FORMIA – Beneficiario di una seconda proroga “in corsa” da parte del neo sindaco di Formia Paola Villa, l’amministratore unico Raphael Rossi potrebbe lasciare la guida della Formia Rifiuti Zero, la società municipalizzata addetta al ciclo dei rifiuti che ha contribuito a far nascere (insieme all’allora assessore alla sostenibilità urbana della Giunta di centro sinistra Claudio Marciano) tra il 2014 e l’anno successivo. Il manager torinese ha inviato la sua domanda di partecipazione per diventare uno dei tre componenti dell’Ama, la discussa azienda (anch’essa con un capitale esclusivamente pubblico) del comune di Roma che si occupa della raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti.
Rossi non ha voluto commentare – come ha riportato il principale quotidiano della capitale “Il Messaggero – questa partecipazione al bando di cui però ha informato i vertici dell’amministrazione comunale. E le opzioni potrebbero essere due: nomina nel Cda dell’Ama o diventare addirittura amministratore unico, un ritorno al passato, quest’ultimo, da parte del Campidoglio per tentare di voltare pagina alle tante inchieste giudiziarie promosse dalla Procura capitolina sul ciclo dei rifiuti nella capitale o di far archiviare le perplessità avanzate dalla Giunta di Virginia Raggi sulla gestione economico-finanziaria della stessa Ama spa. A Raphael Rossi queste sfide sono sempre piaciute anche perché il suo gradimento nella maggioranza della sindaca Paola Villa non è unanime come nell’ultima amministrazione di centrosinistra che l’ha protetto più del consentito. Rossi intano continua un’azione mediatica e comunicativa “fai da te”.
Quasi a cadenza quotidiana invia agli organi d’informazione comunicati che, esaltando la sua personale governance, pubblica poi sulla propria pagina facebook. L’ultimo ha fatto rumore perché all’indomani della decisione del consiglio comunale di Formia di ritoccare la Tari del 5% e delle accuse piovute dai banchi dell’opposizione per gli “alti costi di gestione, senza alcun controllo”, per le spese generali arrivate a 530mila euro” della Formia Rifiuti zero. Rossi aveva annunciato il via alla rilevazione del ‘Customer Satisfaction’ per verificare quali aspetti del proprio servizio debbano essere migliorati e come. Si tratta di un’indagine che mira ad effettuare 380 brevi interviste telefoniche con le utenze domestiche e 250 con le utenze commerciali attraverso questionari anonimi, che verranno effettuate dal Lunedì al Venerdì, dalle 9 alle 19. L’indagine viene effettuata per il terzo anno consecutivo dalla Divisione Indagini Statistiche e Ricerche di Mercato di Mediacom srl, “primaria società di analisi marketing”. L’obiettivo è quello di misurare la soddisfazione dell’utenza, domestica e non domestica, in merito ai servizi erogati dalla società e di focalizzare i punti di miglioramento.
Rossi aveva detto che “Conoscere i propri limiti è il primo passo per migliorare. Anche quest’anno chiediamo ai cittadini di indicarci dove e come focalizzare i nostri sforzi. Pur nella grande soddisfazione espressa dall’utenza gli scorsi anni, i suggerimenti e le critiche sono state preziose sia per rinforzare quello che andava bene che per modificare quello che era debole. Puntiamo a crescere ancora e quindi ringrazio i cittadini per la consueta disponibilità assicurando che come di consueto i risultati saranno resi pubblici”.
A polemizzare con l’amministratore unico della Formia Rifiuti zero, attraverso i social media, è stato il capogruppo della Lega Antonio Di Rocco che ha ponendo a Rossi non pochi quesiti: “La Frz è un’azienda pubblica. Non dovreste fare un bando? La Mediacom non ci risulta essere assolutamente una società rinomata di ricerche di mercato. Ci spieghi i criteri per cui viene selezionata ogni anno? In base a quale curriculum?” Rossi ha escluso categoricamente l’ipotesi di ricorrere ad un bando pubblico: “No, non dovremmo fare un bando. Tutto dipende dall’importo e la normativa consente affidamento diretti entro l’importo di 40mila euro. Per questo servizio la scelta fu fatta nel 2016 con un affidamento diretto a seguito di indagine di mercato, cioe’ interpellando tre soggetti e chiedendo a ciascuno un piano di campionamento per utenze domestiche e non domestiche. Fu aggiudicata a loro la cui offerta fu valutata migliore. Il servizio costa per il 2019 3800 euro.” E Di Rocco ha incalzato ancora l’amministratore unico della Formia Rifiuti zero:“ Le faccio un piccolo calcolo che la farà rabbrividire e forse ravvedere. Il costo orario minimo di intervistatore telefonico, da contratto nazionale sottoscritto da Assirm e sigle sindacali, è di 10,85 euro, a cui si aggiungono le spese cosiddette overhead, cioè di impianto (utenze, software etc.) che porta il costo a circa 14 euro ora ad operatore. La resa operatore su questi progetti è di circa 2 interviste all’ora, che porta il CPI (cost per interview) a circa 7 euro l’una per un totale di 4410 euro. Cioè vorrebbe dire che, se ipotizziamo la resa sopra descritta, stanno lavorando sottocosto. Qualche dubbio ce lo facciamo venire sulla scelta di una società che propone un prezzo così basso. Se aggiungiamo il fatto che non aderiscono ne ad Assirm, ne ad Esomar, quindi non obbligati a rispondere a nessun codice etico…domandarsi il perché di una scelta così diretta è lecito.” E lo scontro si è acuito sull’aumento a Formia della Tari. Di Rocco: “Il cittadino che si vede aumentare ancora la tassa sui rifiuti non è sicuramente fiero del vostro essere fieri…”, Rossi: “ Beh il costo rimane piu basso di comuni limitrofi. L’aumento è dovuto a fattori esogeni come l‘aumento dei costi di smaltimento e la scelta di rinforzare il servizio assumendo più persone allo spazzamento”. Chiusura col botto di Di Rocco: “Rossi faccia l’amministratore unico, la politica la lasci ad altri”. E se ci pensasse Virginia Raggi?
Saverio Forte