FORMIA – Dal 1979 la sua missione è produrre ed esportare “le nostre migliori specialità italiane in tutto il mondo”. Quali? Prodotti alimentari, bevande, tabacco e naturalmente, la migliore pasta italiana”. Col passare dei giorni sono emersi altri particolari sull’identità della società che la scorsa settimana ha acquistato, al quinto tentativo, presso lo studio commercialista di Arpino del commissario liquidatore nominato dal Tribunale di Cassino, lo stabilimento del Pastificio Paone nella zona industriale di Penitro a Formia. Al dottor Maurizio Taglione l’unica offerta economica valida, pari ad un importo di due milioni e 32mila euro, è arrivata da Battipaglia, in provincia di Salerno, ed è stata quella della “Co.R.Ex”. Si tratta di una società per azioni in salute che quest’anno compie i suoi prima 40 anni di attività nell’esportazione, in diversi paesi del mondo, del gotha del “made in Italy”, soprattutto nel settore alimentare e, dunque, della pasta.
I bilanci della società di Battaglia sono davvero interessanti. Uno su tutti è quello del 2017 quando ha fatturato poco più di 35milioni di euro e, più precisamente, 35milioni e 420mila e 371 euro. Ha fatto meglio del 2016 quando il suo fatturato fu di 31 milioni e 699mila euro con un utile di 907mila euro, “sceso” però a 568mila e 155 euro al termine del 2017. I commenti sulla società che ha acquistato i capannoni del pastificio Paone si diversificano – come capita in queste circostanze – sulla rete. Se la “Corex spa” è stata definita “un’autentica eccellenza Battipagliese. Persone in gamba, competenti, eccellenti imprenditori che aiutano a rafforzare il Made in Italy alimentare in tutto il mondo”, la travagliata conclusione di un tirocinio in ambito commerciale è stata commentata invece in questi termini: “Dopo aver sostenuto due colloqui tramite agenzia interinale, con sede a Salerno, ho iniziato – ha scritto uno stagista dimissionaria con tanto di immancabile pseudonimo – un periodo di apprendistato di tre mesi alla Corex spa. Quello che mi sono trovata davanti di certo non rispecchiava la descrizione fatta dall’addetta dell’agenzia interinale stessa…” Ogni mondo è paese.
Esportando prodotti italiani all’estero, la Codex spa naturalmente è stato un partner privilegiato del pastificio formiano, soprattutto quando l’amministratore unico era Stefano Paone. Con la concessione del concordato preventivo nel 2015 da parte del Tribunale di Cassino era stata avviata una trattativa sotterranea perché la Codex entrasse nella società proprietaria e che gestisce il pastificio di Formia. Seguirono diversi incontri e quando si trattò di firmare una lettera d’intenti la Codex spa – secondo quanto è trapelato – ci avrebbe ripensato. Perché? L’attuale stato maggiore del pastificio Paone di Formia non l’ha mai capito a distanza di alcuni anni. Intanto venerdì ha riunito la propria assemblea dei soci che sono praticamente tre: Fulvio Paone (l’amministratore unico), il fratello Fabio ed il cugino Domenico.
Hanno fatto il punto della situazione anche alla luce delle dichiarazioni del direttore tecnico del Consorzio industriale del sud-pontino, Giampaolo Scalesse, che ha confermato la volontà dell’ente di Bevano di volere esercitare il diritto di prelazione, in base al concordato preventivo concesso al pastificio formiano da parte del giudice delegato del Tribunale di Cassino, di poter subentrare nella proprietà dei capannoni al posto della società di Battipaglia e con lo stesso valore economico: due milioni e 32mila euro. Lo farà? Il Consorzio industriale ha confermato di valutare l’ipotesi “ma c’è bisogno di tempo perché la procedura non è facile”. Intanto presso il sito produttivo di Penitro la settimana è iniziata con un’assemblea delle maestranze “interessate a capire quanto è avvenuto” presso lo studio del liquidatore Taglione e all’incontro vi ha partecipato l’amministratore Fulvio Paone. Lo stesso che, alcune ore prima, ha inviato agli stessi dipendenti un messaggio rassicurante, proiettato all’ottimismo: “La famiglia Paone – c’è scritto in un comunicato aziendale – ritiene doveroso precisare nei confronti dell’opinione pubblica che la vendita dell’immobile di Penitro è una tappa necessaria , seppur dolorosa, per assicurare la continuità aziendale. Nulla è cambiato, la pasa continuerà ad essere prodotta e distribuita dalla famiglia Paone. Gli ultimi risultati raggiunti garantiranno l’attuale livello occupazionale e la crescente presenza sui mercati italiani ed esteri. La famiglia Paone – conclude la nota dell’amministratore unico del pastificio – ringrazia tutti coloro che hanno manifestato solidarietà e vicinanza in questi momenti delicati”.
Saverio Forte