FORMIA – Non tende a ridimensionarsi, tutt’altro, l’aspra e velenosa polemica politica sul mancato accreditamento al comune di Gaeta (da parte di quello di Formia) dei cinque milioni di euro del distretto socio-sanitario che dalla scorsa estate ha cambiato, appunto, comune capofila. La controversia dialettica ora è all’interno di una sola forza politica, il Partito Democratico, e i protagonisti sono due che difficilmente potrebbero essere fotografati insieme per consumare al bar, di piazza Portanova o in piazza Mattej, un caffè: il capogruppo consiliare al comune di Formia Claudio Marciano e l’attuale sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli.
Quest’ultimo, quando si rincorrevano attraverso lunghe noiose interviste i sindaci Villa e Mitrano, aveva preannunciato una richiesta di chiarimenti arrivando a parlare come i cinque milioni di euro mancanti alla tesoreria del comune di Gaeta potessero essere stati “distratti”, insomma utilizzati per altri impegni di spesa. Accuse gravissime – se confermate – che avrebbero motivato alcuni funzionari e dirigenti del comune di Formia a chiedere il conforto di qualche avvocato penalista per denunciare per diffamazione il primo cittadino Dem di Minturno, ora accusato da Marciano- che della precedente amministrazione di centrosinistra di Sandro Bartolomeo è stato uno dei più influenti assessori – di fare (“chissà perché?”) il megafono del sindaco di Forza Italia di Gaeta.
Marciano, dietro il cui comunicato potrebbe esserci proprio l’ex sindaco Bartolomeo, lancia accuse ben precise anche nei confronti del comune di Gaeta dai cui conti non starebbe attraversando un felice momento. Secondo il capogruppo del Pd al comune di Formia il Comune di Gaeta nel 2018 “ha autorizzato la propria ragioneria a utilizzare un anticipo di tesoreria fino a oltre tredici milioni di euro. Nel contempo, in sede di conto consuntivo, ha certificato di avere un saldo di cassa a inizio 2018 pari a 35.000 euro, che vuol dire pari a zero se si considera la dimensione del bilancio annuale. A questo si aggiunge un disavanzo straordinario di amministrazione pari a otto milioni e mezzo di euro, che Gaeta ripianerà nei prossimi trent’anni.”
Per l’ex assessore alla sostenibilità urbana del comune di Formia questi indicatori di sofferenza finanziaria “spiegano il motivo reale per cui l’amministrazione comunale di Gaeta ha insistito per anni per diventare Comune capofila del distretto socio-sanitario. L’efficienza dei servizi per gli anziani, i disabili e i poveri non c’entra nulla – osserva Marciano – La contesa riguarda unicamente la cassa del distretto socio-sanitario che al Sindaco Mitrano fa gola per usufruire della liquidità accumulata dal Comune di Formia come capofila. Una liquidità che serve unicamente a rimpolpare di cash la sua tesoreria, e a nient’altro, dato che quelle risorse sono vincolate e inutilizzabili per legge, mentre tutto il necessario per operare, Gaeta già l’ha ricevuto a Dicembre. L’unico a fare finta di non aver capito che la questione riguarda la cassa e non la competenza del distretto sembra essere il sindaco di Minturno. Le sue accuse su fondi distolti dalle politiche sociali, addirittura di nocumento per i suoi concittadini, sono estremamente gravi, sia perché palesemente infondate, sia perché chiamerebbero in causa in primis la responsabilità del sindaco stesso, cioè dello stesso Stefanelli, il quale ha approvato in sede di assemblea distrettuale tutti i bilanci. Il tentativo di coprire con una fake news la sua palese alleanza di carattere puramente spartitorio con Mitrano è francamente imbarazzante. Dovrebbe valutare di chiedere scusa, in primis ai suoi cittadini, a cui sta dicendo consapevolmente una bugia.”
