MINTURNO – Deve rimanere in carcere, perché potrebbe reiterare il reato, Eduardo Di Caprio, l’imprenditore di 34 anni di Scauri arrestato con l’accusa di aver investito volontariamente in via Antonio Sebastiani, a bordo della sua Ford Fiesta lo scorso 25 gennaio Cristiano Campanale, il ristoratore di 27 anni di Minturno dal quale attendeva da giorni il pagamento di alcune forniture effettuate a favore di due attività di famiglia.
Lo ha deciso il Tribunale del Riesame a cui si è appellata la difesa del commerciante che, rappresentata dall’avvocato Domenico Iaderosa, ha chiesto l’attenuazione della misura restrittiva in carcere per l’uomo e la derubricazione del reato di omicidio volontario in omicidio preterintenzionale. Il Riesame, invece, ha confermato la validità dell’ordinanza del Gip del Tribunale di Cassino Fabio Montefusco che, a sua volta, aveva convalidato l’arresto disposto dal magistrato titolare delle indagini, il sostituto procuratore Maria Beatrice Siravo, con le accuse di omicidio volontario di Campanale e di tentato omicidio del fratello della stessa vittima, Andrea.
L’avvocato Iaderosa nel ricorso aveva sottolineato il contenuto delle dichiarazioni rese da Di Caprio all’indomani del grave fatto di cronaca verificatosi in via Sebastiani quando si era assunto la responsabilità di quanto avvenuto pur precisando che il suo intendimento non era quello di uccidere. La difesa nel ricorso al Riesame ha precisa che la carrozzeria del vano motore della Ford Fiesta aveva colpito la vittima soltanto agli inferiori. Il decesso è avvenuto per una tragica coincidenza, nel momento in cui l’utilitaria, ancora in corsa, abbatteva un palo in ferro della segnaletica stradale che, cadendo, colpiva in testa il povero Cristiano.
Si tratta di una tesi ribadita dallo svolgimento di un secondo incidente probatorio disposto dalla Procura della Repubblica di Cassino in ordine alle modalità che avrebbe causato l’investimento mortale di Campanale. Il medico legale nominato dalla Procura, il dottor Gabriele Margiotta, affiancato dal perito della difesa (il dottor Luca Lepore), aveva, infatti, rinvenuto tracce ematiche e biologiche della vittima sul palo abbattuto dalla Fiesta. In attesa che la Procura disponga ora anche una perizia cinematica sul luogo della tragedia, l’avvocato Iaderosa, sollecitando l’attenuazione della misura cautelare a favore del suo assistito, ha dichiarato come siano mancate nel suo gesto la premeditazione e la volontarietà. La difesa di Di Caprio deciderà se ricorrere o meno in Cassazione dopo aver appreso le motivazioni del diniego dell’ordinanza del Riesame.
Saverio Forte
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