FORMIA – Quante criticità nell’apparato burocratico-amministrativo del Comune di Formia. Il nuovo corso politico promuoverà ad affrontarle e a risolverle ma, in caso contrario, dovranno pensarci le “competenti autorità giudiziarie”. Il segretario generale Alessandro Izzi torna a far parlare di sé e lo fa all’indomani della diffida inviata all’avvocatura comunale (guidata dal suo “vice”, il dottor Domenico Di Russo) in cui aveva censurato il suo rifiuto ad emettere un parere sulla costituzione in giudizio del comune contro il ricorso presentato dall’impresa realizzatrice del parcheggio multipiano di piazzale delle Poste per il mancato collaudo tecnico-amministrativo della struttura finanziata dalla fallita Formia servizi spa.
Il segretario Izzi la sua domenica l’ha trascorsa in famiglia dopo aver letto sulla stampa dell’interrogazione presentata dalla Lega sul bando promosso dalla Formia rifiuti zero per il conferimento dell’importante e nevralgico incarico di direttore generale. Izzi non vuole essere tirato per la giacca quando qualcuno lo considera, erroneamente, il responsabile dell’anti corruzione della municipalizzata che si occupa del ciclo dei rifiuti da quattro anni. Quest’incarico lo svolge per conto del comune e ha dichiarato che le risposte ai consiglieri del carroccio Antonio Di Rocco e Nicola Riccardelli dovranno arrivare sì in consiglio comunale ma a produrle non dovrà essere lui, il dirigente più alto in servizio, ma i componenti del controllo analogo della Frz che sono essi stessi dirigenti del comune di Formia, tra questi la neo responsabile dell’area tecnica Annunziata Lanzillotta e lo stesso avvocato Di Russo. Il segretario Izzi ha trascorso molto del suo tempo a rispondere a tanti che l’hanno interrogato su una relazione shock che ha protocollato venerdì.
E’ stato un lavoro monumentale – 172 pagine – di cui si è occupato all’indomani del giorno della sua nomina, il 10 settembre, da parte del sindaco Paola Villa. Questa relazione analizza il “sistema Integrato dei Controlli Interni” è riferita all’intero esercizio 2018 “pur con le limitazioni di analisi e riscontro derivanti dalla mancata attuazione delle verifiche intermedie – e questo il primo attacco d’accusa del segretario generale del comune di Formia – non effettuate dai Responsabili pro-tempore (Segretario Generale, Dirigenti, Nucleo di Valutazione)” che hanno guidato sino al giorno del suo avvento l’ente comune. “I precedenti organi titolari dei controlli interni, a diverso titolo, non hanno predisposto alcuna formale relazione o segnalazione per il periodo di riferimento, fatta eccezione per quanto in parte riportato nei Verbali del Nucleo di Valutazione. Alcune delle problematiche riportate nella presente Relazione sono state, timidamente, attenzionate dal Nucleo di Valutazione e dal Collegio dei Revisori dei Conti solo a seguito della intervenuta segnalazione formale dello scrivente Ufficio, cioè dopo il 10 settembre 2018”.
Il segretario Izzi diventa un fiume in piena quando arriva ad una prima e drastica conclusione: “Non è errato affermare che prima degli interventi formali del sottoscritto nessuno ha segnalato alcunché o se qualcosa è stato rilevato non si è provveduto a porre fattivamente rimedio alle criticità individuate. La nuova Amministrazione, insediatasi da pochi mesi, ha potuto prendere formale conoscenza di molte problematiche gestionali-operative solo a seguito delle segnalazioni, formali e informali, fatte dal sottoscritto successivamente al proprio insediamento”. Ma cosa ha trovato di così grave il segretario di Gaeta in quello, il comune di Formia, che l’America di Ronald Reagan avrebbe definito “uno stato canaglia” o l’”impero del male”? Izzi è pragmatico quando sa di dover rispondere alla domanda dei suoi destinatari che sono il Sindaco, il presidente del Consiglio Comunale, gli assessori e consiglieri Comunali, il capo di Gabinetto, i dirigenti Comunali, il nucleo di Valutazione ed il collegio dei Revisori dei Conti: “Le segnalate criticità, alcune rilevanti anche sul piano di possibili fattispecie penalmente rilevanti o di danno all’Erario Comunale (per le quali si è provveduto, o si provvederà, alla segnalazione alle competenti Autorità Giudiziarie) provengono tutte da attività politico-amministrative-gestionali del passato ma continuano ad estendere i loro effetti anche nel presente per cui occorre, con urgenza, provvedere a porre rimedio a tali “criticità”.