Marciano ha voluto spiegare il ruolo svolto dal comune di Formia, dal 2002 al 2018, per la gestione in forma consortile, tra i nove comuni dell’ex Usl Latina/6, dei fondi regionali sulle politiche sociali. Si è tratto di un “onere, più che un onore. Formia, come capofila, ha dovuto inserire le spese del personale dell’ufficio di piano tra le proprie, limitando la capacità assunzionale dell’Ente. Ha gestito la spesa dei servizi sociali di altri otto Comuni caricando sul proprio patto di stabilità le operazioni in entrata e uscita, con i relativi rischi.” Nei 17 anni di gestione si sono accumulati, tuttavia, avanzi di amministrazione, pari a circa cinque milioni di euro. Gli avanzi si sono realizzati unicamente perché la Regione Lazio – ha ricordato Marciano – ha posto dei vincoli alla spesa dei fondi che essa stessa ha erogato e per altre ragioni che hanno impedito oggettivamente la spesa. La stragrande maggior parte delle risorse inserite nei piani di zona e spendibili sono state, comunque, utilizzate. Nessun nocumento è stato recato ai cittadini del Golfo, nessun fondo è stato distolto dalla sua finalità sociale. I primi a saperlo sono i Sindaci dei Comuni del distretto, che hanno approvato tutti i bilanci e autorizzato tutti gli investimenti come gli accantonamenti. Tutti, compresi quelli attuali di Gaeta e Minturno, Mitrano e Stefanelli. I residui del distretto sarebbero stati accantonati sul bilancio del Comune di Formia nell’avanzo vincolato, come prevede la legge. Lo si può evincere analizzando il consuntivo 2017, certificato dai revisori dei conti, per verificare che ammontano a circa cinque milioni di euro. Soldi inspendibili per alcuna ragione, completamente inutili ai fini di impegni di spesa per il Distretto. Effettuato (tra mille polemiche) il cambio dell’ente capofila del distretto, la Giunta di Paola Villa, su input dell’attento assessore al bilancio Fulvio Spertini, con la determina numero 1450 del 10 dicembre scorsiha svolto una ricognizione sulla condizione economico-finanziaria, al fine di trasferire a Gaeta tutte le competenze del capofila. A seguito di questo atto sono stati trasferiti al comyune Gaeta tutte le risorse correnti del distretto, ammontanti a oltre un milione di euro, “per una liquidità sufficiente a sostenere le attività operative per il prossimo anno” – osserva Marciano. Con un atto in via di elaborazione il comune di Formia si appresta a trasferire a Gaeta altri due milioni, relativi ai residui delle ultime annualità, “inspendibili dal punto di vista economico – lo tiene ancora a precisare Marciano – ma sufficienti a garantire un’operatività piena dei servizi del distretto in termini di liquidità per i prossimi due anni (in assenza di nuovi trasferimenti della Regione).”
Resta l’avanzo vincolato, “anch’esso in spendibile”, pari a circa tre milioni di euro, che “Formia trasferirà non appena avrà riorganizzato la sua cassa, come ovvio che sia per un Comune che ha gestito il servizio socio-sanitario per diciassette anni”. Ma Claudio Marciano perché si mostra troppo premuroso del nuovo corso al comune di Formia di cui non manca occasione per “evidenziare comportamenti lacunosi e superficiali”? O ha assunto questo ruolo di strenuo difensore per legittimare l’operato dell’amministrazione comunale di cui ha fatto parte? A suo dire la polemica sul tema di questi giorni è “alquanto pretestuosa, perché in nessun modo i tempi richiesti da Formia – con senso di responsabilità da parte dell’Assessore Fulvio Spertini che ha tutto il mio sostegno sul tema – sono fuori dalla norma né producono alcun danno o problema alla gestione dei servizi sociali comprensoriali. Piuttosto ci chiediamo se Gaeta abbia provveduto ad effettuare la variazione in entrata dei soldi già trasferiti, perché non risulta dall’albo pretorio. Negligenza, questa, che rischia davvero di minare l’operatività dei servizi socio-sanitari”. Insomma, la materia, sempre più alla distanza, è argomento di verifica di una Procura ben specifica, quella regionale della Corte dei Conti.
Saverio Forte