MINTURNO – Si è chiuso con un nulla di fatto il 2018 e ormai da diverso tempo anche l’amministrazione comunale di Minturno non parla più del predissesto, un argomento che ha tenuto banco fin dall’inizio della consiliatura del sindaco Gerardo Stefanelli e per tutto il 2017 fino ai primi mesi del 2018, quando il consiglio comunale – con i soli voti della maggioranza – ha approvato la rimodulazione del Piano di riequilibrio finanziario, approfittando della nuova manovra finanziaria del Governo per poter ripianare i debiti in tre anni anziché in dieci, come era stato inizialmente deciso. Eppure ad oggi ancora non si sa nulla.
Spulciando sul sito web istituzionale del Comune di Minturno, nella sezione “Amministrazione Trasparente” alla voce “Corte dei Conti”, appare una lettera del Ministero dell’Economia e delle Finanze, acquisita al protocollo il 26 giugno 2018, in cui si sollecita l’amministrazione comunale a fornire notizie in merito alle «iniziative assunte per l’eliminazione delle irregolarità rilevate in occasione della verifica amministrativo-contabile». E sono ben due le note inviate in precedenza dal Mef, che richiama l’attenzione «sul fatto che l’eventuale mancata tempestiva regolarizzazione delle suddette pendenze potrebbe arrecare pregiudizio agli interessi erariali, ascrivibili, peraltro, anche ai funzionari responsabili dell’omesso o ritardato intervento».
Da notare, che a fine 2017 la Corte dei Conti ha richiesto nuova documentazione sulla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale avanzata dall’amministrazione Stefanelli, perché erano presenti carenze di tipo tecnico-contabile. In totale erano circa 3 milioni e mezzo i debiti fuori bilancio, di cui mezzo milione circa è stato pagato nel 2017 e poco meno di due milioni per il 2018 mentre un altro milione sarà spalmato tra il 2019 e il 2020. Debiti, in particolare, dovuti a sentenze esecutive. Per il 2019 sarà la volta dei debiti da acquisto di beni e servizi. In questi due anni l’amministrazione ha reperito maggiori entrate e al tempo stesso ha cercato di razionalizzare le spese. In particolare, la procedura del Piano di riequilibrio ha fornito l’alibi per l’incremento delle entrate con l’aumento dell’addizionale comunale Irpef, dallo 0,3 allo 0,8, e da altre risorse aggiuntive sempre di natura fiscale, con attività di recupero dell’evasione tributaria e di incremento di altre imposte minori.
«Non abbiamo ancora alcuna notizia: quando decideranno avremo già pagato tutto», commenta il sindaco Stefanelli. A questo punto resta da chiedersi se davvero era così necessario procedere con il predissesto piuttosto che pagare i debiti così come già sta facendo l’amministrazione comunale e come richiesto anche dalle minoranze consiliari.