MINTURNO – E ora la Procura di Cassino vada oltre: disponga anche una perizia cinematica per appurare cosa veramente avvenuto venerdì scorso in via Antonio Sebastiani a Scauri. E’ la richiesta che ha di nuovo avanzato al sostituto procuratore Maria Beatrice Siravo l’avvocato Domenico Iaderosa, il legale di Eduardo Di Caprio, l’imprenditore di 35 anni da sei giorni recluso nel carcere di Cassino con la pesantissima accusa di aver ucciso volontariamente, a bordo della sua Ford Fiesta, Cristiano Campanale, il giovane imprenditore di Minturno di 28 anni che, insieme al fratello Andrea, avrebbe dovuto incontrare proprio l’unico indagato presso il suo negozio “Sotto Zero”.
Non ha tradito le attese lo svolgimento, mercoledì scorso, del secondo incidente probatorio disposto dalla Procura della Repubblica di Cassino in ordine alle modalità che hanno provocato l’investimento mortale di Campanale. Il medico legale nominato dal sostituto Procuratore Maria Beatrice Siravo, il dottor Gabriele Margiotta, all’indomani dell’autopsia e dei funerali del povero Cristiano, ha effettuato un mirato sopralluogo presso il deposito giudiziario “Varone” di Marina di Minturno dove si trovano sotto sequestro l’auto killer dell’unico indagato – è accusato anche di tentato omicidio del fratello della vittima – e il palo in ferro della segnaletica stradale contro il quale è stato sobbalzato, dopo l’urto, il corpo di Campanale. Il perito medico legale della Procura ha rinvenuto sul palo in ferro quanto cercava: tracce ematiche e biologiche della vittima che, dunque, avrebbe trovato la morte non tanto per l’investimento subito dalla Ford Fiesta quanto per l’urto, accidentale, contro quel palo posizionato in via Antonio Sebastiani davanti “Sotto Zero”, il negozio di Di Caprio presso il quale lo stesso indagato aveva dato appuntamento – probabilmente per chiedere il pagamento di precedenti forniture – a Cristiano e ad Andrea Campanale.
Ma non esclude un’altra ipotesi: Di Caprio avrebbe prima colpito e danneggiato il palo della segnaletica che, cadendo, avrebbe colpito in testa il gestore del pub “Hole” a Formia e co-titolare insieme al padre della pizzeria “Il piccolo borgo” in pieno centro storico a Minturno. Ecco perché la perizia cinematica a questo punto potrebbe rivelarsi determinante, rapportata al contenuto del sistema di videosorveglianza della zona che hanno filmato l’arrivo di Di Caprio da via Appia (direzione sud) e la presenza sul marciapiede antistante il “Sotto Zero” dei fratelli Campanale. All’incidente probatorio avevano partecipato anche il legale dell’unico indagato, l’avvocato Domenico Iaderosa e il medico legale di fiducia, il dottor Luca Lepore, ed in rappresenta della famiglia Campanale, i legali di parte civile Roberto Palermo ed Attilio Di Nardo, tutti interessati ora a conoscere primancora l’esito dell’autopsia cui è stato sottoposto sabato scorso presso l’ospedale Santa Scolastica di Cassino il cadavere di Campanale.
Quanto scriverà il medico legale Margiotta sarà determinante per la condotta difensiva dell’avvocato Iaderosa che, dopo le prime responsabilità assunte dal suo assistito in sede di convalida dell’arresto davanti il Gip del Tribunale di Cassino – “Io non volevo uccidere Cristiano!” aveva detto Di Caprio – è orientato ora a chiedere la derubricazione del reato da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale. E’ una richiesta alla quale ha già dichiarato la sua netta e assoluta opposizione la parte civile: “Se Eduardo non voleva uccidere il suo carissimo amico Cristiano – ha dichiarato l’avvocato Roberto Palermo – perché ha utilizzato un pesante oggetto contundente per colpire il fratello Andrea dopo averlo schivato e aver investito la vittima?”
Per la parte civile in questa tragica vicenda un vero e proprio movente non sembra esserci: “E’ fuori luogo parlare di debito – ha aggiunto Palermo – tra due commercianti che, dalle nostre informazioni, si sono molto aiutati anche all’esterno dei rispettivi ambiti professionali. Se c’era una fornitura di un qualcosa non pagata lo dovranno accertare le indagini della Procura e dei Carabinieri”. E poi la presunta lite la mattina dell’omicidio nella vicina piazza Rotelli. Ai Carabinieri risulterebbe che Di Caprio e Campanale abbiano avuto un diverbio, alla parte civile no: “Sappiamo solo che la vittima ed il fratello avevano un appuntamento presso il negozio Sottozero. Il resto sono illazioni”. E non è un caso che i Carabinieri hanno sequestrato i telefonini dei fratelli Campanale e di Di Caprio, il traffico telefonico nelle ore e nei giorni che hanno preceduto questa inverosimile tragedia potrebbe continuare a fare chiarezza…
Saverio Forte
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