Il Sistema Integrato dei Controlli Interni va rapportato ed integrato con quanto previsto e disposto dal Piano Triennale della Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza e dal Codice di Condotta ed il neo segretario comunale è severo su quello che è stato il passato nel comune di Formia: ”Il Piano, del 2018, precedente a quello predisposto dal sottoscritto, non è stato eseguito e non ha attuato i controlli previsti”. Per Izzi la corruzione, infatti, “per quanto qui interessa, non è da considerarsi solo alla stregua di una fattispecie del codice penale. Ciò che interessa invece è la sua considerazione quale comportamento che si caratterizza per lo “sviamento dell’interesse pubblico” che si manifesta tutte quelle volte in cui, soggetti pubblici (funzionari, amministratori, ecc.) pongono in essere condotte che li portano a sentirsi al di sopra delle istituzioni non rispettandone le finalità ma, anzi, servendosi della propria posizione al fine di conseguire interessi personali (o comunque non pubblici).”
Con riferimento ai mancati controlli Izzi ha, inoltre, denunciato, come a supporto dell’Ufficio di Segreteria Generale, e di quello del Sistema Integrato dei Controlli Interni, oltre quello della Prevenzione della Corruzione, “non sono stati mai istituiti i corrispondenti Uffici di Staff a supporto dell’attività procedimentale e documentale, veramente notevole, che fa capo a tali strutture di supporto operativo. Si tratta di strutture che, benché siano formalmente indicate come necessarie dalla normativa nazionale di riferimento, e dalle disposizioni regolamentari dell’Ente di natura attuativa, non sono mai state previste nei documenti programmatori relativi al personale dipendente e, comunque, mai di fatto istituiti tanto dalle precedenti Amministrazioni quanto dall’attuale. Sin da ora è necessario chiarire che l’eventuale protrarsi delle suddette inadempienze, non consentirà, anche per il futuro, una efficace attuazione della richiamata normativa di controllo”.
Il segretario Izzi va oltre. A suo dire un’analoga attenzione deve essere riservata per un’altra “necessità”, quella di procedere, in attuazione del Piano Nazionale Anticorruzione e del Piano Locale Anticorruzione 2019-2021, alla effettiva applicazione del principio di rotazione di tutti i dirigenti (e del personale dipendente in generale).” E non è finita. Altre “numerose criticità” sono state riscontrate nella gestione delle entrate in quanto, “dai dati contabili e dalle informazioni acquisite in istruttoria, si evidenziano negligenze nelle procedure di accertamento, riscossione e recupero dei tributi e delle tariffe comunali. Insufficiente è risultata, in particolare, l’attività di verifica delle riscossioni e il conseguente accertamento dell’evasione tributaria e tariffaria, il cui recupero concreto occorre incentivare. Occorre avviare – sollecita Izzi – una attività di verifica, controllo e riscossione rispetto a tutte le entrate di competenza comunale, come già nelle intenzioni dell’Amministrazione”. Da qui l’invito al nuovo corso politico “ a proseguire nell’attività di controllo e verifica già avviata, con la raccomandazione di porre in essere, prima dell’attivazione della riscossione coattiva, tutte le pratiche necessarie alla individuazione dei soggetti debitori ed al recupero di quanto dovuto”. Se queste criticità evidenziate nella relazione costituiscono “precise direttive espresse nei confronti dei Dirigenti competenti per materia al fine di una immediata azione provvedimentale finalizzata alla eliminazione delle stesse, gli Organi di Controllo Interno (Collegio dei Revisori dei Conti e Nucleo di Valutazione) avranno cura di riferire le eventuali iniziative che intenderanno intraprendere con riferimento alle criticità gestionali segnalate.”
E il segretario generale, vestendo i panni di Robespierre, un altolà lo rivolge ai dirigenti, i cui stipendi saranno più leggeri quest’anno: “A seguito di quanto di seguito relazionato, e per le intervenute segnalazioni da parte del Nucleo di Valutazione in tema di reiterate violazioni della normativa in materia di obblighi di trasparenza, ai Dirigenti pro-tempore per l’anno 2018 non compete la corresponsione della indennità di risultato come testualmente disposto dall’articolo 11 del decreto legislativo numero 150/2009”. La pacchia è finita. O almeno…
Saverio Forte