GAETA – “La citazione in giudizio? Definirla assurda ed inverosimile è soltanto riduttivo. In questo momento il silenzio è soltanto la migliore arma per evitare di cadere nella trappola della provocazione di qualche mio avversario politico”. La notizia della citazione in giudizio da parte della Procura regionale della Corte dei Conti nei confronti del sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano e della Giunta municipale in carica nel novembre 2012 per la discussa e controversa riassunzione dell’ex dirigente comunale Antonio Buttaro ha rovinato senz’altro la giornata, quella di mercoledì, al capo dell’amministrazone comunale di Gaeta.
C’era da accogliere i tecnici e i funzionari dell’Eni per l’attesa demolizione di una delle due ciminiere dell’ex raffineria dell’Agip e Mitrano, indossato il caschetto protettivo consegnatogli dal personale della nostra multinazionale degli idrocarburi, ha cercato di mantenere l’aplomb solito per ostentare tranquillità e serenità. Ma il tono della voce ed il viso tirato hanno fatto fatica a celare il malessere e, soprattutto, la “grande meraviglia” del sindaco di Gaeta.
“Quello che penso su questa storia non lo posso dire ai voi giornalisti – ha commentato Mitrano – perché sarei scorretto ed inopportuno nei confronti di un organo collegiale che deve decidere sull’innocenza e sull’estraneità di alcuni amministratori e di una segretaria comunale. Ma la Corte dei Conti dovrà recepire anche le nostre posizioni che non sono poche”. Mitrano ha confermato una nostra anticipazione: l’avvocato Giuseppe Gallinaro, uno degli avvocati amministrativisti più acuti del comprensorio, sta già producendo una serie di carteggi in ordine alla presunta illegittimità della delibera di Giunta municipale numero 300 del 28 novembre 2012 che – presenti il sindaco appena eletto Mitrano e gli assessori Sabina Mitrano, Christian Leccese, Pasqualino De Simone, Alessandro Vona e Luigi Di Biagio ed il segretario generale, Celestina Labbadia – espresse parere favorevole per la reintegra del dirigente comunale Antonio Buttaro. La magistratura contabile ipotizza per le casse del comune di Gaeta un danno erariale di 213 mila euro per una riabilitazione che la Giunta Mitrano, non avrebbe potuto e dovuto deliberare, Buttaro era stato sospeso in via cautelativa nell’agosto 2009 dall’allora sindaco di Gaeta Antonio Raimondi per un procedimento penale in cui era stato coinvolto: la violazione della legge 689/81 per sanzioni comminate ad aziende commerciali (bar/ristoranti), non introitate dal medesimo dirigente con conseguente danno erariale. Buttaro ebbe la possibilità di compensare parte del danno erariale prodotto con gli stipendi non erogati nel periodo di sospensione a cui si aggiunse successivamente una lunga rateizzazione. Mitrano è pronto a dimostrare come la procedura seguita all’epoca dal suo esecutivo sia la “più trasparente e cristallina possibile”. Ha definito anche una “sciocchezza” secondo la quale Buttaro nel 2012 non sarebbe potuto essere reintegrato perché non era trascorso un lasso temporale di cinque anni. “E questo – ha concluso interrogandosi Mitrano – chi lo dice?”
Non parla e non commenta questa citazione in giudizio della Corte dei conti neppure chi l’ha promossa, il predecessore di Cosmo Mitrano, l’ex sindaco di Gaeta Antonio Raimondi. Promette battaglia già giovedì davanti il Tribunale di Cassino dove, assistito dall’avvocato Lino Magliuzzi, l’attende un processo richiesto dal sostituto procuratore Chiara D’Orefice. L’udienza è stata rinviata al prossimo 10 giugno per un vizio di notifica. L’ex primo cittadino di Gaeta è indagato per diffamazione a mezzo stampa dopo la pubblicazione da parte di un portale d’informazione il 21 settembre 2015 di un post pubblicato dallo stesso ex amministratore sul suo profilo facebook. Insomma Raimondi avrebbe offeso la reputazione dell’ex dirigente del comune Antonio Buttaro con questa frase letterale “Dirigente del comune di Gaeta Avvocato Antonio Buttaro: un nome, una garanzia? Ovviamente, una garanzia di illegalità!” Raimondi quella frase la scrisse dopo che lo stesso Buttaro era stato condannato in via definitiva dalla Corte dei Conti per tre distinti procedimenti: il progetto “Musica”, i contributi sociali economici (durante il sindacato di Massimo Magliozzi) e l’affaire “Gevi” quando era stato eletto da pochi mesi il sindaco Mitrano nel 2012. “Attraverso la scelta dei Dirigenti – commenta Raimondi – si può misurare la volontà di una Amministrazione di perseguire la strada della legalità e dell’onesta’. Nel caso di specie si conosceva benissimo il pedigree di pluricondannato. Buttaro era garanzia di illegalità come anche questa vicenda dimostra. Perché Mitrano allora lo ha ripreso a costo di incorrere in questo clamoroso danno erariale? La risposta è tutta nel rapporto clientelare tra i due. Mitrano doveva a Buttaro l’essere stato per ben due volte entrato a tempo indeterminato nella Pubblica amministrazione. A Gaeta come Funzionario e a Fondi come Dirigente. In matematica di chiama proprietà transitiva”. L’ex primo cittadino ha allegato alla sua memoria difensiva anche l’atto di messa in mora, risalente al gennaio 2018, della stessa Procura regionale della Corte dei Conti notificato al sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano, alla Giunta in carica nel 2012 e al segretario generale che espresse parere favorevole per la reintegra proprio dell’ex (ormai) dirigente comunale, Antonio Buttaro. Lo stesso per il 21 maggio inizierà per il sindaco Mitrano e per la sua Giunta un processo che definire “delicato” è un eufemismo soprattutto per i propri… conti correnti.
Saverio Forte