FORMIA – La sollecitazione è arrivata, in tempo da record, dal capogruppo del Partito Democratico Claudio Marciano: il Comune di Formia deve costituirsi, già in sede di udienza preliminare davanti il Gup del Tribunale di Cassino, nei confronti dei 18 indagati – titolari delle concessioni della Regione e i propri capibarca – accusati di inquinamento ambientale e di smaltimento illecito dei famosi retini di plastica con cui vengono allevate e prodotte le cozze nel tratto di mare tra Formia e Gaeta. La sindaca Paola Villa ha accettato la richiesta del Pd e ha annunciato, all’indomani della conferenza stampa del Procuratore capo di Cassino Luciano D’Emmanuele e del sostituto procuratore Emanuele De Franco con cui è stata annunciata la conclusione delle indagini preliminari, la costituzione di parte civile per la quale chiederà un parere all’avvocatura comunale.
La sindaca di Formia ammette nell’intervista video che la delocalizzazione di questi impianti dal 2010 non è stata mai attuata completamente e invita lo stesso comune di Gaeta – sede di molte delle società finite sott’inchiesta – ad avere una dose maggiore di coraggio anche nel chiedere i danni per i tanti e gravi danni ambientali subiti dall’ecosistema del Golfo da queste attività imprenditoriali che hanno il sacrosanto diritto di continuare ad offrire importanti prospettive economiche ed occupazionali. Ma per la sindaca di Formia deve essere raggiunto un equilibrio che coniugi il rispetto dell’ambiente e quello di tante realtà produttive impegnate da decenni nei settori dell’itticoltura e della miticoltura.
INTERVISTA Paola Villa, sindaco di Formia
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Il capogruppo Dem Claudio Marciano è categorico: questi impianti “da lì devono andarsene. Violano la legge e il regolamento regionale e in parte le concessioni amministrative sono anche scadute. Lo sono – ha dichiarato in una nota – dal 2015 ed è pendente un procedimento per ottenere una proroga non dovuta. Altre concessioni demaniali scadono nel 2020 e le attività di delocalizzazione non devono e non possono ritardare già a partire da questa stagione – ha aggiunto concludendo Marciano – Formia non deve fare sconti a nessuno su questa vicenda pubblici o privati siano gli interlocutori. Il nostro gruppo sarà a disposizione dell’Amministrazione se vorrà su questo punto incidere concretamente sul futuro della città.”
La conclusione delle indagini preliminari non “ha fatto gioire” il coordinamento provinciale di Articolo Uno e di Leu “ma riporta all’attenzione quanto andiamo dicendo ormai da anni: il nostro mare – hanno dichiarato Maria Rita Manzo e Beniamino Gallinaro – va “liberato” dai suoi elementi fortemente inquinanti, tra i quali la presenza degli impianti di mitilicoltura e di itticoltura. Al di là della notizia specifica, ci preme rilanciare il tema della delocalizzazione degli impianti e gli interventi rimasti incompiuti per l’attuazione della delibera sulla istituzione dell’area sensibile. La proposta di delocalizzazione degli impianti: una battaglia che ha accompagnato il nostro impegno politico ed ecologista. Dopo l’accaduto, diventa improcrastinabile l’intervento della politica che non può più sottrarsi di fronte a quella che è ed era una vera e propria emergenza. Siamo certamente in ritardo e quanto accaduto rende doveroso un richiamo alla realtà e al desti-no del nostro mare.
Siamo costretti a rinnovare, con una certa stanchezza ma con la determinazione di sempre, la richiesta di un impegno serio e risolutivo alle istituzioni coinvolte, alle quali chiediamo di abbandonare definitivamente le ormai sterili enunciazioni per avviare in concreto un percorso in grado di dare compiutezza alle prescrizioni contenute e mai attuate nella delibera della Regione Lazio n. 116, dell’ormai lontano 2010. Come rappresentanti di un’area politica che da sempre si è occupata anche localmente di questioni di carattere ambientale, come persone che hanno sottolineato a più riprese e da tempi remotissimi una attenzione sulla fragilità dell’ecosistema marino del nostro territorio, individuando nell’ area sensibile uno degli strumenti possibili per invertire la tendenza, non ci arrendiamo e proseguiamo politicamente la nostra lotta.”
Articolo 1 e Liberi ed uniti ora invieranno una lettera al Presidente della Regione Lazio e all’Assessore all’Ambiente regionale, ai Consiglieri regionali di riferimento, “rinnovando per l’ennesima volta la richiesta di un intervento risolutivo, per il decollo dell’area sensibile del Golfo, mirando in particolare alla depurazione, alla delocalizzazione dell’impiantistica, al conteni-mento dei nutrienti di origine agricola e zootecnica. Fondamentale il sostegno fattivo delle amministrazioni del Golfo che hanno rispetto alla vicenda un ruolo decisivo.”
Saverio Forte