ITRI – Tenendo fede a quanto pubblicamente affermato nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale del 01/02/19, il Sindaco di Itri, Avv. Antonio Fargiorgio, ha emesso un’importantissima ordinanza in materia di derivazione di acqua pubblica, emunta attraverso alcuni pozzi di privata proprietà. Come si ricorderà, la vicenda era stata portata all’attenzione dell’opinione pubblica dopo che i Carabinieri Forestali della stazione di Itri avevano notificato ai titolari delle strutture dei verbali di accertamento, con cui veniva contestata la cessione a terzi dell’acqua, in difetto delle necessarie autorizzazioni amministrative.
Il problema è stato da subito affrontato in prima persona dal Sindaco che, nel corso dei mesi, ha ricevuto tanti tra gli utenti interessati, oltre che i privati titolari delle derivazioni, avviando conseguentemente le doverose interlocuzioni con gli Enti sovraordinati, Regione e Provincia.
Il provvedimento adottato dall’Avv. Fargiorgio ha una portata ed un significato molto rilevanti; l’Amministrazione ha voluto garantire che, nelle more dei procedimenti che dovranno essere attivati per regolamentare nella maniera giuridica corretta la vicenda ed eliminare l’anomalia di un sistema che pare non avere altri eguali, i cittadini interessati dal servizio continuino ad usufruire di un bene, l’acqua appunto, che è assolutamente insostituibile ed irrinunciabile.
“Sin da quando ho affrontato il problema – afferma il Sindaco – ho chiarito che ciò che mi stava a cuore era l’interesse dei fruitori finali del servizio, ovverosia i cittadini nelle cui case e nelle cui campagne arriva quell’acqua che, ancorché non potabile, consente di supplire alla carenza idrica in zone in cui l’acquedotto pubblico non riesce ad arrivare. Ricordo che questi pozzi interessano oltre 1000 utenze, tra cui varie aziende agricole, e quindi una platea molto ampia di cittadini, per cui ho inteso dare una risposta concreta. Il provvedimento da una parte allontana il pericolo di una chiusura dei pozzi, così come quello della cessazione del servizio da parte dei singoli gestori; dall’altra, consente di avere il tempo necessario per cercare di trovare ed attuare una soluzione giuridica finalmente corretta per il superamento del problema”.
Nell’atto adottato dal primo cittadino itrano, si legge che l’ordinanza viene emessa al fine di consentire la continuità dell’erogazione dell’acqua per uso di terzi dai pozzi artesiani privati, scongiurando così l’emergenza idrica che scaturirebbe dalla loro chiusura e soprattutto per evitare l’insorgenza di problemi di natura igienico-sanitaria.
Un provvedimento sicuramente salutato con favore da tutti quei cittadini che, nei mesi scorsi, avevano temuto seriamente di trovarsi privati di un servizio essenziale come quello idrico. “Ho ritenuto – ha aggiunto il Sindaco- di dover procedere all’adozione di questa ordinanza, dopo averla concertata e condivisa con gli Uffici provinciali, perché non si poteva rischiare di gettare migliaia di nostri cittadini nella disperazione, impedendo loro di fatto di fruire delle proprie abitazioni. Ne sarebbe sorto un problema, grave, di ordine pubblico. Mi auguro che adesso, con la necessaria serenità, vengano attuate soluzioni che siano rispettose della legge e che non si rivelino vessatorie per l’utenza. L’Amministrazione sarà sempre a disposizione per la vicenda e vigilerà affinché siano tutelati gli interessi dei cittadini”.
L’Avv. Fargiorgio, quindi, dopo aver ringraziato i propri uffici per l’impegnativo lavoro svolto, ha garantito la disponibilità dell’Amministrazione a fornire il proprio contributo per il definitivo superamento della problematica, auspicando anche un superiore intervento legislativo, capace di risolvere la questione una volta per tutte.
Sul caso, lo Studio Legale Leccese che assiste parte dei proprietari dei pozzi nel giudizio innanzi al Tar del Lazio sezione di Latina avverso l’atto di diffida emesso dalla Provincia di Latina, accoglie con favore l’ordinanza sindacale n.2 del 08.02.2019 in quanto, sia pure con carattere di urgenza ed in via transitoria, scongiura il grave pericolo paventato in giudizio della chiusura dei pozzi e il mancato approvvigionamento idrico per oltre mille utenze.