VENTOTENE – Si infittisce il mistero sull’identità dell’uomo, di età compresa tra i 40 e i 50 anni, trovato cadavere il 28 febbraio nel tratto di mare tra Ventotene e l’isolotto di santo Stefano. Se l’esame autoptico effettuato presso l’obitorio dell’ospedale Santa Scolastica di Cassino dal dottor Fabio De Giorgio dell’istituto di medicina legale del Policlinico universitario “Agostino Gemelli” dovrà essere affiancato da quelli quelli istologici e di laboratorio, il magistrato titolare delle indagini, il sostituto procuratore Alfredo Mattei ha chiesto di accedere agli elenchi del Commissario Straordinario delle persone scomparse, istituito dal Governo nel 2007 e di stanza presso il Ministero degli Interni, che ha nella disponibilità due importanti strumenti documentali: si tratta del modello “Ricerca Scomparsi” (cosiddetto Ri.Sc.), dove ci sono tutte le notizie riguardanti le persone scomparse, e della scheda “ante mortem” (cosiddetto A.M.) che contiene i segni fisiognomici e le circostanze del rinvenimento dei corpi.
Chiaro l’orientamento della Procura di Cassino: incrociare e verificare le informazioni a disposizione del Commissario per le persone scomparse e poi ascoltare i parenti. Sono gli stessi che, all’indomani del macabro rinvenimento del cadavere tra Ventotene e Santo Stefano, hanno tempestato di telefonate il centralino della Capitaneria di porto di Gaeta per chiedere informazioni su quel corpo, ormai in avanzato di decomposizione e saponificato, che potrebbe essere di una qualsiasi persona scomparsa lungo la costa tirrenica, dalla Liguria sino alla Calabria. Il Pm Mattei deve affrontare, poi, un altro step investigativo: capire la causa del decesso di quell’uomo e quando è avvenuto.
Lo sta cercando di ricostruire insieme agli agenti della Capitaneria di Porto di Gaeta. Le maggiori attenzioni sulle persone scomparse riguardano l’artigiano di 53 anni di Nettuno, di cui si sono perse per l’ultima volta le proprie tracce due settimane fa a Sperlonga, e Walter Donà, l’imprenditore di Terracina di 68 anni ufficialmente ancora disperso dopo che la sua utilitaria domenica 25 novembre finì inghiottita in una voragine apertasi improvvisamente lungo la strada regionale Flacca, in località San Vito, alla periferia di Terracina.
Saverio Forte