LATINA – Il procedimento promosso dal comitato della Class Action contro Acqualatina proseguirà. Lo ha stabilito il Tribunale di Roma che con un’ordinanza del 7 marzo ha accolto, dopo la camera di consiglio del 20 febbraio scorso, le richieste dei legali dei consumatori e ha rigettato quella del collegio difensore dell’ente gestore che avrebbe vo-luto la dichiarazione di estinzione del processo. Si tratta di un provvedimento molto importante giunto all’indomani del comitato di ricorrere in Cassazione, attraverso uno dei più insigni giuristi italiani, il professore universitario Romano Vaccarella, contro l’ordinanza dello scorso dicembre della Corte d’Appello che aveva messo la parola fine alla Class Action finalizzata a chiedere il rimborso delle partite pregresse inserite in bolletta dal 2016 per i canoni idrici, della fognatura e della depurazione.
La decima sezione civile del Tribunale di Roma ha sottolineato, infatti, che “non può essere escluso, allo stato, che in alternativa ad una dichiarazione d’inammissibilità del ricor-so alla Suprema Corte, l’ordinanza n. 13388/2018 della Corte di Appello di Roma in accoglimento di questo ricorso possa essere annullata….”. Le censure mosse all’ordinanza della Corte d’Appello, che voleva mettere la parola fine alla Class Action, potrebbe stimolare l’ora la Suprema Corte – hanno dichiarato in una nota gli avvocati Massimo Clemente, Vincenzo Fontanarosa, Christian Lombardi, Patrizia Menanno, Orazio Picano, Chiara Samperisi e Annamaria Zarrelli- “ad un ripensamento per estendere l’orientamento già consolidato”. Questo pronunciamento nel merito del Tribunale di Roma potrebbe – secondo l’orientamento del comitato promotore della Class Action contro Acqualatina – facilitare non poco il compito dell’avvocato Romano Vaccarella per tentare l’ultimo assalto contro l’ente gestore per impugnare la sentenza dello scorso dicembre con cui la prima sezione civile della Corte d’appello, raccogliendo un mirato e circostanziato ricorso presentato dalla stessa Acqualatina, aveva annullato la storica ordinanza del luglio scorso della stessa decima sezione civile del Tribunale di Roma che, invece, aveva ammesso la class action presentata da un pool di legali contro il servizio idrico.
Il professor Vaccarella ha sollecitato un ripensamento della Suprema Corte sulla normativa che disciplina la Class Action arrivando a chiedere una remissione alla Corte Costituzionale per la declaratoria di illegittimità dell’articolo 140bis del Codice del consumo per la violazione degli articoli 24 e 111 della Costituzione nella parte in cui non prevede la ricorribilità per Cassazione dell’ordinanza di inammissibilità. “Indubbiamente la scesa in campo, al fianco dei più deboli, del professor Romano Vaccarella conferisce – conclude la nota del comitato – all’azione un ‘quid pluris’ di qualità umane e giuridiche eccelse e, per usare le parole del Prof. “andremo fino in fondo in questa vicenda”.
Nel frattempo il Comitato Class action sta avviando numerose azioni individuali e collettive per i danni della crisi idrica del 2017 e per la “pessima qualità dell’acqua erogata tuttora”. Insomma lo scontro continua…
Saverio Forte