SUD PONTINO – L’allarme, o meglio, il fenomeno l’ha lanciato “in trasferta” il sindaco di Formia Paola Villa. La movimentazione del carbone nel porto commerciale di Gaeta provoca continui sversamenti di questa sostanza polverosa sulle strade del sud-pontino e, di Formia in particolare, da parte di camion che, per conto di una nota azienda specializzata di Gaeta, trasferiscono il carbone presso il suo deposito sull’Appia, nelle campagne di Sessa Aurunca, per essere stoccato e confezionato. Questa antica “crociata” ambientalista della professoressa di scienze naturali di Formia ha fatto rumore – come c’era da aspettarselo – negli ambienti della filiale di Gaeta dell’ex Autorità portuale del Lazio. Un nuovo allarme per gli sversamenti sulle strade del Golfo delle polveri di carbone il sindaco di Formia l’ha lanciato – ironia della sorta – nel giorno in cui a Gaeta era giunto il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Tirreno centro settentrionale, l’avvocato Francesco Maria di Majo.
Il sindaco Villa sapeva della sua presenza e così ha deciso di incontrare il presidente osservando come di questi camion di proprietà di una cooperativa di cui si serve l’azienda di Gaeta leader nella movimentazione delle merci nel porto “Salvo d’Acquisto” viaggerebbero senza una copertura regolare ma solo un telo verde parasole e, dunque, in contrasto con quanto prescrive un preciso e severo regolamento portuale del 2013. “Ho evidenziato tutte le non conformità delle modalità di trasporto, l’elevata pericolosità del prodotto trasportato e le diverse violazioni fatte da i camion non coperti in modo adeguato – ha osservato il sindaco di Formia – Ricordo che il petcoke è uno scarto del petrolio ottenuto attraverso la carbonizzazione delle sue frazioni altobollenti, che le sue componenti chimiche cancerogene ed altamente nocive preoccupano, non solo per l’inquinamento ambientale ma in particolar modo per la salute pubblica e per la sua incidenza sulle problematiche patologiche che coinvolgono l’apparato respiratorio. Il Presidente del network portuale del Lazio Di Majo ha preso ad incarico la nostra denuncia, ha chiesto chiarimenti e spiegazioni a chi dovrebbe garantire il rispetto delle regole. Ho anche specificato a Di Maio che esiste una ricca documentazione in merito, che da oltre diciotto anni il problema petcoke e polveri sottili è all’attenzione delle diverse autorità competenti, che ora è il momento di agire. La viabilità dell’intero Golfo va tutelata, la salute pubblica è una priorità!”
Solo per una mera casualità i sindaci di Formia e Gaeta non si sono incrociati presso la sede gaetana dell’ex Autorità portuale del Lazio quando, a turno, hanno incontrato il presidente Di Majo. Il sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano non ha voluto commentare una dichiarazione della collega di Formia quando ha sostenuto testualmente “Non ho dubbi che in questa richiesta di chiarimenti anche il sindaco di Gaeta ci appoggerà”. Il trasferimento del carbone dal porto commerciale è da anni nell’occhio di ciclone di associazioni ambientaliste, di forze politiche e sociali ed è stato al centro di inchieste della stessa magistratura. Il direttore della filiale di Gaeta dell’ex Authority, Lucio Pavone, non ha voluto entrare nel merito delle accuse piovute dal sindaco di Formia ma su un punto è stato categorico: “Da sei anni, grazie ad un sinergico rapporto di collaborazione tra le istituzioni preposte e le aziende del settore, è entrato in vigore un regolamento che disciplina la movimentazione ed il trasporto delle merci in arrivo ed in partenza dal porto commerciale di Gaeta. I primi a mobilitarsi ogni giorno per il suo rispetto sono gli operatori del settore. E quando non lo fanno ci pensano la Guardia di Finanza e la Capitaneria di porto. Per questo ci siamo abbondantemente garantiti. Almeno noi”.
Saverio Forte