FORMIA / CASSINO – Il mondo politico di Formia e dell’intero sud-pontino è incredulo per la prematura scomparsa di Antonio Calvano, conosciuto come Totò, scomparso prematuramente all’età di soli 50 anni. Il tre volte consigliere comunale è stato trovato privo di vita nell’abitazione in cui viveva da solo in via Varone, in pieno centro a Cassino. L’uomo è stato vittima di un insano gesto che gli inquirenti del locale commissariato, agli ordini del Vice-questore Raffaele Mascia, hanno inquadrato in ambito familiare.
Calvano, padre di due figlie, si è trasferito da anni a Cassino, località d’origine della moglie dalla quale si era separato, però, da qualche tempo. Quanto è avvenuto nell’abitazione di via Varone lo stanno cercando di ricostruire gli agenti del commissariato ma sulla dinamica – pare – non ci sono più dubbi: Calvano, dopo aver scritto alcune lettere dal solo carattere familiare, ha messo in atto l’insano gesto alzando al massimo il volume del televisore. Alcuni vicini hanno voluto sincerarsi di cosa stesse avvenendo all’interno dell’abitazione dell’ex uomo politico di Formia e, non ottenendo risposte da Calvano, hanno chiesto ed ottenuto l’intervento della Polizia. L’arrivo degli agenti e degli stessi Vigili del Fuoco è stato inutile: Calvano si era tolto la vita in un locale del suo appartamento dove viveva da solo.
Molte persone che frequentavano da anni a Cassino Calvano – l’hanno raccontato agli inquirenti – hanno dichiarato di vederlo negli ultimi tempi “triste ed incupito”. Ma per quale ragione? La Polizia ha escluso che l’uomo avesse, soprattutto dopo la dolorosa dalla moglie (che peraltro a Formia era molto conosciuto per aver gestito una videoteca nella centralissima Largo Paone) , problemi di natura economica. Calvano il suo gesto di farla finita probabilmente l’ha meditato nel tardo pomeriggio di mercoledì quando sul suo profilo facebook pubblicato una mano di un uomo su cui erano poggiato un petalo rosso a forma di cuore, probabilmente una rosa. Calvano scriveva alle figlie adolescenti (di cui omettiamo per ragioni di riservatezza i nomi di battesimo) con la seguente frase..”con amore per sempre”.
Sulla vicenda la Polizia ha aperto un fascicolo d’indagine che sarà chiuso quanto prima sulla scorta del fatto che la salma dell’ex consigliere comunale di Formia è stata restituita ai familiari per lo svolgimento dei funerali. Calvano è stato un volto nuovo per la seconda repubblica della politica formiana.
Originario della realtà periferica di Gianola, è cresciuto nella seconda metà degli anni novanta nel cono d’ombra dell’allora presidente della circoscrizione di Gianola e S.Janni, poi sindaco di Formia Antonio Miele. Quel consiglio è stata un’ideale palestra per Calvano mostrando anche una robustezza elettorale niente male (eletto nel 1997 con 180 voti) che ha confermato nella sua prima volta al consiglio comunale. Era il maggio 2001 anche venne eletto proprio Miele nuovo sindaco di Formia e Calvano approdare nel massimo consesso cittadino con 204 voti per l’allora lista del Ccd-Udc che in quella tornata elettorale, politica e amministrativa , mandava Michele Forte al Senato e Antonio “Nino” Miele a guidare il comune di Formia. Quella fu però una consiliatura breve. Durò meno di due anni. Nella primavera 2003 l’allora assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Simeone capeggiò una fronda all’interno della maggioranza di centrodestra. Il bersaglio politico doveva essere il senatore di Maranola ma ad andare a casa fu, grazie ai voti determinanti di Forza Italia, proprio il sindaco di Gianola.
Calvano la sua prima trasmigrazione l’ha effettuata alle amministrative del 2003: fu candidato al consiglio comunale per una lista civica che sosteneva la candidatura a sindaco dell’attuale consigliere regionale di Forza Italia Pino Simeone. I voti di Calvano crebbero a dismisura, 310, Simeone guadagnò il ballottaggio contro il candidato a sindaco del centrosinistra Sandro Bartolomeo. Ma, poiché la vendetta anche in politica è un piatto che deve essere gustato freddo, Michele Forte rese pan per focaccia ai chi aveva contribuito a far scorrere anzitempo i titoli di coda sulla consiliatura di Miele. Che fece? Facile, al ballottaggio appoggiò l’avversario politico di sempre, l’ex comunista Sandro Bartolomeo, che tornò a fare il sindaco per la terza volta. L’ultima esperienza elettorale di Calvano è datata 2008. Era nato da pochi mesi il Pdl per contrastare il nascente Pd e Calvano fu tra i primissimi eletti con la lista di Forza Italia con oltre 500 preferenze personali…. All’interno di quel partito diede vita ad una componente interna niente male, gli “Autonomi”: vi fecero parte personaggi elettoralmente pesanti per Formia: il futuro presidente del consiglio comunale e vice sindaco Maurizio Tallerini, la futura assessora ai lavori pubblici Eleonora Zangrillo ed il consigliere comunale Sabino “Mauro” Delle Donne. La stampa, poi, non è stata mai tenera con Calvano per le sue amicizie personali fuori il palazzo.
Un giorno prese carta e penna e scrisse un comunicato stampa finito negli archivi di diverse testate giornalistiche: “Ritengo che gli esseri umani debbano essere qualificati non per il nome, ma per le loro azioni, ed in tanti anni i miei amici mi hanno dato continue testimonianze di correttezza” . Per il suo impegno politico Calvano aggiunse dell’altro: ” Ho svolto i mandati per cui sono stato eletto con il massimo rispetto per le istituzioni e non ho mai richiesto nulla per motivi personali”. Negli annali del dibattito politico finì una velenosa polemica con l’ex assessore regionale al turismo del Pd , l’imprenditore di origine formiane e neo Senatore Raffaele Ranucci. Calvano nel maggio 2008 fece una piccante rivelazione sul piano politico-elettorale: “Tre giorni prima della chiusura delle liste (Ranucci) mi ha chiamato, invitandomi, in presenza di testimoni, a schierarmi con lui, dicendomi testualmente: ‘Tu sei uno dei pochi politici, tra l’altro giovane, che a Formia fa politica per la gente: che stai a fare di là, vieni con noi’. Forse è stata la delusione per il fallimento della campagna acquisti a far montare ad arte tutte le note calunnie per screditarmi, utilizzando il più basso e meschino dei mezzi: la denigrazione. Ritengo che l’attività politica prescinda da questi mezzucci infamati, non tanto per me che li subisco, ma per chi li attua”.
Saverio Forte