molto poco, da qui la decisione di scrivere al sindaco e alla sua amministrazione per chiedere di neutralizzare, prima del pronunciamento da parte del consiglio di Stato (la discussione del ricorso non è stato ancora calendarizzato con la certa costituzione della Giunta Santomauro) dei provvedimenti impugnati dall’ex vice-sindaco Sportiello, quelli che, “assunti nelle modalità contrarie allo statuto comunale, hanno violato ogni principio elementare di legalità”. Naturalmente i destinatari del monito dei consiglieri Sanzo, Biondo e Pennacchio sono i consiglieri che hanno votato questi atti: corrono il rischio di essere considerati responsabili di gravi danni erariali e contabili. Nel mirino dell’opposizione c’è soprattutto la legittimità del nuovo e discusso regolamento di funzionamento del consiglio comunale che, approvato il 3 luglio scorso con la delibera consiliare numero 23, fissava il quorum funzionale (riducendolo) per le adunanze consiliari in prima convocazione a quattro consiglieri più il sindaco”.
Lo statuto del comune di Ventotene prevede all’articolo 21, invece, che “gli organi collegiali deliberano validamente con l’intervento della metà dei componenti assegnati, cinque consiglieri oltre il sindaco). L’opposizione ricorda al sindaco Santomauro, alla sua maggioranza e al Prefetto di Latina che “la norma statutarie è assolutamente preminente su quella regolamentare”. Lo stesso sindaco di Ventotene aveva preso “impegni formali con il Prefetto di Latina di apportare modifiche allo statuto comunale ammettendo implicitamente che la sua modifica è condizione necessaria per la validazione del regolamento”. La promessa del sindaco notaio di Ventotene – secondo la durissima requisitoria dei consiglieri Sanzo, Pennacchio e Biondo – non è stata più mantenuta, “la maggioranza continua nel suo arrogante comportamento esponendo l’ente a gravi conseguenze contabili e l’adozione di atti nulli comporta responsabilità non indifferenti cui i sottoscritti – termina la lettera della minoranza consiliare – intendono sottrarsi”.
Saverio Forte